Non sarà facile riempire il vuoto che Jovan Divjak ci lascia.

Non sarà facile perché bastava averlo incontrato anche solo una volta per apprezzarne il valore umano, la simpatia, la capacità di ironizzare anche sulle tragedie, ma soprattutto il sorriso. Un sorriso rassicurante, che metteva tutti e tutte a proprio agio.

Di fronte ad una persona di così grande spessore intellettuale e di irrefrenabile senso civico ci si sentiva accolti, ascoltati, apprezzati. Credo che il valore di Jovan lo si possa trovare non tanto in quello che ha scelto di fare durante il terribile assedio di Sarajevo, ma quanto in quello che è stato capace di fare dopo nel tentativo quotidiano di mantenere vivi i fondamenti dello spirito jugoslavo della convivenza pacifica. Cittadino del mondo e cittadino onorario di una Sarajevo sbiadita.

Jovan Diviak resterà nei nostri cuori sempre e lo ritroveremo sempre passeggiando per le vie di Sarajevo al nostro fianco, al fianco di tutti coloro che amano quella terra e lottano per la Pace e la Fratellanza.

Sarajevo, 2002. Jovan Divjak con Gianfranco Schiavone
e Agostino Zanotti (foto © Mario Boccia )

15/04/2021 - 

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