Un intervento di Claudio Bazzocchi sul rapporto tra modello di sicurezza dell'occidente e ruolo delle ong. La "povertà" ha ragioni strutturali, non può essere oscurata dallo spirito umanitario.

28/11/2002 -  Anonymous User

Institute for Politics and International Studies (POLIS). The University of Leeds

Il nuovo modello di sicurezza delle potenze occidentali è imperniato sul cambiamento della mentalità delle popolazioni delle aree instabili. Tale modello depoliticizza l'intervento di cooperazione e oscura le cause strutturali della povertà.
L'approfondimento di Claudio Bazzocchi riflette, sulla scia degli importanti studi di Mark Duffield e Joanna Macrae, sul nuovo modello di sicurezza adottato dai paesi occidentali tramite la politicizzazione dell'aiuto umanitario di emergenza e di sviluppo a partire dalla fine degli anni Ottanta.
L'instabilità nelle regioni ai margini dell'area ricca del pianeta cresce dalla fine della guerra fredda con l'emergere delle cosiddette nuove guerre. Gli stati nelle aree marginali non vengono più considerati dalle potenze occidentali come sovrani, come nel periodo della guerra fredda, ma dei corpi sociali all'interno dei quali riformare le mentalità e i comportamenti di chi li abiti al fine di ottenere un habitat stabile caratterizzato dai valori occidentali di democrazia, tolleranza e libero mercato.
Questa riforma delle mentalità e dei comportamenti si ottiene dispiegando il sistema dell'aiuto umanitario che va dall'elemento militare a quello civile delle ONG, passando per le agenzie delle Nazioni Unite ed il coinvolgimento diretto anche delle multinazionali. Tale sistema occidentale dell'aiuto umanitario è caratterizzato così da un sempre più marcato ruolo di attori non statali, che hanno il compito di imporre in modo cooperativo e ideologico il sistema di valori occidentale, tramite le politiche di emergenza e di cooperazione che oggi vanno tutte sotto il nome di development, sviluppo, dal momento che il sistema umanitario teorizza da almeno dieci anni il continuum relief-development.
Questo modello di sicurezza ottiene il risultato fondamentale di depoliticizzare le grandi questioni dello sviluppo e delle cause della povertà che fino agli anni Ottanta aveva caratterizzato l'attività delle ONG e dei grandi movimenti progressisti, compreso il blocco dei paesi non allineati. Ora l'instabilità e la povertà sono viste solo in termini di cattivi comportamenti, avidità di pochi e riconosciuti dittatori, eredità dei sistemi comunisti che hanno inculcato una mentalità assistenzialista nelle popolazioni, e quindi inattitudine a vivere nei sistemi democratici e di mercato. Questa depoliticizzazione, ammantata di valori apparentemente liberal - promozione della società civile, dei diritti umani e della parità di genere, per citarne solo alcuni - diminuisce, se non annulla, il potenziale di denuncia e critica sociale che aveva caratterizzato per anni le ONG e in sostanza lascia senza difese i poveri del pianeta.Anche il dibattito italiano sull'art. 11 della Costituzione ha a che fare con il cambiamento del modello di sicurezza, tanto che quell'articolo della Costituzione viene visto, a destra come a sinistra, un ostacolo sulla via del suo totale dispiegamento.
Scarica l'articolo intero in formato .pdf .


Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!