5 dicembre 2017

di Ivo Andrić
casa editrice: Castelvecchi
collana: Narrativa
anno di pubblicazione: 2017
pagine: 192
prezzo: 17,50 euro
Traduzione e cura di Luca Vaglio

Tra il 1923 e il 1954 Ivo Andrić ha dato alle stampe dieci racconti incentrati sulle vicende di personaggi francescani della Bosnia e ambientati nei secoli XVIII e XIX, ossia durante la dominazione ottomana. Tali testi sono nati dall’incontro della fervida e originale fantasia dell’autore con una serie di importanti e interessanti fonti storiche (in primo luogo le cronache francescane bosniache) e con le figure di frati realmente vissuti, che Andrić poté conoscere di persona o di cui sentì parlare da testimoni diretti. Si distinguono in particolare due cicli, quello di fra Marko e quello di fra Petar (ognuno composto di quattro testi), ai quali si aggiungono due racconti (La disavventura e La prova) che ampliano in maniera significativa il microcosmo raffigurato. Questi dieci testi magistralmente composti presentano alcuni dei temi più cari ad Andrić (il passato della Bosnia e l’epoca ottomana, l’incontro tra Oriente e Occidente, la lotta tra bene e male, la riflessione sulla complessità della natura umana, l’arte e il piacere del narrare) e ospitano una vasta gamma di sentimenti e di modalità espressive, tra cui un riso che in alcuni casi fa da contraltare alla dura realtà o alla tragicità di altri racconti. Al lettore viene presentato anche il saggio biografico su san Francesco d’Assisi, preziosa testimonianza del profondo interesse di Andrić per il fondatore dell’Ordine e per la cultura e la storia italiane, oltre che testo in cui emergono alcuni dei concetti chiave della poetica andriciana (come storia, leggenda e il loro rapporto reciproco).

Ivo Andrić (Travnik, 1892 – Belgrado, 1975) è nato e cresciuto in Bosnia, tra le due guerre mondiali ha prestato servizio nella diplomazia del Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni, poi denominato Regno di Jugoslavia; in seguito si è stabilito definitivamente a Belgrado, sua città di adozione, svolgendo alcune funzioni pubbliche e poi ritirandosi a vita privata. La sua attività letteraria, cominciata nel 1911, è incentrata sulla prosa narrativa, ma Andrić è anche autore di poesie, di prose liriche e meditative, di saggi e di articoli. È divenuto famoso grazie ai due romanzi-cronache del 1945, La cronaca di Travnik e Il ponte sulla Drina, e ad alcuni racconti sul passato della Bosnia. Nel 1961 è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura, unico fra gli scrittori slavi meridionali.