Maria Giuliana Civinini

La giustizia, in Kosovo, è uno dei principali settori di attività della missione europea. Un settore delicato, di importanza cruciale. Ne parliamo con Maria Giuliana Civinini, già membro del Consiglio Superiore della Magistratura e oggi Presidente dell’Assemblea dei giudici EULEX

05/05/2010 -  Francesco Gradari Pristina

Quello della Giustizia è il settore in cui Unmik - la missione Onu in Kosovo - ha raccolto durante il suo operato il maggior numero di critiche, sia di provenienza locale che internazionale. Un’eredità pesante che Eulex si è trovata a dover gestire. Soprattutto per quel che riguarda il non semplice rapporto con il personale giudiziario locale e le pressioni a cui esso è sottoposto. Dopo qualche difficoltà iniziale, la missione Eulex è oggi operativa in tutto il paese. Tuttavia le autorità di Pristina non esercitano pressoché alcun controllo al nord, dove lo Stato di diritto è un miraggio ancor più lontano che nel resto del paese. Ne parliamo con Maria Giuliana Civinini, giudice italiano già membro del Consiglio Superiore della Magistratura, oggi Presidente dell’Assemblea dei Giudici Eulex in Kosovo.

Ci può descrivere come avviene la ripartizione di competenze tra giudici Eulex e locali nell’attuale sistema giudiziario kosovaro?

A differenza di Unmik, i giudici (ed i procuratori) Eulex sono parte del sistema giudiziario locale ed operano in collegi misti, composti da giudici Eulex e giudici locali (c.d. corti ibride). La loro competenza è stabilita dalla legge nel pieno rispetto del principio del giudice naturale. In materia penale, rientrano nella competenza esclusiva dei giudici Eulex reati di particolare gravità, come i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità, il terrorismo e il crimine organizzato. Altri reati possono essere attribuiti ai giudici Eulex qualora presentino elementi di discriminazione o vi sia il rischio di una mancanza di indipendenza o imparzialità da parte dei giudici locali. In materia civile, i giudici Eulex rispondono delle controversie in materia di privatizzazione dei beni e delle imprese già di proprietà collettiva e, in generale, delle controversie in materia di proprietà.

Più di una volta durante l’epoca Unmik si è arrivati a uno scontro tra personale internazionale e locale impegnato nel settore. Il compito di Eulex, da questo punto di vista, non è affatto semplice. Un suo giudizio sull’andamento della collaborazione con i colleghi kosovari.

La collaborazione con i colleghi locali è normalmente molto buona, ispirata a principi di lealtà, professionalità, rispetto reciproco. Il livello tecnico dei giudici kosovari è più che apprezzabile. Sfortunatamente, il sistema giudiziario resta estremamente debole sul piano dell’indipendenza e della protezione contro pressioni interne ed esterne. Recenti casi dimostrano una debolezza deontologica intrinseca nell’amministrazione della giustizia e una mancata comprensione da parte della classe politica e della popolazione di quali siano i valori e i requisiti di un sistema giudiziario democratico e di uno stato di diritto.

Gli esempi potrebbero essere tanti: la violazione del segreto della deliberazione da parte di un giudice locale, oggetto di minacce nel corso di un processo contro ex membri dell’UCK; il processo nei confronti del leader di Vetevendosie Albin Kurti, caratterizzato da estreme difficoltà nell’assicurare la presenza di giudici locali nel collegio e l’assistenza del difensore all’imputato e dalla richiesta di non procedere sostenuta da una petizione che ha raggiunto le 150mila firme; proteste popolari contro la condanna di un gruppo che ha sterminato un’intera famiglia e contro l’esecuzione di provvedimenti civili di evizione (la garanzia che un venditore deve fornire che la proprietà venduta non sia rivendicata da altri soggetti); dichiarazioni di membri del Governo e del Parlamento sull’innocenza o colpevolezza di alcuni imputati…

Recenti analisi compiute da UNDP dimostrano che l’opinione pubblica kosovara percepisce quello giudiziario come il settore istituzionale maggiormente colpito da casi di corruzione…

Esistono casi di corruzione tra i giudici, anche se non posso condividere l’opinione che la giustizia sia il settore istituzionale più colpito da questo genere di fenomeni. Le cause sono multiple: una retribuzione insufficiente ad assicurare una vita dignitosa e che varia tra 200 euro per un giovane giudice e 750 euro per il Presidente della Corte Suprema; la mancanza di un sistema normativo di protezione della carriera e delle prerogative del giudice; l’esposizione a pressioni esterne; una cultura diffusa del “favore” e della “via preferenziale”.

Nell’ultima comunicazione al Consiglio Europeo, la Commissione europea registra che in Kosovo vi sia un notevole arretrato giudiziario, tanto in campo civile quanto in campo penale. Quali azioni andrebbero a suo avviso intraprese, per accorciare i tempi della giustizia?

A mio avviso, l’arretrato non è il problema principale del sistema giudiziario kosovaro ed il rapporto giudici/popolazione non pare lontano da quello di molti Paesi Europei. Per rendere l’amministrazione della giustizia più efficace, deve essere innanzitutto finalizzato il processo di ri-nomina di tutti i giudici e procuratori del Kosovo, processo gestito da una Commissione internazionale che dovrebbe assicurare la presenza nelle Corti di giudici e pubblici ministeri professionalmente qualificati, motivati, indenni da qualunque dubbio o censura. Deve essere quindi rafforzato il Kosovo Judicial Council, che e’ l’organo di autogoverno della magistratura responsabile per il management delle Corti. Le condizioni di lavoro devono essere migliorate e la carriera resa sicura da interferenze e pericoli.

Uno dei risultati di maggior rilievo raggiunti da Eulex è coinciso con la riapertura del tribunale di Mitrovica. Tuttavia l’integrazione dei serbi ad nel settore giudiziario è ancora lontana. La mancanza di unità multietniche di polizia che si occupino dell’ordine pubblico e delle attività di indagine riduce di molto la capacità della polizia stessa, soprattutto nel nord del paese. Come è possibile per voi operare in un tale contesto?

La riapertura della Corte di Mitrovica e’ stata sin dall’inizio uno degli obiettivi primari della missione. Da Dicembre 2008 giudici e procuratori Eulex operano nel Nord assicurando la giustizia nei casi urgenti (ad es. nei procedimenti con imputati in detenzione). Ciò nonostante, resta un enorme problema di violazione dei diritti umani della popolazione dell’intero Distretto di Mitrovica, privata di un reale accesso alla giustizia e vittima di una micro e macrocriminalità sempre più aggressiva, sicura di una quasi completa impunità. Senza il ritorno di giudici locali, serbi e albanesi, e dello staff amministrativo della Corte, il ristabilimento della giustizia nel Nord resta un obiettivo lontano. Eulex è fortemente impegnata a facilitare il raggiungimento di soluzioni che abbiano il supporto di entrambe le comunità.


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