A novembre in Croazia si dovrebbe andare a votare per le politiche. Ma la data non è ancora fissata. L'HDZ del premier Sanader è in calo, i Socialdemocratici invece in crescita. Entrambi, in caso di vittoria, non riusciranno a governare da soli

19/09/2007 -  Drago Hedl Osijek

Il leader del maggior partito di opposizione croato, il presidente del Partito Socialdemocratico (SDP) Zoran Milanovic, ha invitato pubblicamente il premier Ivo Sanader a rendere nota la data delle elezioni parlamentari. Durante la scorsa settimana, con la stessa richiesta, si è unita a Milanovic anche la presidentessa del Centro democratico ed ex ministra della Giustizia nel governo Sanader, Vesna Skare-Ozbolt. Aumenta sempre più la pressione dell'opposizione sul premier Sanader per far sì che renda pubblica la data delle elezioni, mentre secondo alcune indiscrezioni Sanader, a causa dei sondaggi che danno il suo partito - l'Unione democratica croata (HDZ) - perdente avrebbe intenzione di procrastinare la data dell'appuntamento elettorale.

Anche se la data delle elezioni non è ancora stata determinata, un mese fa il portavoce del governo aveva annunciato che le elezioni si sarebbero potute tenere il 25 novembre. E dato che mancano solo due mesi, i partiti hanno già iniziato la campagna elettorale, senza tenere conto che la data delle elezioni parlamentari non è ancora stata fissata.

"Tutte le speculazioni sul prolungamento delle elezioni sono infondate", ha annunciato Sanader lunedì 17 settembre, cercando di zittire le obiezioni dell'opposizione. Ma senza annunciare la data delle elezioni, ha detto solo che rimane sulla precedente posizione, ossia che le elezioni si tengono ogni quattro anni nello stesso mese. "Credo che da ciò possiate trarre le vostre conclusioni", ha ribadito Sanader.

"Sicuramente si può far conto sul fatto che le elezioni parlamentari si terranno il 25 novembre", ha dichiarato lo stesso giorno il presidente del parlamento Vladmir Seks annunciando che il Sabor terrà la sua ultima seduta, con questa formazione parlamentare, dal 25 settembre al 12 novembre. Quel giorno il parlamento dovrebbe essere sciolto, mentre il presidente della Repubblica già il giorno successivo potrebbe prendere la decisione sull'indizione delle elezioni. Secondo la Costituzione croata, spetta al presidente della Repubblica indire le elezioni, ma lo fa in base alle proposte del leader del partito principale della maggioranza parlamentare, in questo caso il premier Sanader.

È evidente che chi ha fretta di andare alle elezioni è l'SDP, perché, se si tenessero le elezioni oggi, questo partito ne uscirebbe vincitore. Così prevedono tutti i sondaggi condotti sull'opinione pubblica che misurano l'orientamento degli elettori. La rinomata agenzia Puls, che su commissione della Televisione croata ogni mese conduce ampie indagini sull'opinione pubblica, ha reso noto che in agosto lo scarto a favore dell'SDP rispetto al partito di governo HDZ era addirittura del cinque per cento. Per l'SDP, se si fossero tenute le elezioni in agosto, avrebbero votato il ventinove per cento degli elettori, mentre per l'HDZ il ventiquattro per cento. Trasformato in seggi in parlamento ciò significherebbe che l'SDP avrebbe avuto 56 deputati, mentre l'HDZ 42, su un totale di 152 seggi.

Il nervosismo sulla scena politica croata è in aumento, ed è destinato a crescere dal momento che nessun partito può fare conto sulla possibilità di formare autonomamente il governo. Saranno necessari degli alleati, e la dura battaglia per conquistarli è già iniziata. I risultati dei sondaggi dell'Agenzia Puls dimostrano che la terza forza politica in Croazia è la coalizione pre-elettorale di tre partiti: Partito croato dei contadini (HSS), Partito croato social liberale (HSLS) e il partito regionale dell'Unione costiera di Gorski Kotor (PGS). Questi sono appoggiati dal nove per cento degli elettori, equivalente a 14 seggi al Sabor. Un numero rispettabile di deputati, di sicuro interesse sia per l'SDP che per l'HDZ. Ma il problema è che per adesso questa coalizione pre-elettorale di tre partiti non desidera dichiarare con chi si alleerà dopo le elezioni.

Josip Friscic, presidente dell'HSS, il più forte partito di questa coalizione pre-elettorale, dice che "non affermerà che sono molti distanti dal HDZ o dal SDP", ma che deciderà dopo le elezioni di entrare in coalizione con uno di questi due partiti, quando dagli elettori avranno la conferma del loro programma elettorale. "Allora decideremo sulla coalizione e costruiremo il nostro programma con un accordo di coalizione", ha precisato Friscic.

Che tanto l'HDZ che l'SDP stiano facendo conto sui tre partiti si nota dalle informazioni che provengono dal versante del premier e presidente dell'HDZ, Ivo Sanader, ma anche da quello del leader dell'opposizione, il presidente dell'SDP Zoran Milanovic. Il primo ha avuto un incontro coi leader dell'alleanza tra HSS-HSLS-PGS durante il quale si è parlato della possibilità di un'alleanza post elettorale, mentre Milanovic ha invitato pubblicamente questi tre partiti ad entrare in coalizione con l'SDP.

Coi 14 seggi possibili di questa coalizione e i 56 seggi propri - supponendo che si confermino i dati del pronostico fatto nei sondaggi - l'SDP formerebbe facilmente il nuovo governo. In quel caso gli servirebbero solo altri sette deputati, e molto probabilmente non sarebbe un gran problema. L'alleato naturale dell'SDP è il Partito popolare croato (HNS), un partito di centro-sinistra, ma il problema sta nel fatto che supera appena lo sbarramento elettorale, che in Croazia è del cinque percento. Ma l'SDP - se vincerà le elezioni - può sempre contare anche sui deputati delle minoranze nazionali e sui deputati del Partito croato dei pensionati (HSU), che di regola si uniscono ai vincitori.

L'HDZ, però, molto probabilmente può contare sulla possibilità di una coalizione con il Partito croato dei diritti (HSP), partito parlamentare di estrema destra. Questo partito è conosciuto per il suo flirtare con il movimento ustascia, filonazista, durante la Seconda guerra mondiale, e in passato i suoi leader hanno rilasciato dichiarazioni estremiste contro le minoranze nazionali, in particolare quelle serbe. L'HSP, secondo i sondaggi, potrebbe ottenere circa l'otto per cento di voti. Ma per Sanader l'HSP non è certo un buon partner. Il presidente Stjepan Mesic di recente ha dichiarato che non vorrebbe che l'HSP facesse parte del nuovo governo, proprio per le posizioni di questo partito, che egli considera contrarie ai basilari valori democratici.

Quando nel 2003 l'attuale premier Ivo Sanader tentò di formare il nuovo governo, fece i conti anche sull'HSP. Ma sotto la pressione dell'opinione pubblica internazionale - che aveva avvisato della vicinanza dell'HSP all'ideologia ustascia - Sanader rinunciò. Per poter formare il governo, Sanader all'epoca dovette concedere parecchio al Partito croato dei pensionati e ai deputati delle minoranze nazionali, che nell'attuale governo sono suoi alleati.


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