Persone in centro a Chisinau, capitale della Moldavia - © NA.MAT/Shutterstock

Persone in centro a Chisinau, capitale della Moldavia - © NA.MAT/Shutterstock

La Moldavia è un paese sull'orlo dell'estinzione? Dal punto di vista demografico, i dati sono allarmanti. L'esodo rimane una strategia di sopravvivenza di fronte alla povertà, in un circolo vizioso amplificato dall'attuale guerra in Ucraina

08/02/2023 -  Florentin Cassonnet

Il 29 gennaio l'Ufficio di statistica moldavo ha pubblicato il numero reale di abitanti in Moldavia, calcolato secondo una nuova metodologia. Lo studio rivela un dato allarmante: sono solo 2,6 milioni. Secondo il censimento del 1990, in Moldavia vivevano 4.335.360 persone. Si tratta di un impressionante calo demografico, del 40% in 30 anni. Una crisi demografica senza precedenti, superiore a quella degli anni della carestia e delle deportazioni staliniane.

"Non si è mai visto negli ultimi 200 anni: nessuna guerra, carestia o occupazione ha prodotto un tale disastro demografico. Né i turchi né i russi, né i comunisti né i fascisti sono riusciti a creare una tale catastrofe demografica", afferma Vasile Ernu, scrittore romeno nato a Odessa e cresciuto in Moldavia.

L'esodo, l'alta mortalità e il basso tasso di natalità sono le cause di questo declino demografico. "Lo spopolamento si può osservare a occhio nudo a soli 50 km dalla capitale Chișinău, dove si attraversano villaggi deserti con poche finestre illuminate di notte, fattorie fatiscenti, scuole lasciate in rovina, tetti rotti, porte divelte", osserva Vitalie Ciobanu, giornalista moldavo e direttore della rivista letteraria Contrafort.

Dato che dal punto di vista demografico si è in sostanziale equilibrio, è l’emigrazione la causa principale dello spopolamento. In concreto, in media ogni anno 150.000 persone lasciano il paese - soprattutto giovani - e circa 100.000 rientrano - soprattutto persone sopra i 50 anni che hanno accumulato capitale.

L'esodo come strategia di sopravvivenza

Perché le persone se ne vanno? Vitalie Ciobanu parla delle "politiche predatorie" dei vari governi degli ultimi 30 anni, dominate dal cinismo, dalla corruzione, dalla mancanza di una visione a lungo termine e dalla priorità data all'arricchimento personale piuttosto che al bene comune.

Eduard Mihalaș, analista di programmi demografici e di sviluppo presso l'Agenzia delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA), sottolinea la "delusione" dei cittadini nei confronti del loro paese.

Secondo l'economista e sociologa moldava Dorina Roșca, nel 2005 circa il 20% della popolazione attiva aveva scelto di emigrare come "strategia di sopravvivenza". Ancora oggi, la povertà è una delle principali cause dell'esodo e più del 50% delle famiglie rurali dipende dalle rimesse dall'estero.

Ma è anche un fenomeno "naturale" per il Vecchio Continente (e per altre parti del mondo), con la migrazione della manodopera verso aree dove la vita personale e professionale trova condizioni più favorevoli. Questo movimento è stato incoraggiato dalla liberalizzazione del regime dei visti con l'Unione europea nel 2014, nonché da un meccanismo messo in atto dalla Romania, in base al quale i cittadini moldavi che dimostrano di avere un nonno vissuto quando la Moldavia faceva parte della Romania, tra il 1918 e il 1940, possono ottenere il passaporto romeno, e quindi europeo. Si dice che quasi un milione di moldavi abbia ottenuto la cittadinanza romena in questo modo, il che ha facilitato la loro emigrazione.

Proiezioni per il 2040: 1,7 milioni di abitanti

Il settore sanitario è uno dei più colpiti dall'esodo. Non solo negli ospedali regionali, dove vi è una carenza di personale del 30-40% rispetto al necessario, ma anche nei centri medici della capitale Chișinău. La situazione è allarmante ed è sempre più difficile ottenere un appuntamento medico.

La crisi demografica ha colpito duramente anche l'istruzione. L'"ottimizzazione" delle scuole in campagna è già in corso da più di un decennio, dato che i bambini sono sempre meno. Anche il numero di studenti iscritti alle università moldave sta diminuendo drasticamente: da 128.000 nel 2006 a 50.000 nel 2022. Secondo gli studi dell'UNFPA, circa il 15,5% della popolazione intende lasciare il paese nei prossimi tre anni, un terzo dei quali sono giovani.

A questo ritmo, nel 2040 la Moldavia sarà un paese di 1,7 milioni di persone e più della metà dei suoi abitanti avrà più di 50 anni.

Cosa può fare l'attuale governo per rallentare la tendenza? Eduard Mihalaș consiglia di istituire programmi per aiutare coloro che desiderano avere figli. "Senza un raddoppio dei salari non si può fermare la migrazione", aggiunge l'economista Viaceslav Ioniță. Ma "non riusciremo a trattenere le persone in Moldavia solo dando loro dei soldi", osserva Marcel Spatari, ex ministro del Lavoro e della Protezione sociale. "La gente vuole anche servizi pubblici migliori e sicurezza per il proprio futuro, un lavoro stabile e una buona istruzione per i propri figli".

Come si possono realizzare tutti questi investimenti nel contesto attuale? "Il governo di Maia Sandu ha ereditato un paese devastato che sta cercando di ricucire man mano", afferma Vitalie Ciobanu. "Sta cercando di mettere in atto misure per rafforzare l'economia, aumentare i benefici sociali e ripristinare l'ambiente, ma finché la guerra in Ucraina e la crisi energetica continueranno, il governo avrà difficoltà a tenere a galla lo stato. Senza il sostegno di bilancio dei partner occidentali, la Moldavia crollerebbe, andrebbe semplicemente in bancarotta”. Il cerchio demografico moldavo è lungi dall'essere quadrato.


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