negazione all'apartenenza

Ottimo lavoro.
Avrei dei dubbi sulla risposta non etnica e immediatamente antropologica su una persecuzione di netto stampo etnico, di appartenere cioè ad una razza piuttosto che ad un altra. Dire che a Jasenovac ci sono stati anche croati antifascisti ecome dire che ad Aushwitz ci sono stati anche dei tedeschi che si opponevano al nazismo. E c'erano. Ma Auschwitz è il luogo di sterminio prevalentemente degli ebrei. Ovvio che devono essere nominati e giustamente commemorati i zingari, omosessuali, slavi e tutti quelli che vi trovarono la morte. Ma negare quel primo passo, cioè, il diritto ai serbi di piangere il loro olocausto senza paventarlo come un trofeo (come anche gli ebrei e i musulmani di Bosnia), mi sembra pericoloso e parziale, facendo subito invece questo salto "antropologico". Proprio per questo motivo i nazionalismo sono esplosi negli anni 90. Perchè si è sempre negata l'appartenenza etnica nel nome del uomo jugoslavo. Doveva avvenire dal basso, col tempo, oppure un po' e un po', ma non negando i localismi. Si può dire che nella WWII l'intera popolazione serba di Kozara fu sterminata e portata a Jasenovac o no? Si può dire che negli anni 90 furono sterminati quelli che serbi non erano? Dove è il problema nel dire la verità? La manipolazione viene dopo e questo è il rischio che si corre. Nel nome della paura allora noi dobbiamo manipolare anche la verità?