Trent'anni dopo l'eccidio, prosegue la collaborazione e l'amicizia

29 may 2023

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Il 29 maggio di trent'anni fa Agostino Zanotti era parte del gruppo di volontari pacifisti partiti da Brescia con un convoglio di aiuti umanitari verso Zavidovići in Bosnia centrale. Vennero assaliti da una banda militare nei pressi di Gornji Vakuf. Tre di loro, Sergio Lana, Guido Puletti, Fabio Moreni, vennero uccisi, Agostino Zanotti e Christian Penocchio si salvarono scappando nei boschi. L'eccidio non ha però fermato la volontà di proseguire senza interruzioni la cooperazione tra i due territori italiano e bosniaco, come dimostra il prossimo viaggio ufficiale.

Amicizia © osmanpek33/Shutterstock

"Il viaggio che prevediamo di fare dall'1 al 4 giugno prossimi ha come obiettivo riattivare il gemellaggio tra il Comune di Roncadelle, di cui sono attualmente assessore alla Cultura, Ecologia e Ambiente, Protezione Civile, e il comune di Zavidovići, anche in modo simbolico all’interno di questo trentennale dell’eccidio di Gornji Vakuf ". Agostino Zanotti, che per lungo tempo è stato presidente dell'Associazione per l’Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovići Onlus con sede a Brescia, ci racconta del prossimo viaggio che vedrà la partecipazione, oltre a lui nella duplice veste di assessore e cittadino onorario di Zavidovići, a rappresentare il comune di Roncadelle la vicesindaca Nadia Belleri e l’assessore Sport, Associazioni e Politiche Giovanili Pierluigi Marchina.

Al viaggio parteciperanno anche altri cittadini e cittadine, assieme a diversi rappresentanti di alcune associazioni di Roncadelle e dall'attuale vicepresidente dell’Associazione ADL a Zavidovići di Brescia, Roberto Memme. "Il viaggio sarà l’occasione per riagganciare i rapporti diretti dopo la pandemia Covid e dopo la stipula dell’accordo d’intesa con cui si vogliono aprire alcuni scenari di scambi culturali, sportivi e tra scuole", ha specificato Zanotti e ha aggiunto: "Ci tengo in modo particolare, perché molti di loro non sono mai venuti a Zavidovići. Così questa nuova amministrazione potrà prendere atto della realtà locale in quel territorio bosniaco-erzegovese e i motivi che ci spingono a lavorare su questo gemellaggio. Quindi potranno conoscere da vicino tutti i progetti in corso e chi è coinvolto, dalle associazioni di donne, ai giovani, agli agricoltori... tutta la società civile con cui in tutti questi anni abbiamo costruito un legame duraturo fraterno e di amicizia."

Il viaggio prevede anche una tappa a Sarajevo, dove la delegazione incontrerà l’ambasciatore d’Italia Marco Di Ruzza, per incontrarlo nuovamente dopo il viaggio dell'anno scorso, al quale avevano partecipato diversi sindaci di comuni del bresciano. Questa volta non potranno esserci, come spiega Agostino per diversi motivi: "Inizialmente questo viaggio prevedeva la partecipazione allargata ad altri comuni come già avvenuto, ma in questo momento non è stato possibile sia per impegni diversi sia a causa di alcune tornate elettorali e l’insediamento delle nuove giunte."

"L'obiettivo del viaggio", sottolinea Zanotti, "è quello di accendere la luce su questo nuovo gemellaggio e costruire un programma denso di collaborazione per gli anni a venire."

Per quanto riguarda la vicenda del 29 maggio, Agostino Zanotti è stato intervistato da tante testate in questi giorni tra i quali ad esempio la trasmissione "EstOvest" di Rai TV (in onda domenica 4 giugno, con un servizio di Andrea Oskari Rossini) e il podcast “Nessun movente, cronaca di un eccidio ”.

"Se devo ricordare quello che è successo allora, come ho già detto ed è stato scritto in passato", ha infine aggiunto Agostino, "per me ricordare Guido, Fabio e Sergio dopo 30 anni significa riaffermare l’importanza e il valore di questi coraggiosi gesti di solidarietà, che rimangono ancora molto urgenti visto il contesto generale. C’è bisogno, ancora, di persone che si interessano alle vittime dei conflitti, alle vittime delle violenze generalizzate, al bisogno di non voltarsi indietro e stare continuamente al fianco di chi soffre e vede sistematicamente violati i propri diritti".

Per non dimenticare, OBCT ha creato il Dossier "Trent'anni fa l'assassinio dei volontari italiani a Gornji Vakuf ".


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