Predrag Matvejevic

"La Serbia con tutte le sue difficoltà è di fronte ad un'occasione storica: dimostrare davanti all'Europa quanto è matura. O se è più matura degli altri e anche di se stessa", un commento sull'arresto di Karadžić scritto da Predrag Matvejević

23/07/2008 -  Anonymous User

Di Predrag Matvejević

L'evento ha scosso non soltanto noialtri, abitanti di questa, ormai "ex", Jugoslavia. Il mondo torna a guardare verso questa regione, con uno sguardo che attende che si compia finalmente quello che già da tempo doveva essere fatto. E che non è stato fatto.

Da tempo ripeto che ognuno di noi dovrebbe guardarsi nello specchio della Storia, di una Storia più remota e più attuale. Dovrebbe chiedersi cosa abbiamo fatto agli altri, e cosa gli altri hanno fatto a noi. Di cosa siamo colpevoli noi e di cosa sono colpevoli gli altri.

L'esempio che ci ha offerto, non senza grande fatica, la Germania dopo la Seconda Guerra Mondiale - Paese di una profonda e significativa cultura in cui il crimine era riuscito a soffocare la cultura - dovrebbe essere dinanzi ai nostri occhi. La vicina Italia non ha avuto il suo Tribunale di Norimberga - e questo è probabilmente una delle ragioni per cui abbiamo potuto vedere recentemente di nuovo sulle piazze di Roma le camicie nere e i saluti romani. Per simili atteggiamenti che vediamo spesso nella ex Jugoslavia, in una Germania democratizzata la giustizia sarebbe intervenuta senza temere la memoria.

Qui nei Balcani non è così. Ognuno ricorda i crimini degli altri e cerca di cancellare i propri.
L'arresto di Radovan Karadžić avviene in Serbia in un momento molto grave - in cui il governo relativamente positivo di Tadić cerca con grande difficoltà una minima stabilità per costituirsi e agire. Cerca di evitare il ritorno sulla scena del tipo di nazionalismo ortodosso di Koštunica, indegno di una società moderna. Sappiamo bene che per tali eventi non ci sono momenti facili. I nazionalisti sono pronti a tutto per giustificare un criminale.

Ripeteranno, Dio sa quante volte, che anche gli altri hanno compiuto crimini sui serbi, come se un crimine potesse essere giustificato da un altro. I seguaci di Milošević, capaci di spostare l'ago sulla bilancia del governo, dovrebbero ricordarsi che anche lo stesso Milošević si giustificava dichiarando che Karadžić e Mladić facevano tante cose a modo loro, di propria iniziativa, e che così facendo lo compromettevano come capo della Serbia e della «serbità».

La Serbia in questa occasione, con tutte le sue difficoltà, ha anche una chance storica: di dimostrare dinanzi all'Europa quanto è matura. O se è più matura degli altri e anche di se stessa.


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