Dušan Makavejev (foto di Anefo/wikimedia)

Dušan Makavejev (foto di Anefo/wikimedia)

Uno dei più grandi cineasti dell'ex Jugoslavia è morto il mese scorso a Belgrado, dove era nato 88 anni fa. Più volte censurato e costretto ad un esilio professionale, Makavejev ha segnato il cinema europeo

25/02/2019 -  Nicola Falcinella

È morto nelle settimane scorse a Belgrado, dov'era nato nel 1932, il regista serbo Dušan Makavejev, uno dei grandissimi del cinema dell'ex Jugoslavia. Forse l'autore più innovativo e personale, uno dei protagonisti di punta dell'Onda nera, momento di rottura e rinnovamento nel cinema dell'epoca di Tito, segnatamente tra il 1967 e il 1972. Dopo gli inizi con lavori amatoriali e un cortometraggio selezionato a Cannes, la carriera vera e propria del cineasta inizia con “Čovek nije ptica - L’uomo non è un uccello” (1965) e termina di fatto con “Il gorilla fa il bagno a mezzanotte – Gorilla Bathes At Noon” del 1993 e il documentario autobiografico “A Hole in the Soul” per la Bbc nel 1995.

Amante della provocazione e della polemica, capace di fondere documentario e finzione, passare dal melodramma alla commedia, è stato più volte censurato e costretto a lavorare all'estero per gran parte delle sue opere. I problemi maggiori arrivarono per “W.R. - Misterije organizma – I misteri dell’organismo” (1971), film estremamente corrosivo sul comunismo e sul capitalismo e un inno, a partire dagli studi di Wilhelm Reich, all’amore e alla libertà sessuale con una travolgente Milena Dravić che arringa le folle da un pianerottolo di una casa di ringhiera. Makavejev combinò scene di finzione e spezzoni documentari con effetti dirompenti e una censura quasi inevitabile in quel momento storico.

Proprio in questi giorni debutta al Fest a Belgrado “The Makavejev Case or Trial in a Movie Theater”, documentario di Goran Radovanović che può ancora essere sostenuto grazie a una campagna di sottoscrizioni sulla piattaforma Indiegogo. Il regista è uno dei più eclettici e interessanti della Serbia di oggi, noto per “Enklava / Enclave” (2015, vincitore del Bergamo Film Meeting) e “Pileci izbori” e i documentari “Uz Fidela do kraja / Con Fidel” o “Hitna pomoć”. Con le testimonianze della stessa Dravić (scomparsa lo scorso ottobre) e di molti altri, e con Svetozar Cvetković a impersonare Makavejev in alcune scene ricostruite, il film esplora la posizione dell'artista e filmmaker nella Jugoslavia socialista di quegli anni. E ricostruisce il clima sociale e politico che portò a mettere al bando il film.

Un discorso più generale sulla censura che colpì l'onda nera era già stato fatto in un altro documentario, “Zabranjeni bez zabrane – Censurati senza censura” (2007) di Dinko Tucaković e Milan Nikodijević, con Makavejev tra gli intervistati.

Dušan Makavejev è stato uno dei grandi nomi del cinema europeo, nonostante non fosse più attivo dietro la macchina da presa, gli sono stati dedicati parecchi omaggi dai festival e nel 2004 è stato giurato della Mostra del cinema di Venezia. Tra gli altri suoi titoli vanno ricordati: “Nevinost bez zastite – Innocenza senza protezione” (1968), “Montenegro Tango” (1981), “Coca Cola Kid” (1985), “Sweet Movie” (1974), “W.R. Misterije Organizma” (1971), “Ljubavni slučaj ili tragedija službenice P.T.T. – Un affare di cuore” (1967) e “Manifesto” (1987).


Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!

I commenti, nel limite del possibile, vengono vagliati dal nostro staff prima di essere resi pubblici. Il tempo necessario per questa operazione può essere variabile. Vai alla nostra policy

blog comments powered by