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Gligorov: l'Europa ci appoggia ma doveva farlo prima.

06/05/2001 -  Anonymous User

Kiro Gligorov, ex-Presidente della Macedonia, era ieri ospite del World Social Forum, invitato dal Consorzio Italiano di Solidarietà e dall'Osservatorio sui Balcani, ad una tavola rotonda sul futuro dell'Europa Sud-orientale e sulla sua integrazione nella UE.La sconfitta dei progetti di una "Grande-Serbia" e di una "Grande-Croazia" si accompagna purtroppo all'emergere di un progetto di "Grande Albania" - ha commentato nel suo intervento l'ex-premier - e l'origine di questo nuovo nazionalismo è proprio in Albania, non in Kosovo o nel nord della Macedonia".
Gligorov non accusa direttamente le autorità di Tirana, ma la "situazione di povertà economica in quasi tutti i paesi balcanici, che crea un clima favorevole per la mobilitazione popolare su progetti nazionalistici (...).Dopo il collasso, nel 1997, delle istituzioni pubbliche in Albania, la situazione interna è caotica. Le autorità di Tirana non hanno il controllo sul loro territorio. L'Albania non protegge i suoi confini di stato, principalmente perché è circondata da una massa relativamente compatta di albanesi cittadini in tutti gli stati confinanti". In questa situazione, il sostegno del governo di Tirana alle rivendicazioni di queste minoranze - l'autonomia del Kosovo o i diritti civili degli albanesi in Macedonia - sostiene indirettamente l'idea panalbanese ed ha delle ripercussioni nei paesi confinanti, anche in assenza di rivendicazioni sui confini.
"Gli sviluppi recenti della crisi in Macedonia sono in parte autoctoni - legati alla radicalizzazione delle domande dei cittadini di origine albanese, alla debolezza dell'attuale governo, ... - e in parte sono importati dal Kosovo e dall'Albania, espressione dell'estremismo panalbanese, che cresce in questo contesto". In un'intervista Gligorov ha poi dichiarato che "L'Unione Europea sosterrà diplomaticamente la risoluzione del conflitto e si è impegnata a contribuire per i danni che ne deriveranno". Ma, come per gli altri conflitti divampati nei Balcani negli anni scorsi, anche in questo caso la comunità internazionale ha perso un'occasione per prevenire il dilagare della violenza.
Nel suo intervento, l'ex-Presidente macedone ha espresso condivisione per la proposta - avanzata da ICS e Osservatorio sui Balcani - di definire un percorso rapido di integrazione del Sud-est Europa nell'Unione Europea; integrazione che dovrà essere socialmente sostenibile e partecipata. Nel quadro di un Europa che si estenda dall'Atlantico agli Urali, la democratizzazione dei paesi balcanici, uno sviluppo sociale ed economico centrato sul governo locale, la ricostruzione di un tessuto istituzionale e amministrativo che sottragga terreno alla criminalità organizzata ed al nazionalismo rappresentano probabilmente l'unica soluzione possibile ai molti problemi che affliggono i Balcani.

La fabbrica di caramelle

05/05/2001 -  Davide Sighele

Le conseguenze della guerra e della dissoluzione della Jugoslavia sulle imprese di stato. Un reportage pubblicato dalla rivista Questo Trentino e ripreso da Osservatorio Balcani e Caucaso

Per un'integrazione certa, rapida, sostenibile e dal basso

05/05/2001 -  Anonymous User

Si è chiuso, all'interno del World Social Forum, l'incontro "Disegnare l'Europa: i Balcani tra integrazione e disintegrazione", organizzato da ICS e Osservatorio sui Balcani.

Per un'integrazione certa, rapida, sostenibile e dal basso

05/05/2001 - 

Si è chiuso - all'interno del World Social Forum - l'incontro "Disegnare l'Europa: i Balcani tra integrazione e disintegrazione", organizzato da ICS e Osservatorio sui Balcani. L'incontro si è concentrato sul rapporto tra Europa e Balcani, o si potrebbe dire tra le due Europe, quella ricca e già integrata dell'Unione e quella "marginale" e disintegrata dell'area sud orientale. Si è trattato di un incontro con intellettuali, uomini di governo e rappresentanti di istituzioni internazionali molto diversi tra loro per ruoli e responsabilità

'L'Europa senza frontiere ha una nuova linea Maginot'

05/05/2001 -  Anonymous User

L'entrata nella Unione Europea non sarà la panacea per tutti i mali, ma potrà costituire una piattaforma su cui rilanciare la pace, la convivenza civile e lo sviluppo locale nei Balcani. I tempi sono ormai maturi per fissare date, scadenze e parametri che guidino questo percorso. E' questo il messaggio chiaro che viene dall'incontro "Di-Segnare l'Europa. I Balcani tra integrazione e disintegrazione", promosso oggi nell'ambito del World Social Forum (Padova, 4-6 maggio) dall'ICS - il Consorzio Italiano di Solidarietà che raggruppa oltre cento associazioni e gruppi locali italiani impegnati da anni nel sostegno e nella ricostruzione dell'Europa sud orientale - e dall'Osservatorio sui Balcani.
"L'attenzione materna dell'Europa democratica è necessaria", conferma il sindaco di Sarajevo, Muhidin Hamamdzic, parlando di "supervisione opportuna e bene accetta", fino a quando le cose non cambieranno, assumendo un corso normale, logico, maturo e quotidiano. Hamamdzic spiega i conflitti e le incomprensioni con la comunità internazionale come "il risultato della nostra impazienza e del nostro desiderio di accelerare il processo che condurrà la Bosnia al luogo a cui essa da sempre appartiene: l'Europa". Ma, accusa il sindaco di Sarajevo, l'Europa per ora si rivela matrigna: "Dopo la caduta del muro di Berlino, l'Europa sta costruendo nuovi muri verso l'Est! I paesi in transizione sono letteralmente 'tagliati fuori' dall'Occidente. L'Europa senza frontiere ha una nuova linea Maginot, un 'corridoio sanitario' tra se stessa e i paesi in transizione, e, oso dire, in particolare verso la Bosnia. Il visto Schengen è un nuovo male e un nuovo Muro di Berlino. La città di Sarajevo e il mio intero paese sono immensamente riconoscenti alla Comunità Internazionale per avere fermato la guerra in Bosnia. Ma, saremmo molto più felici se poteste impedire altri potenziali conflitti. L'Europa, con il sistema di Schengen, si comporta come una brava donna di casa che cerca di nascondere le immondizie sotto il tappeto, ma senza risolvere nulla. La differenza tra poveri e ricchi è sempre più grande e sempre più profonda".
Nella parte ricca dell'Europa, confermano gli altri relatori, da Kiro Gligorov, ex-Presidente della Repubblica di Macedonia, a Gabriele Martignago (Patto di Stabilità per il sud est Europa) a Jovan Teokarevic (Istituto per gli Studi Europei, Belgrado) e Diana Çuli (Forum delle donne albanesi, Tirana), si continua a non riflettere sulle dinamiche retrostanti alle tragedie degli anni '90 e si pensa ancora ai paesi balcanici solo come ad un terreno di incursione, rischiando di perseverare nella mera ricerca di proprie aree di influenza nazionale senza sviluppare un approccio d'area complessivo."Le transizioni post-coloniali - osserva Rada Ivekovic (Università di Parigi-8) - assomigliano alle transizioni post-comuniste, o comunque che le difficoltà di sviluppo del Terzo Mondo assomigliano sempre di più a ciò che noi vediamo in alcuni paesi dei Balcani e dell'Europa dell'Est, se non in tutti i paesi dell'Europa centro-orientale. Possiamo allora imparare qualcosa da quell'esperienza".
Il futuro economico del sud est Europa, avvertono con accenti diversi i relatori dal palco del World Social Forum, non può essere garantito né dalle chimere degli investimenti occidentali di rapina, né tantomeno dal perdurare dell'assistenzialismo umanitario. Occorre immaginare invece un percorso economico inedito, conclude Giulio Marcon (Ics) tirando le fila del convegno, bisogna costruire un disegno di sviluppo integrato del territorio, sul quale far convergere le risorse locali e gli aiuti internazionali, puntare sull'autogoverno delle comunità, costruire società civile.

Di-Segnare l'Europa. I Balcani tra integrazione e disintegrazione

05/05/2001 -  Anonymous User

Il 5 maggio 2001 si è tenuto a Padova, nell'ambito del World Social Forum - l'evento che dentro Civitas 2001 segue la riflessione svoltasi a Porto Alegre sui movimenti territoriali di risposta intelligente alle dinamiche della globalizzazione - un convegno internazionale promosso dall'Osservatorio sui Balcani e dal Consorzio Italiano di Solidarietà concentrato sul rapporto tra Europa e Balcani, o si potrebbe dire tra le due Europe, quella ricca e già integrata dell'Unione e quella "marginale" e disintegrata dell'area sud-orientale.

Vai alla pagina dedicata al convegno

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03/05/2001 -  Anonymous User

Sabato 5 Maggio 2001, nell'ambito del World Social Forum (Fiera di Padova), Osservatorio sui Balcani e ICS organizzano una tavola rotonda: "Di-segnare l'Europa; i Balcani tra Integrazione e Disintegrazione." Vi parteciperanno esponenti della società civile dell'Europa sud-orientale, rappresentanti di ONG e agenzie internazionali (per raggiungere la Fiera di Padova).

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02/05/2001 -  Anonymous User

Dragoljub Micunovic, presidente della Camera di cittadini del Parlamento Federale ha dichiarato che "alla riunione del Parlamento Federale, che si terrà l'8 maggio, non si discuterà della legge sulla collaborazione con il Tribunale dell'Aja perché la Proposta di legge non è ancora stata accettata dal Governo Federale". "Nel corso di questa riunione verranno concordate alcune nuove leggi e ratificati dei contratti, fra i quali anche la dichiarazione sulla demarcazione dei confini con la Macedonia. Il Parlamento delibererà sulla serie di leggi del Tribunale Costituzionale e si discuterà anche del sistema di leggi monetarie e fiscali emanate del Parlamento Serbo".

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01/05/2001 -  Anonymous User

Un appello elaborato durante il World Social Forum di Padova del 2001 e promosso dall'Osservatorio sui Balcani, che ha raccolto un centinaio di adesioni di personalità dall'Italia e dal sud-est europeo di diversa provenienza e ambito di impegno.

Il variegato nord del Montenegro

21/04/2001 -  Davide Sighele

Dove, malgrado tutto, la convivenza resiste. Un reportage dal Montenegro pubblicato dalla rivista Questo Trentino e ripreso da Osservatorio Balcani e Caucaso

Ritornare in Kosovo?

07/04/2001 -  Davide Sighele

La pulizia etnica continua. Stavolta contro i serbi, con la compravendita delle case. Un reportage pubblicato sulla rivista Questo Trentino e ripreso da Osservatorio Balcani e Caucaso

Fotografie

24/03/2001 -  Davide Sighele

Come la guerra ha cambiato il paesaggio. E le persone non ritrovano più se stesse.Un reportage dal Montenegro pubblicato sulla rivista Questo Trentino e ripreso da Osservatorio Balcani e Caucaso

Milovan Gilas e le nuove generazioni

24/02/2001 -  Davide Sighele Berane

Quando nuovi confini imprigionano sogni e aspirazioni. Un reportage dal nord del Montenegro pubblicato dalla rivista Questo Trentino e ripreso da Osservatorio Balcani e Caucaso

Reclusioni

10/02/2001 -  Davide Sighele

Pec, Kosovo: la vita segregata di una famiglia di albanesi “traditori”. Un reportage dal Kosovo pubblicato dalla rivista Questo Trentino e ripreso da Osservatorio Balcani e Caucaso

14 gennaio, primo giorno dell'anno

27/01/2001 -  Davide Sighele

Da ricorrenza religiosa (il Capodanno ortodosso) a occasione di agitazione politica (il Capodanno serbo). Un reportage dal Montenegro pubblicato dalla rivista Questo Trentino e ripreso da Osservatorio Balcani e Caucaso

Rudes containers

13/01/2001 -  Davide Sighele Berane

Tra i profughi serbi dal Kosovo. Un reportage dal nord del Montenegro pubblicato dalla rivista Questo Trentino e ripreso da Osservatorio Balcani e Caucaso

Relazioni consuntive

02/01/2001 - 

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01/01/2001 - 

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Tetka Lola

23/12/2000 -  Davide Sighele

Montenegro: povertà, degrado e gli occhi dei giovani rivolti all’Europa. Un reportage dal Montenegro pubblicato dalla rivista Questo Trentino e ripreso da Osservatorio Balcani e Caucaso