Lapide  sul luogo dell’eccidio di Gornji Vakuf.

Il 29 maggio 1993 un convoglio di aiuti umanitari partì da Brescia diretto a Zavidovići in Bosnia centrale, venne assalito da una banda militare nei pressi di Gornji Vakuf. Dei cinque volontari che formavano il convoglio - Sergio Lana, Guido Puletti, Fabio Moreni, Agostino Zanotti e Christian Penocchio - tre vennero uccisi e due si salvarono scappando nei boschi. Il responsabile fu condannato, prima in Bosnia e poi in Italia. 

Dal 2013 vi è una lapide sul luogo dell’eccidio, ogni anno vengono ricordati a Brescia e la cooperazione tra i due territori prosegue.

Amicizia - osmanpek33 Shutterstock

29 maggio 2023

Il 29 maggio di trent'anni fa Agostino Zanotti era parte del gruppo di volontari pacifisti partiti da Brescia con un convoglio di aiuti umanitari verso Zavidovići in Bosnia centrale. Vennero assaliti da una banda militare nei pressi di Gornji Vakuf. Tre di loro, Sergio Lana, Guido Puletti, Fabio Moreni, vennero uccisi, Agostino Zanotti e Christian Penocchio si salvarono scappando nei boschi. L'eccidio non ha però fermato la volontà di proseguire senza interruzioni la cooperazione tra i due territori italiano e bosniaco, come dimostra il prossimo viaggio ufficiale.

Appunti, foto di M Defra - Flickr.com
Agostino Zanotti
24 maggio 2001

Il diario di Agostino Zanotti sul viaggio a Travnik per testimoniare al processo contro Paraga, il responsabile del gruppo di militari che il 29 maggio del '93 presso Gornj Vakuf sparò contro i componenti di un convoglio umanitario uccidendo Fabio Moreni, Sergio Lana e Fabio Puletti. Solo Agostino e Christian Penocchio si salvarono. Ora devono testimoniare

Andrea Oskari Rossini
30 maggio 2005

Il Comune di Brescia intitola una strada a Guido Puletti, assassinato in Bosnia Erzegovina il 29 maggio 1993 nel corso di una iniziativa umanitaria. La città ricorda così, a dodici anni dalla morte, il giornalista/esule impegnatosi per la pace e la solidarietà con le vittime della guerra in Europa

Zavidovići - Mrkvica Shutterstock
Nicole Corritore
22 febbraio 2007

Brescia e Zavidovići, una relazione di lungo corso. Dai primi aiuti umanitari alla costituzione nel 1997 dell'ADL a Zavidovici, fino al decennale dell'aprile prossimo. Quale il filo conduttore di questo rapporto? Un'intervista ad Agostino Zanotti, dell'Associazione "Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovici"

Piero Del Giudice
29 maggio 2009

Sedici anni fa tre volontari italiani furono uccisi in Bosnia mentre portavano aiuti alla cittadina di Zavidovići sotto assedio. Otto anni dopo il responsabile degli omicidi fu processato a Travnik. Ripubblichiamo alcuni materiali dal nostro archivio per ricordare i tre pacifisti Sergio Lana, Fabio Moreni e Guido Puletti

Trebinje, 1992 (Foto Mario Boccia)
Agostino Zanotti | Brescia
29 maggio 2011

Venti anni fa, con l'inizio della fine della Jugoslavia, nasce in Italia uno straordinario movimento di solidarietà fatto di convogli umanitari, ospitalità ai profughi e relazioni che continuano ancora oggi. La testimonianza di uno dei protagonisti di quella stagione, segnata dalla strage dei volontari italiani a Gornj Vakuf il 29 maggio 1993, per il nostro dossier “Mi ricordo”

Agostino Zanotti di fronte alla lapide (Foto Andrea Rossini)
Andrea Oskari Rossini | Gornji Vakuf
20 maggio 2013

Amici e familiari hanno posto una stele nel luogo della strage dei tre pacifisti italiani Guido Puletti, Sergio Lana e Fabio Moreni, uccisi il 29 maggio di venti anni fa mentre portavano aiuti alla popolazione bosniaca

I tre volontari uccisi a Gornji Vakuf nel 1993

2 marzo 2017

Stamattina presso il Tribunale di Brescia, il gip Carlo Banchietti ha letto il dispositivo di condanna all'ergastolo per Hanefija Prijić, accusato dell'uccisione di tre volontari italiani nel maggio del 1993 in Bosnia Erzegovina.


 

L’eccidio e il processo

Nel settembre del 1998 il ministero di Grazia e Giustizia italiano riconosce l’eccidio come "delitto politico". Grazie all'impegno dei superstiti, di amici e familiari dei cinque pacifisti, che per anni si sono battuti per ottenere giustizia, Hanefija Prijić detto Paraga - capo di una brigata dell'esercito bosniaco responsabile della strage di Gornji Vakuf - viene arrestato, processato e nel giugno del 2001 condannato a 15 anni di reclusione, ridotti a 13 l’anno successivo.  Arrestato di nuovo nel 2015 ed estradato in Italia, in primo grado viene condannato all'ergastolo, pena poi ridotta a 20 anni. Nei processi, Paraga ha continuato a dichiararsi innocente e ha mantenuto il silenzio sui mandanti e sui motivi dell'eccidio.

Ascolta lo speciale di Radio Popolare con la testimonianza di Agostino Zanotti, appena rientrato in Italia nel 1993 dopo l’eccidio; la reazione di Agostino Zanotti nel 2015 al nuovo arresto di Paraga per essere estradato in Italia; il racconto di Andrea Oskari Rossini, giornalista di OBCT che ha seguito la vicenda dagli anni '90. 

 

 

Cooperazione Brescia-Zavidovići

I cinque pacifisti diretti alla città di Zavidovići quel 29 maggio del 1993, erano volontari del "Coordinamento iniziative di solidarietà con l’ex Jugoslavia" nato a Brescia in aiuto alle popolazioni dei Balcani colpite dalla guerra, dopo la “Marcia dei 500” di pacifisti italiani verso Sarajevo del dicembre 1992. La trentennale cooperazione comunitaria tra i territori di Brescia e di Zavidovići non si è poi mai arrestata.

Il coordinamento si è trasformato nel 1996 in Associazione per l’Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovići Onlus (ADL) di Brescia, con un ufficio anche in Bosnia. Nel 2016 ha deciso, in conformità con il principio dell’autonomia territoriale, di continuare il rapporto con la comunità di Zavidovići, supportando la costituzione in associazione autonoma locale.

Oggi, ADL a Zavidovići è partner leader della nuova associazione costituita, la Agencija Lokalne Demokratije Zavidovići . L’associazione bresciana, attraverso i coordinamenti territoriali dei soci, la rete internazionale ALDA e numerosi cittadini volontari, contribuisce alle attività che ha sempre caratterizzato le relazioni con l’area balcanica. 

 

Durante i conflitti nei Balcani degli anni '90 furono decine di migliaia gli italiani che parteciparono a missioni umanitarie in favore delle popolazioni colpite dalla guerra. A distanza  dall'inizio di quella mobilitazione, il progetto di ricerca “Cercavamo la pace” condotto anni fa da OBCT, ha indagato questo importante capitolo della storia politica e sociale europea.