Aja. Una manifestazione davanti alla sede del Tribunale internazionale per i crimini di guerra in ex Jugoslavia (© jan kranendonk/Shutterstock)

Aja. Una manifestazione davanti alla sede del Tribunale internazionale per i crimini di guerra in ex Jugoslavia (© jan kranendonk/Shutterstock)

In questa tesi di master si mette a confronto l'impatto, in Germania dell'Ovest e Bosnia Erzegovina, rispettivamente del Processo di Norimberga (IMT) e del Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia (ICTY)

29/10/2020 -  Federica Woelk

Il lavoro analizza il ruolo dei processi internazionali per la giustizia di transizione e la riconciliazione dopo un conflitto. Esamina l’impatto del processo di Norimberga (IMT) nella Germania dell’Ovest dopo la Seconda guerra mondiale e l’impatto del TPIJ in Bosnia ed Erzegovina dopo la guerra del 1992-1995. Più specificamente, considera i processi contro Hermann Göring e Radovan Karadžić come casi di studio, in quanto entrambi erano leader politicamente rilevanti durante i rispettivi conflitti e entrambi accusati di gravi crimini, tra cui il genocidio. Oltretutto, questi due leader hanno molti tratti in comune: anche questo aspetto è analizzato nella tesi.

Il paragone è considerato determinante per il tema, in quanto solleva difficili questioni di senso di colpa individuale e di responsabilità collettiva. Mentre i processi non sono sempre stati visti come necessari per una rielaborazione del passato, l'istituzione e il lavoro dell'IMT ha certamente contribuito ad innescare un dibattito più ampio nella Germania occidentale, anche se si tratta di un fenomeno di lunga durata. Diversi passi sono stati fatti dopo Norimberga per riuscire ad accettare la responsabilità della guerra e ad affrontare finalmente un lavoro sulla memoria che prima sembrava impossibile. Si possono individuare diverse fasi, rapportabili a diversi decenni: negli anni ’60 si fa strada il primo tentativo dopo Norimberga di scardinare convinzioni sbagliate sul Terzo Reich; negli anni ’70 (dopo il movimento del ’68) prendono piede le proteste contro la mancanza di informazioni e di memoria dei genitori, mentre negli anni ’80 ha luogo il famoso “Historikerstreit” e negli anni ’90, centrale, avviene la riunificazione tedesca che ha riportato al centro del discorso il tema della memoria e di come ricordare il difficile passato (la Germania dell’Est ha fatto i conti con il proprio passato in modo del tutto differente dalla Germania dell’Ovest).

La questione principale della tesi è se gli elementi di questo processo, iniziato con l'IMT e il suo contributo specifico al confronto della Germania con il suo passato, possano essere applicati anche al TPIJ e alla Bosnia Erzegovina. La differenza principale per quanto riguarda la Bosnia ed Erzegovina sono le divisioni in tre gruppi etnici (serbo, bosgnacco e croato) e le loro rispettive narrative e identità concorrenti, che ancora oggi si affrontano e non riescono ad avere un terreno comune basato sui fatti concreti accaduti. In realtà, l'effettiva riconciliazione non è nemmeno seriamente iniziata, poiché non esiste una visione unitaria della guerra, delle sue origini, dei crimini di guerra e delle azioni genocide, nonostante l'impressionante lavoro svolto del TPIJ. Attraverso la lente del processo Karadžić (rispetto a quello contro Göring) la tesi analizza l'impatto dei tribunali internazionali sulla percezione della popolazione e il loro contributo al più ampio processo di riconciliazione e al confronto con il passato.

Dopo una revisione della letteratura che esplora i principali concetti teorici relativi all'argomento, mettendo un focus sulla riconciliazione e sulla giustizia di transizione, i due processi sono analizzati e discussi in capitoli separati (in particolare per quanto riguarda la strategia di difesa di Göring e Karadžić ma anche le loro personalità), prima di esplorare le fasi del processo Vergangenheitsbewältigung nella Germania occidentale e di approfondire la questione delle narrative e dei ricordi in competizione in BiH e il loro impatto sulla riconciliazione.

Il risultato principale del lavoro è che l'elaborazione giudiziaria non è certamente sufficiente per superare il passato, sebbene sia importante per iniziare un tale processo: sono necessari un impegno reale dell'intera società e strumenti aggiuntivi, oltre a una distinzione netta tra riconciliazione individuale e collettiva - e per questo motivo in BiH la situazione sembra ancora piuttosto bloccata. Potrà sbloccarsi solo se ci sarà un impegno maggiore da parte degli stati coinvolti (Serbia, Croazia e Bosnia Erzegovina stessa) a lavorare per una memoria comune e condivisa. Impegno che al momento purtroppo sembra essere ancora lontano e insufficiente.


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