Dieci prugne ai fascisti

Incontro inserito nella rassegna "MEMORIA BREVE: pratiche che non si insegnano" con Elvira Mujčić, autrice bosniaco-erzegovese e italiana, trasferitasi da Srerebica in Italia nel 1992, durante la guerra

Elvira Mujčić è nata nel 1980 a Loznica, una località serba. Trasferitasi a Srebrenica, in Bosnia, vi ha vissuto fino all'inizio della guerra, nel 1992, di cui quest’anno ricorre il trentennale. Risiede in Italia da più di vent'anni e lavora come scrittrice e traduttrice letteraria. Nel 2007 ha firmato Al di là del caos. Cosa rimane dopo Srebrenica, un diario di viaggio che è un urlo contro l'orrore di un efferato genocidio della storia recente, consumatosi l'11 luglio 1995. Il romanzo E se Fuad avesse avuto la dinamite? (2009) è invece la storia di Zlatan, un ragazzo fuggito dalla guerra in Bosnia che, dopo anni trascorsi da esule in Italia, ormai trentenne torna a interrogarsi sulle contraddizioni e le incomprensioni della sua gente. L'esperienza dello sradicamento e del difficile dialogo tra culture e linguaggi caratterizza anche i libri successivi di Mujčić, in particolare: La lingua di Ana (2012), Dieci prugne ai fascisti (2016) e Consigli per essere un bravo immigrato (2019).

L'evento di presentazione del libro "Dieci prugne ai fascisti" (Elliot Edizioni 2016) si inserisce all’interno della rassegna "MEMORIA BREVE: pratiche che non si insegnano" ma si esercitano che si svolgerà in diversi luoghi della città di Carpi (Mo) da Ottobre a Dicembre, per domandarsi come trasmettere oggi la memoria del passato e come costruire la memoria dell’oggi per le generazioni future.
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Memoria e storia si intrecciano con la pratica artistica, storie e vite attraverso la complessità del secolo breve come punto di partenza per riflettere sull’oggi. Senza lo studio e il ricordo del passato non si può capire il presente, né costruire il futuro. Questo progetto vuole accendere un focus sull’insegnamento, la condivisione della storia e della memoria anche attraverso la pratica artistica: trasmetterne l’urgenza, il valore e smuovere una riflessione sull'importanza della memoria storica collettiva come pratica di cittadinanza attiva. Come scriveva Primo Levi: «se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare. Le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre. La memoria è come il mare: può restituire brandelli di rottami a distanza di anni».
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Un progetto di Associazione Culturale AppenAppena - Aps
Con il contributo di Regione Emilia Romagna e il patrocinio del Comune di Carpi.
In collaborazione con: Istituto storico di Modena, Libreria La Fenice, Anpi Carpi, Circolo Arci Menotti.

INFO:
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