E' il paese più grande e quello più popoloso dei Balcani occidentali. Con gli anni bui di Slobodan Milošević finalmente alle spalle, la Serbia ora guarda sempre più all'Europa. Per saperne di più naviga questo fotoracconto
La Serbia confina a nord con l'Ungheria, a nord-ovest con la Croazia, a ovest con la Bosnia Erzegovina e con il Montenegro, a sud con il Kosovo e con la Macedonia e a est con la Romania e la Bulgaria. La sua capitale è Belgrado (1.659.440 gli abitanti). Tra le città più importanti vanno segnalate Novi Sad (341.625 abitanti, nella regione autonoma della Vojvodina), Niš (260.237) e Kragujevac (179.417). La moneta ufficiale è il Dinaro serbo.Nell'immagine: la carta geografica della Serbia / Shutterstock.comIl territorio della Serbia è pianeggiante e attraversato da numerose vie fluviali nella sua zona settentrionale, è collinare in quella centrale e montagnoso in quella meridionale dove spicca il massiccio del Kopaonik. Il Danubio attraversa maestoso il paese da ovest a est e in esso confluiscono numerosi affluenti tra cui la Sava che lo abbraccia davanti alla fortezza di Kalemegdan a Belgrado. Il clima è tipicamente continentale.Nella foto: La confluenza della Sava nel Danubio / Shutterstock.comLa popolazione della Serbia è di 7.186.862 abitanti secondo il censimento del 2011. La maggioranza appartiene alla comunità serba 83.3%; la minoranza più consistente è quella degli ungheresi che costituiscono il 3.5% della popolazione, ci sono poi minoranze albanesi nelle regioni meridionali, e nel resto del paese comunità bosgnacche, rom, croate, slovacche, bulgare, montenegrine, macedoni, valacche, romene e tedesche. La lingua ufficiale è il serbo e vengono utilizzati due alfabeti, quello latino ed il cirillico.Nella foto: Belgrado / Silvia LonghiL'attuale Serbia, ad eccezione della Vojvodina, vide per secoli la dominazione ottomana, poi ridimensionata durante l'800 e terminata con le Guerre balcaniche (1912–13). Dopo la Prima guerra mondiale fu tra i fondatori della Jugoslavia. Durante la Seconda guerra mondiale venne invasa dalle forze dell'Asse e ridotta a stato fantoccio sotto controllo tedesco. Il paese venne liberato dai partigiani guidati dal Maresciallo Tito che ricostituì la Jugoslavia adottando un sistema socialista. Allontanandosi dal modello sovietico, il paese introdusse un forte decentramento politico, liberalizzazioni in campo economico e, sul piano internazionale, si guadagnò uno spazio autonomo tra i due blocchi durante la Guerra Fredda.Nella foto: fiera dell'automobile, Belgrado, 1971Mentre in tutta l'Europa dell'est cadevano i regimi socialisti, sotto il controllo del dirigente comunista Slobodan Milošević, la Serbia è tra i protagonisti dell'ondata di nazionalismo che lacera la Federazione Jugoslava in crisi. Il paese è coinvolto direttamente nelle guerre in Slovenia, Croazia e Bosnia Erzegovina e questo viene isolato da un embargo internazionale. Nello stesso periodo, la Serbia attua una dura repressione nei confronti della minoranza albanese. Nel 1999, subisce i bombardamenti della NATO intervenuta per risolvere il conflitto etnico e finisce per perdere il controllo del Kosovo.Nella foto: le proteste contro il regime di Milošević guidate dal movimento Otpor / OtporNel 2000, manifestazioni pacifiche ottengono la destituzione di Milošević, consegnato al Tribunale penale internazionale per i crimini commessi nella ex-Jugoslavia l'anno successivo. Inizia il riavvicinamento della Serbia alle democrazie europee anche se il percorso per le riforme è segnato dalla pesante eredità delle guerre. Uno dei protagonisti della transizione, il primo ministro Zoran Đinđić viene assassinato nel marzo 2003 da persone vicine al crimine organizzato. Finalmente, dopo un decennio di sforzi, la Serbia ottiene nel marzo del 2012 lo status di paese candidato all'ingresso nell'Unione europea.Nella foto: in centro a Belgrado / Daniele DainelliNelle zone rurali di tutti i Balcani occidentali, la fine di settembre è il periodo dell'anno in cui si prepara l'ajvar, una particolare conserva a base di peperoni, melanzane, cipolle, peperoncini e aglio. La sua preparazione comporta una lunga cottura in forno e una successiva lenta fase di raffreddamento che permette di rimuovere manualmente i semi e le bucce. Nel cuore della Serbia, a Leskovac, città rinomata per la qualità delle sue carni, tradizionalmente si prepara una particolare variante dell'ajvar solo a base di peperoni, olio, aceto e aglio:una salsa che si abbina alla perfezione con le carni alla griglia. Oggi solo pochi produttori rispettano l'antica ricetta ma il risultato è fenomenale!.Nella foto: a Leskovac / Francesco MartinoA Kraljevo, sud della Serbia, vi è un percorso tra zone termali, monasteri e vecchie locande denominato Put vode, la via dell'acqua. E' qui che si può visitare il villaggio di Lopatnica, una placida comunità montana che prende il nome dal fiume che l'attraversa. Le poche case si allineano lungo il corso d'acqua, piccoli mulini si alternano a spiagge incantevoli, donando a Lopatnica un aspetto da fiaba. Tutto intorno i boschi di conifere e di betulle si alternano ad ampi pascoli. Vi sono inoltre diverse sorgenti termominerali (zolfo, litio e magnesio) e alcuni abitanti le hanno proprio nei giardini di casa, dove si sono costruiti piscine che arrivano a 26° centigradi.Nella foto: paesaggio montano in Serbia / Shutterstock.com