L’eccidio e il processo

Nel settembre del 1998 il ministero di Grazia e Giustizia italiano riconosce l’eccidio come "delitto politico". Grazie all'impegno dei superstiti, di amici e familiari dei cinque pacifisti, che per anni si sono battuti per ottenere giustizia, Hanefija Prijić detto Paraga - capo di una brigata dell'esercito bosniaco responsabile della strage di Gornji Vakuf - viene arrestato, processato e nel giugno del 2001 condannato a 15 anni di reclusione, ridotti a 13 l’anno successivo. Arrestato di nuovo nel 2015 ed estradato in Italia, in primo grado viene condannato all'ergastolo, pena poi ridotta a 20 anni. Nei processi, Paraga ha continuato a dichiararsi innocente e ha mantenuto il silenzio sui mandanti e sui motivi dell'eccidio.

Ascolta lo speciale di Radio Popolare con la testimonianza di Agostino Zanotti, appena rientrato in Italia nel 1993 dopo l’eccidio; la reazione di Agostino Zanotti nel 2015 al nuovo arresto di Paraga per essere estradato in Italia; il racconto di Andrea Oskari Rossini, giornalista di OBCT che ha seguito la vicenda dagli anni '90.

Cooperazione Brescia-Zavidovići

I cinque pacifisti diretti alla città di Zavidovići quel 29 maggio del 1993, erano volontari del "Coordinamento iniziative di solidarietà con l’ex Jugoslavia" nato a Brescia in aiuto alle popolazioni dei Balcani colpite dalla guerra, dopo la “Marcia dei 500” di pacifisti italiani verso Sarajevo del dicembre 1992. La trentennale cooperazione comunitaria tra i territori di Brescia e di Zavidovići non si è poi mai arrestata.

Il coordinamento si è trasformato nel 1996 in Associazione per l’Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovići Onlus (ADL) di Brescia, con un ufficio anche in Bosnia. Nel 2016 ha deciso, in conformità con il principio dell’autonomia territoriale, di continuare il rapporto con la comunità di Zavidovići, supportando la costituzione in associazione autonoma locale.

Oggi, ADL a Zavidovići è partner leader della nuova associazione costituita, la Agencija Lokalne Demokratije Zavidovići . L’associazione bresciana, attraverso i coordinamenti territoriali dei soci, la rete internazionale ALDA e numerosi cittadini volontari, contribuisce alle attività che ha sempre caratterizzato le relazioni con l’area balcanica.

Durante i conflitti nei Balcani degli anni '90 furono decine di migliaia gli italiani che parteciparono a missioni umanitarie in favore delle popolazioni colpite dalla guerra. A distanza dall'inizio di quella mobilitazione, il progetto di ricerca “Cercavamo la pace” condotto anni fa da OBCT, ha indagato questo importante capitolo della storia politica e sociale europea.

26/05/2023 - 

Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!