13 marzo 2018

di Diego Zandel
casa editrice: Novecento editore
collana: Entroterra
anno di pubblicazione: 2018
pagine: 252
prezzo: 16,50 euro

Tra l'Adriatico e il Mar Nero si estendono i Balcani. Non proprio lontano da noi. Eppure i Paesi che li compongono ci sono quasi sconosciuti, nell'intimo dei suoi tanti popoli, nella loro storia, nella loro letteratura. Si nutre, piuttosto, nei loro confronti una sorta di pregiudizio, che possa trattarsi di gente selvaggia, pericolosa. Le guerre nella ex Jugoslavia degli anni Novanta, l'eco delle atrocità commesse, l'odio che i popoli tra essi hanno espresso attraverso le armi e le cronache della ferocia (l'assedio di Sarajevo, il genocidio di Srebrenica, la lunga battaglia di Vukovar, i tanti crimini di guerra) sembravano confermarlo. E, precedentemente, la presenza di certe dittature particolarmente rigide e chiuse come quella di Enver Hoxha in Albania o di Nicolae Ceausescu in Romania con il lascito, alla loro caduta, di migranti che, arrivati in occidente, sono stati identificati nello stereotipo di delinquenti, ha finito col dare dei Balcani, di quei paesi e di quelle genti, un'immagine non proprio rassicurante. Ma tutti noi sappiamo che la realtà ha molte sfaccettature e che quella che più emerge non significa che sia l'unica.
E lo si scopre solo conoscendo nel profondo quella realtà in tutte, appunto, le sue sfaccettature. Questo libro rappresenta una chiave di conoscenza. Lo fa attraverso la lettura degli scrittori che con i loro libri esprimono quel mondo nel profondo, così come solo la letteratura sa e può fare.