Wikipedia

Non si fermano in Turchia le purghe iniziate dopo il tentato golpe anti-governativo del luglio 2016: stavolta nelle maglie della censura turca è finita anche Wikipedia. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [2 maggio 2017]

Nuovo giro di vite in Turchia, l'ennesimo dopo il fallito colpo di stato del luglio 2016, ed alcune settimane dopo il controverso referendum costituzionale che ha allargato significativamente i poteri del presidente Recep Tayyp Erdoğan. Stavolta sotto la scure delle purghe post-golpe è caduta anche Wikipedia, l'enciclopedia online, “spenta” dalle autorità di Ankara sul territorio turco dallo scorso 29 aprile.

Nessuna spiegazione ufficiale è stata fornita: secondo il quotidiano Hürriyet, però, il provvedimento è arrivato a causa della presenza sulle pagine di Wikipedia di riferimenti a presunti rapporti tra la Turchia e gruppi terroristi attivi in Siria.

Sempre secondo Hürriyet, le autorità turche hanno chiesto all'enciclopedia online di rimuovere i contenuti considerati controversi, ma di fronte al rifiuto hanno optato per l'oscuramento del sito.

Il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales ha espresso la sua contrarietà al provvedimento, ricordando che l'accesso alle informazioni “è un diritto umano fondamentale”, mentre il deputato dell'opposizione kemalista Eren Erdem ha paragonato la censura turca“a quella della Corea del Nord”.

La Turchia, precipitata in questi anni in fondo alle classifiche sulla libertà di stampa e con decine di giornalisti dietro le sbarre, in passato ha già ripetutamente oscurato siti e social-media come Youtube, Twitter e Facebook.

L'oscuramento di Wikipedia arriva insieme all'ultima ondata di licenziamenti e arresti di sospetti seguaci dell'imam Fethullah Gülen, ritenuto la mente dietro al tentato golpe di luglio: nelle ultime settimane, i sospesi dal lavoro sono almeno 13mila, gli arrestati più di mille.

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