Da “La montagna lucente – Gasherbrum – Der leuchtende Berg” di Werner Herzog

Da “La montagna lucente – Gasherbrum – Der leuchtende Berg” di Werner Herzog

Torna il Trento Film Festival con la 72° edizione che porta il sottotitolo di “montagne e culture”. La più antica rassegna dedicata al cinema di montagna, ma anche a libri, incontri e tanto altro, è in programma dal 26 aprile al 5 maggio

15/04/2024 -  Nicola Falcinella

Il Trento Film Festival proporrà un totale di 120 film, suddivisi tra sette sezioni, e 166 eventi. Molti gli ospiti, come l’alpinista sloveno Silvo Karo che racconterà le proprie ascensioni nella serata “Light and fast”, il filosofo Umberto Galimberti, gli scrittori Mauro Corona, Arno Camenisch, Enrico Brizzi, Fosco Terzani ed Erri De Luca, oltre all’attore Alessio Boni che farà una serata di racconti e musica al Teatro Sociale.

Film d’apertura sarà il tunisino “Oura El Jbel – Dietro la montagna” di Ben Attia Mohamed, presentato alla scorsa Mostra di Venezia, mentre in chiusura ci sarà il peruviano “Kinra – Motherland” di Marco Panatonik.

Altro momento importante del Festival la proiezione della versione restaurata del documentario “La montagna lucente – Gasherbrum – Der leuchtende Berg” di Werner Herzog del 1984, con la presenza di Reinhold Messner, protagonista con il compagno di cordata Hans Kammerlander di un film poco noto e molto herzoghiano.

Il concorso internazionale comprende 25 titoli di vari formati, compreso il cortometraggio armeno “Qar” di Arman Ayvazyan parla della guerra nel Nagorno Karabakh. Cinque gli italiani in gara: “Marmolada – Madre roccia” di Matteo Maggi e Cristiana Pecci, “Api” di Luca Ciriello, “Segnali di vita” di Leandro Picarella, “Terra nova, il paese delle ombre lunghe” di Lorenzo Pallotta e “Il Picco della Ventura” di Mattia Tafel.

Ancora due francesi, la fantascienza “Pyramiden” di Damien Faure e “Maurice Baquet, l’accordé” di Gilles Chappaz che omaggi il cinema transalpino degli anni ‘30 e ‘40 attraverso la figura di un violoncellista alpinista, mentre è svizzera l’animazione “Diciassette” di Thomas Horat su una giovane partigiana in missione sul lago Maggiore.

Molto importante è sempre il concorso Alp&Ism” dedicato ai film di alpinismo, tra questi “La traccia di Toni – Toni Gobbi da cittadino a guida alpina” di Antonio Bocola (memorabile il suo “Fame chimica” diretto con Paolo Vari nel 2003).

Riservati alla produzione, sempre in crescita, di Trentino e Alto Adige sono gli Orizzonti vicini: da evidenziare il personalissimo “Across” di Irene Dorigotti, una delle scoperte delle Giornate degli autori veneziane che in queste settimane inizia un tour distributivo per l’Italia; “Bambini di frontiera” di Manu Gerosa (noto per “Between Sisters” e “One More Jump”); “Contadini di confine” di Michele Trentini; “Così è la vita. Endrizzi, le storie dietro la storia” di Katia Bernardi (da ricordare per “Funne”).

Ancora figura il documentario “Souvenir of War” di Georg Zeller sulla Bosnia 25 e più anni dopo la guerra, girato tra Jajce, Srebrenica, Sarajevo e Tuzla, soprattutto seguendo i turisti stranieri, tra traumi non superati e turismo di guerra. A unire i discorsi c’è Adnan, reduce del conflitto disoccupato che cerca lavoro e accompagna visitatori tedeschi al tunnel di Sarajevo.

Nella sezione Anteprime spicca “Gondola”, produzione Georgia / Germania del tedesco Veit Helmer (che già conquistò il pubblico di Trento anni fa con la commedia surreale “Absurdistan”), storia d’amore senza parole, “alla Jacques Tati”, sulle “gondole” di una funivia di montagna.

Completano le anteprime il thriller filosofico “La teoria dell’universale” di Timm Kröger, già in concorso all’ultima Mostra di Venezia, il francese “Soudain seuls” di Thomas Bidegain con Mélanie Thierry e Gilles Lellouche, il thriller psicologico tedesco “Cuckoo” di Tilman Singer e la fiaba nepalese “Snow Leopard”, ultimo film del compianto Pema Tseden.

La sezione Terre alte, quest’anno ampliata nei numeri, comprende il cortometraggio “Ever since, I have been flying” della svizzera-turca Gökmen Aylin.

Confermata la panoramica su un Paese specifico, quest’anno l’Irlanda con Destinazione Irlanda, che prevede la proiezione di 16 titoli legati all’isola di smeraldo, tra corti e lungometraggi, documentari e opere di finzione. Tra queste l’animazione italo-irlandese “Mary e lo spirito di mezzanotte” di Enzo D’Alò, il documentario “North Circular” e “The Quiet Girl” di Colm Bairead. Presente anche Cisco dei Modena City Ramblers che riproporrà i brani di “Riportando tutto a casa”, a 30 anni dall’uscita del disco.

C’è molto da scoprire anche tra le proiezioni speciali, a partire da un caposaldo del cinema di montagna “Der Berg des Schicksals” (1924) opera del pioniere Arnold Fanck. In testa ci sono “Ambin – La Roccia e la Piuma” del piemontese Fredo Valla (noto e più volte premiato come sceneggiatore con Giorgio Diritti) e “Flavio Paolucci. Da Guelmin a Biasca” del ticinese Villi Hermann.

Non ultimo è previsto l’evento speciale in ricordo di Francesco Nuti con la riproposizione di uno dei suoi film più amati, “Tutta colpa del Paradiso” (1985) con Ornella Muti, girato in Valle d’Aosta.


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