Mesi di grande attività per i servizi segreti romeni: che sventano attacchi terroristici e bloccano crisi cibernetiche. E soprattutto rilasciano tante dichiarazioni alla stampa. Un approfondimento

28/01/2013 -  Mihaela Iordache

Da qualche mese da parte del Servizio Romeno di informazioni (SRI) arrivano notizie che finiscono su tutti i giornali. E che hanno spinto la stampa di Bucarest a scrivere che la Romania sarebbe sempre più nel mirino di organizzazioni terroristiche. Il sistema di spionaggio sembra infatti sentire più che mai il bisogno di segnalare ai cittadini che il pericolo terroristico è alle porte e che gli agenti stanno lavorando alacremente per mantenere l'attenzione alta e il sistema nazionale di allerta terroristica sul colore blu, cioè “cauto”. E su quest'ultimo aspetto nessuno più dubita che gli agenti si stiano dando veramente da fare.

Terroristi?

Alla fine dell’anno scorso, a soli tre giorni dalle elezioni politiche del 9 dicembre, in piena campagna elettorale, il portavoce del Servizio Romeno di Informazioni, Sorin Sava dichiarò che due terroristi affiliati ad Al-Qaeda erano stati espulsi dalla Romania con l’accusa di aver “costituito punti di appoggio sotto coordinamento estero in condizioni di cospirazione”. Secondo Sava i due svolgevano attività preparatorie in vista di un'azione terroristica durante le festività invernali. Come “punizione” i due sarebbero stati espulsi dalla Romania e dichiarati indesiderabili per i prossimi 15 anni.

Non è però per niente chiaro come mai due persone ritenute altamente pericolose e responsabili addirittura dell'organizzazione di attentati terroristici sarebbero state espulse, senza un processo, e per di più in un paese che si ritiene abbia ospitato delle prigioni segrete della CIA per i terroristi destinati ad arrivare a Guantanamo. In passato in prigioni segrete e ora invece un'espulsione?

Il Servizio Romeno di Informazioni si è limitato a comunicare alla stampa che i due, originari del Medio Oriente e affiliati ideologicamente ad Al-Qaeda, sono stati espulsi. Qualche giorno dopo è sceso in campo anche il ministero degli Esteri, secondo il quale “i pachistani Ramzan Muhammad, 30 anni, e Adeel Muhammad, 19, erano entrati in Romania con visti di studio di lunga durata. E che per ragioni di sicurezza nazionale i due sono stati dichiarati, in un'istanza del 5 dicembre scorso, indesiderabili per un periodo di 15 anni”. Secondo la stampa romena i due pachistani studiavano all’Università Lucian Blagadi di Sibiu ed erano arrivati in Romania con borse Erasmus Mundus.

Non sarebbero i soli

Alla luce delle ultime informazioni che arrivano dal paese vicino, pure il quotidiano ungherese Nepszava, poi ripreso dal quotidiano romeno Adevarul ha annunciato che “la Romania è diventata da alcuni anni il bersaglio di alcune organizzazioni terroristiche”. Per i giornalisti ungheresi il motivo non sarebbe legato all’appartenenza del paese alla NATO o all’UE o la partecipazione nelle guerre in Iraq o Afghanistan, ma piuttosto al suo coinvolgimento nel progetto dello scudo antimissile statunitense.

A distanza di qualche giorno, la stampa romena, è ritornata poi sull'argomento ed ha annunciato che il Servizio Romeno di Informazioni avrebbe prevenuto 17 azioni terroristiche tra cui due attentati nel dicembre 2012, uno dei quali doveva avvenire proprio sotto Natale e che ha portato all’espulsione dei due pachistani. Inoltre, ha scritto la stampa di Bucarest, negli ultimi due anni sotto la richiesta espressa del SRI sarebbero state espulsi dalla Romania 60 sospetti.

Dal terrorismo tradizionale agli attacchi cibernetici

I servizi segreti romeni in queste settimane non si stanno occupando solo di terrorismo. Ma anche di attacchi cibernetici, e naturalmente lo comunicano alla stampa. Anche in questo caso è il portavoce del Servizio, Sorin Sava, a parlare di un “ottobre rosso”: lo scorso ottobre infatti sarebbe stato registrato il più aggressivo attacco cibernetico all’indirizzo della Romania degli ultimi 20 anni.

Sava ha spiegato all'agenzia stampa Mediafax che sarebbero state identificate attività svolte da entità cibernetiche ostili che miravano ad accedere alle reti di informazioni di interesse nazionale, per raccogliere informazioni confidenziali sulla politica estera romena, sulle risorse naturali, sulla politica della zona del Mar Nero o di politica economica. Per lo spionaggio romeno le minacce cibernetiche rappresentano ormai una tra le maggiori minacce all’indirizzo della sicurezza nazionale. “Dobbiamo sottolineare che il mondo dello spionaggio è cambiato in modo fondamentale”, ha concluso Sorin Sava. Del resto, si sa, la minaccia cibernetica è da tempo all’attenzione dell’Organizzazione Nord Atlantica. E la Romania non poteva essere meno preoccupata.

007 preoccupati

Solo alla fine delle dichiarazioni di Sorin Sava si scopre che in realtà l'attacco sarebbe stato registrato nel 2011. Ma perché parlarne ora? Sembra evidente la necessità dei Servizi segreti romeni di parlare ora più che in passato delle proprie attività, soprattutto da quando nel dicembre scorso è andato al governo una coalizione tra i social-democratici e i liberali, da sempre avversari del presidente Traian Băsescu, responsabile secondo la Costituzione della nomina dei vertici dei Servizi Segreti, nomine poi ratificate dal parlamento.

E proprio Băsescu è stato spesso accusato in questi anni dai suoi avversari di aver utilizzato i servizi segreti nella lotta politica. Nel 2012 inoltre proprio l'ex capo dei Servizi segreti esteri (SIE), Mihai Razvan Ungureanu è sceso in politica al fianco di Băsescu, dopo le dimissioni di Emil Boc. Ed avrebbe lasciato molti suoi fedelissimi sia nel SIE che nel ministero degli Esteri.

Intanto, secondo il disegno di legge sulla finanziaria 2013 il Servizio Romeno di Informazioni (SRI) riuscirà probabilmente ad avere un budget migliore rispetto all’anno scorso, mentre il Servizio informazioni estere (SIE) potrebbe avere meno soldi a disposizione, nota il giornale Romania Libera. Qualche anno fa la stampa romena pubblicava alcune spese del Servizio delle Informazioni Estere. Tra queste molte medicine tra cui lassativi, prodotti per il diabete o vasoprotettori. Quest’anno le spie romene dovranno forse essere più attente alle spese per la salute...


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