Sira Miori 27 gennaio 2021

Il Premio per la traduzione della letteratura serba per il 2020 del Centro PEN di Belgrado è stato conferito a Luca Vaglio, ricercatore italiano di Lingue e Letterature slave meridionali presso il Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza

Lo ha deciso all'unanimità il Consiglio di Amministrazione del Centro P.E.N. Serbo , presieduto dalla scrittrice Vida Ognjenović, già ambasciatrice di Serbia e Montenegro in Norvegia e Danimarca, con una motivazione che prende in considerazione sia "la dedizione e la continuità" con cui Luca Vaglio ha affrontato il lavoro di traduzione negli ultimi anni, sia "la qualità dei testi da lui scelti", poiché ha tradotto le opere di classici moderni della letteratura serba.

Luca Vaglio ha conseguito la laurea in lingue e letterature straniere e il dottorato in Filologia e Letterature comparate dell’Europa Centro-orientale all’Università degli Studi di Roma «La Sapienza», dove ha cominciato a svolgere la sua attività di ricerca nel campo delle lingue e letterature slave meridionali, con particolare attenzione ai rapporti linguistici e letterari con l’Italia e studiando i fenomeni linguistici e letterari slavi meridionali (serbi, croati, bosniaci, montenegrini) correlati al contesto europeo.

Le sue ricerche hanno poi proseguito toccando diversi ambiti di studio, come la poetica, la tipologia e i temi del romanzo e del racconto, l’autobiografia in quanto peculiare forma del narrare, il sonetto (e in particolare la genesi del sonetto in area serba e le versioni serbe dei sonetti di Petrarca), gli italianismi nell’area slava meridionale, la storia della traduzione letteraria.

Nel 2010 ha compiuto un periodo di studio post-dottorato presso l’Università di Belgrado come borsista del Progetto Basileus, finanziato dalla Commissione europea.

Dal 2014 al 2019 ha insegnato all’Università di Kragujevac (Serbia centrale) come professore associato incaricato degli insegnamenti di teoria e storia della traduzione e di traduzione dall’italiano al serbo e dal serbo all’italiano, presso la Facoltà di Filologia e Arti. A Kragujevac nel 2014 è stato infatti ufficialmente avviato, in stretta collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura a Belgrado, il Dipartimento di Italianistica, il secondo in Serbia, ottantadue anni dopo quello dell'Università di Belgrado. In quello stesso anno accademico, venne istituito e accreditato anche il corso di laurea in Lingua e Letteratura Italiana, con la creazione di un fondo di biblioteca di italianistica, a cura dell'Istituto Italiano di Cultura.

Durante quel periodo Luca Vaglio ha altresì tenuto un corso di Lingua Italiana alla Facoltà di Scienze Ingegneristiche, sempre molto affollato, visto il forte interesse dei futuri ingegneri serbi verso l’apprendimento della lingua italiana, strumento preferenziale per accedere al centro di produzione FIAT – FCA di Kragujevac.

Luca Vaglio si dedica alla traduzione letteraria sin dai tempi degli studi universitari. Il primo risultato concreto di questo interesse si ha quando rende in italiano, per la prima volta, il racconto-saggio Conversazione con Goya di Ivo Andrić, versione apparsa nel 1999 sulla rivista «I nipoti di Rameau». Da allora ha tradotto, dalle lingue slave meridionali all’italiano, saggi e testi di vario tipo, compreso il volume dei Romanismi lessicali in Montenegro. Budua e Pastrovici. La parte sud-orientale delle Bocche di Cattaro (Roma 2009) di Vesna Lipovac-Radulović.

Partecipa con relazioni a vari convegni di studio e tavole rotonde internazionali. È membro della redazione di «Ricerche slavistiche» (Roma) e di «Liceum» (Kragujevac), e socio dell’Associazione Italiana degli Slavisti e della Société de Linguistique Romane.

Le traduzioni per cui è stato premiato dal Centro P.E.N. Serbo sono cinque: i Racconti francescani (Castelvecchi, Roma 2017) di Ivo Andrić, che rientrano in un filone tematico fondamentale dell’unico premio Nobel per la letteratura dei paesi slavi del Sud e comprendono alcuni dei suoi testi più belli e ispirati; il romanzo Pellegrini del cielo e della terra (Elliot, Roma 2016) di Filip David, tra le opere capitali della narrativa contemporanea serba, il cui autore appartiene alla generazione e alla cerchia di amici di Danilo Kiš; il romanzo breve Diario di un reduce (Elliot, Roma 2019) di Miloš Crnjanski, capolavoro e vero e proprio classico del modernismo letterario serbo e slavo meridionale che raffigura lo straniamento dell’individuo conseguente alla Prima Guerra Mondiale; il romanzo breve Sul lago (Castelvecchi, Roma 2016), ambientato in Italia, sul Lago Trasimeno, e nato dalla rielaborazione di un’esperienza personale, testo che si segnala anche come l’unica traduzione italiana finora realizzata di un’opera dello scrittore modernista Rastko Petrović; l’edizione rivista e integrata delle Primavere di Ivan Galeb (Elliot, Roma 2016), raffinato e intenso capolavoro tardo-modernista di Vladan Desnica, uno dei maggiori narratori slavi meridionali della seconda metà del Novecento.

Oltre a essere opere di grande rilievo scritte da autori che si collocano al vertice della produzione letteraria, i testi tradotti hanno una spiccata vocazione europea, per la fattura, per i temi presentati, per i vari rimandi espliciti ed impliciti a filoni maestri della narrativa europea, per la formazione intellettuale dei rispettivi autori. Basti ricordare, per esempio, che il Diario di Crnjanski e le Primavere di Desnica mettono a frutto in modo originale le lezioni del romanzo di tipo flaubertiano, proustiano e sterniano, o ancora che i Racconti francescani sono una peculiare configurazione del tema francescano nella letteratura internazionale. Vaglio è autore della monografia Le stagioni del romanzo di Vladan Desnica. Genesi, forme, poetica, di recentissima pubblicazione per i tipi dell’editore Il Calamo (Roma 2020).

Da docente e da traduttore Luca Vaglio si è dedicato anche alla traduzione di testi letterari italiani in serbo. In questo ambito sta coadiuvando la traduttrice Sanela Mušija nell’ardua e stimolante impresa di rendere in serbo due dei maggiori romanzi di Vincenzo Consolo, Retablo e Il sorriso dell’ignoto marinaio, opere di grande e riconosciuta bellezza, ma estremamente difficili da tradurre in qualunque lingua, per la frequente presenza di espressioni in italiano antico e siciliano, con una pluralità di toni e di registri linguistici.

Le traduzioni letterarie realizzate da Luca Vaglio erano già state in precedenza segnalate all’attenzione della critica letteraria e dei media serbi e italiani. Infatti, grazie a quattro di esse (quelle dei testi di Ivo Andrić, di Rastko Petrović, di Vladan Desnica e di Filip David), il gruppo editoriale Lit di Roma, cui appartengono gli editori Elliot e Castelvecchi, è stato insignito, nel 2018, del prestigioso Premio Dositej Obradović, intitolato al maggiore scrittore e pensatore illuminista serbo e conferito ogni anno, a partire dal 2007, dalla Fondazione Dositej Obradović, dalla Fiera Internazionale del Libro di Belgrado e dal Ministero della Cultura e dell’Informazione della Repubblica di Serbia, a un editore straniero che si è distinto per la traduzione di opere letterarie serbe, con una cerimonia di consegna che si svolge annualmente durante la Fiera Internazionale del Libro di Belgrado.

Quello conferito dal Centro P.E.N. Serbo è un premio prestigioso nel paese balcanico e nei paesi dell’ex Jugoslavia. Dal 1965 viene assegnato ai migliori e più importanti traduttori letterari dalla lingua serba. È interessante ricordare che negli ultimi anni è la seconda volta che il premio viene conferito a un traduttore italiano: nel 2014 è stata infatti premiata Alice Parmeggiani, slavista, già docente delle università di Udine e di Trieste, alla quale si devono le versioni in lingua italiana, belle e puntuali, di numerosi autori serbi e slavi meridionali, dai grandi del Novecento come Ivo Andrić e Aleksandar Tišma, fino ad autori contemporanei, tra cui David Albahari, Dragan Velikić e Jelena Lengold.

Sira Miori, già direttrice dell'Istituto Italiano di Cultura in Belgrado, Coordinatrice d'area geografica, Consigliere d'Ambasciata per gli Affari culturali