Prospettive per la politica estera dell'Italia nei Balcani occidentali

Seminario di presentazione del lavoro di ricerca CeSPI-ISTRID

Fin dagli anni ’90, a seguito della dissoluzione della Jugoslavia e del conflitto civile e militare, l’Italia è stata coinvolta profondamente nei rapporti con i Balcani occidentali. La politica estera italiana ha avuto un ruolo importante nel contribuire al dispiegamento dell’iniziativa della comunità internazionale e dell’Unione europea nell'area. Si sono susseguite iniziative di carattere umanitario, l’appoggio all'intervento della Nato in Kosovo, e infine una nuova fase rivolta allo sviluppo di relazioni economiche e istituzionali nel quadro del processo di allargamento dell’UE.
Il lancio dell’Iniziativa Adriatico-Ionica (IAI) a livello politico-diplomatico nel 2000 e la legge 84 del 2001 hanno sancito il passaggio dalla fase dell’emergenza a quella dello sviluppo di una politica estera, di cooperazione e internazionalizzazione, tesa a favorire il processo di integrazione dei
diversi paesi balcanici nell'Unione europea, in modo da garantire stabilità e crescita a tutta l’area.
Sebbene dal 2005 si riscontri una progressiva riduzione dell’impegno italiano diretto, dovuta ai vincoli di bilancio e alla crescita di alcune economie della regione, si registra però un maggiore coordinamento e integrazione con le attività e le risorse dell’Unione europea nell'area, in particolare
con lo strumento di Pre-Adesione (IPA).
Contemporaneamente sono cresciute le relazioni “dal basso”, a livello di aziende, autorità locali, università, camere di commercio, organismi della società civile, cooperativismo sociale. Ciò ha portato l’Italia a diventare, assieme alla Germania, il primo partner economico per i paesi dell’area balcanica. Sono state costituite reti e piattaforme di cooperazione; vi sono forti interessi di investimento nelle infrastrutture energetiche; si sono moltiplicati i progetti di cooperazione territoriale, in particolare i progetti di cooperazione transfrontaliera sostenuti dal programma IPA dell’UE.

In questo contesto nel 2011 è stata proposta al Consiglio europeo la costruzione di una strategia per la Macroregione Adriatico-ionica, sulla scia di quella Baltica e quella Danubiana. Tale strategia dell’UE può infatti rappresentare uno strumento rilevante per mettere in sinergia risorse sempre più scarse a tutti i livelli, in un piano integrato focalizzato su alcune priorità comuni. Il Ministero degli Affari Esteri italiano si è speso molto per questa iniziativa, raccogliendo il consenso di tutti i paesi dell’area. Si è così giunti, nel Consiglio europeo del dicembre 2012, alla decisione di approntare la strategia macroregionale per il 2014, quando all’Italia spetterà il semestre di Presidenza dell’Unione.

Questo processo si scontra però con la crisi europea che ha portato ad una maggiore introversione politica, all’'”affaticamento” del processo di allargamento europeo, ad una riduzione dell’incentivo all'integrazione dei paesi dei Balcani occidentali, anche se la recente adesione della Croazia segna un passaggio positivo.
Il semestre italiano di presidenza rappresenta un importante momento politico e diplomatico per tracciare un bilancio sul “dove vanno i Balcani”, in particolare in un anno che vede cadere importanti ricorrenze storiche, come il secolo dell’anniversario dell’attentato di Sarajevo. A dieci anni dalle promesse fatte a Salonicco ai paesi della regione ed in preparazione del semestre italiano di presidenza, un dibattito aperto e condiviso sull'andamento del processo di integrazione e sulle sfide future può rappresentare un contributo di idee alla politica estera italiana.
In questo quadro è importante chiedersi che ruolo può giocare la strategia della Macroregione Adriatico-ionica nella politica estera italiana; quali ne siano i limiti e le opportunità, e quali quindi le raccomandazioni per il semestre della presidenza italiana dell’UE.

PROGRAMMA

14:45 Apertura
Cons. Fernando Pallini Oneto, Ministero Affari Esteri

15:00 Presentazione del lavoro di ricerca di Andrea Stocchiero (CeSPI) e Paolo Quercia (ISTRID)

16:00 Discussant
- Luisa Chiodi, Direttrice scientifica Osservatorio Balcani e Caucaso
- Alfredo Mantica, già Senatore e Sottosegretario agli Affari Esteri

16:30 Dibattito

17:30 Conclusioni
Marta Dassù, Vice Ministro per gli Affari Esteri

 

INFO
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