Ucciso in Inguscezia dalla polizia, Magomed Evloev, era uno dei principali oppositori del Presidente Murat Zjazikov e animava un sito d'opposizione. La sua fine getta altra benzina su un clima politico incandescente

08/09/2008 -  Davide Cremaschi

Il 31agosto scorso il trentaseienne avvocato ed attivista politico, Magomed Evloev proprietario del sito "Ingushetiya.ru" era appena tornato da un viaggio aereo, ma non ha avuto il tempo di rimettere piede sul suolo inguscio. Ad attenderlo all'arrivo, all'aeroporto "Magas", una nutrita squadra di poliziotti del locale ministero dell'Interno. Evloev viene caricato su uno dei numerosi blindati presenti. Ma durante il trasferimento avviene l'imprevedibile. Un blindato si ferma di colpo. Si sente uno sparo. In seguito alcuni testimoni riferiranno di aver visto alcuni poliziotti scendere di corsa dalla vettura. Pallidi in volto, gridavano: "Abbiamo le mani pulite! La colpa di quel sangue non è nostra!". Inutile il trasporto d'urgenza all'ospedale. L'avvocato vi arriva già senza vita.
Il destino ha voluto che lo stesso odiato Presidente inguscio sia stato - con ogni probabilità - uno delle ultime persone ad aver visto in vita Evloev. Zjazikov viaggiava infatti in business class sullo stesso aereo del suo oppositore politico. Secondo alcuni anzi, sarebbe stata proprio la scorta di Zjazikov a segnalare la presenza di Evloev a bordo dopo un aspro scambio di battute tra i due.

Molto più di un blogger
Magomed Evloev era molto noto negli ambienti di opposizione della piccola Repubblica caucasica. Tatiana Lokshina, direttrice della sezione moscovita di Human Rights Watch, lo ha definito "forse la principale figura d'opposizione in Inguscezia". Di recente l'avvocato era riuscito a destare l'attenzione dei media russi grazie alle incisive campagne di denuncia politica del suo attivissimo sito internet "Ingushetiya.ru".

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Prima fra tutte la recente raccolta firme che screditava i risultati ufficiali delle elezioni di dicembre per il rinnovo della Duma. La tornata elettorale aveva fatto registrare percentuali di affluenza elevatissime in tutto il Caucaso. Praticamente un plebiscito, stando ai dati ufficiali diffusi dalla CEC (Commissione Elettorale Centrale). L'Inguscezia si piazzava al secondo posto sul podio dei soggetti della Federazione russa più fedeli al Cremlino e al "partito del potere" Russia Unita (98,35% di affluenza). La medaglia d'oro andava alla vicina Cecenia (99,21% di affluenze). Proprio Evloev decide allora di animare la campagna di protesta "Io non ho votato". Da innocua raccolta firme, la petizione si tramuta presto in vero e proprio censimento degli astensionisti alla tornata elettorale. Secondo i dati resi noti dallo stesso Evloev circa un mese fa, le liste dei firmatari raggiungono la quota 105.000 firme, pari all'80% dei votanti della piccola Repubblica caucasica. Un'auto-denuncia collettiva e di massa della rinuncia all'esercizio del diritto di voto.

E' sempre attraverso il suo sito che trovano eco le forti contestazioni di piazza contro la corruzione dei vertici politici dell'Inguscezia. Il giovane avvocato fu denunciato alcuni mesi fa per aver organizzato un corteo senza la necessaria autorizzazione. Ma Evloev non potrà provare la propria innocenza, visto che il processo si celebrerà tra pochi giorni. Chissà allora cosa avrebbe raccontato di quel 26 gennaio, quando una manifestazione di centinaia di persone terminava nei disordini per le vie di Nazran', squarciando il velo dell'indifferenza e portando alla ribalta della cronaca in tutta la Russia la situazione di crisi profonda in cui versa l'Inguscezia. Forse avrebbe denunciato gli arresti, le pesanti cariche della polizia e i gravi episodi di censura e di intimidazione ai danni di giornalisti ed attivisti dei diritti umani che fecero da sfondo alle giornate della manifestazione.

Ed è ancora dalle pagine web di "Ingushetiya.ru" che prende forza l'ipotesi del ritorno al vertice della Repubblica del più credibile degli oppositori di Zjazikov, nonché suo predecessore, Ruslan Aushev. Una raccolta firme dell'opposizione conclusasi solo un mese fa indica che il rating del suo gradimento personale è pari alla metà dell'intero corpo elettorale della Repubblica. Aushev aveva guidato la Repubblica durante i tormentati anni Novanta. Ed era riuscito a traghettarla - povera sì, ma quasi indenne - dal difficile dopo-guerra (quella contro i vicini osseti per il distretto del Prigorodny), fino alle fine delle due crisi cecene. Salvo poi venire sostituito nel 2001, in seguito ad elezioni controverse, dall'attuale Presidente Murat Zjazikov, ex-generale del KGB e poi dell'FSB.

"Ingushetiya.ru" è un sito molto scomodo. La Procura apre un fascicolo per "pubblicazione di materiale che istiga all'odio razziale", citando il contenuto di alcuni post dei lettori, che userebbero parole ingiuriose verso i vicini osseti. Recentemente la Procura di Mosca ha ribadito la volontà di chiudere il sito per "pubblicazioni di carattere estremista". Lo stesso Zjazikov ribadisce nel corso di dichiarazioni pubbliche, che "l'attività di questo sito ha un unico scopo: destabilizzare la situazione della regione". In questo clima di censura la redattrice del sito internet, Rosa Mal'sagova dichiara a metà agosto di voler chiedere asilo politico in Francia.

Ultimo scalo: Nazran'
E frequenti erano i viaggi in Francia dello stesso Evloev, che aveva scelto però di non abbandonare il suo paese. Finchè proprio uno di quei suoi viaggi aerei fa scattare la trappola. La procura spiega che Evloev era stato convocato in qualità di testimone per l'attentato all'abitazione di uno dei membri dello staff presidenziale. Siccome le notifiche di comparizione per gli interrogatori non ricevevano alcun riscontro, il procuratore ordinava il trasporto coatto del testimone ad un posto di polizia della città inguscia di Nazran'. L'arresto scatta all'aeroporto "Magas" domenica 31 agosto poi sui blindati si consuma la tragedia. Secondo la versione dei poliziotti, Evloev avrebbe cercato di impadronirsi dell'arma di uno degli uomini della scorta. Un colpo, partito involontariamente dal fucile dell'ufficiale che si trovava sul sedile anteriore della furgonetta Yazik, ha colpito alla testa Evloev. Una versione ritenuta verosimile dal Procuratore della repubblica Jurij Turygin in persona, che ha definito "accidentale" l'uccisione dell'uomo. La Procura ha quindi aperto un fascicolo in base all'art. 109 del Codice penale "Omicidio colposo". Né il dolo né la premeditazione vengono presi in considerazione.

A non credere a questa versione e a chiedere un'inchiesta seria sono i familiari di Evloev ed alcune ONG: Human Rights Watch, l'Unione delle forze di Destra-SPS, il movimento "Per i diritti umani", Memorial ed il Gruppo Helsinki di Mosca. Secondo la versione del padre, riportata da Kommersant', gli uomini ad attendere Magomed Evloev all'aeroporto non sono semplici poliziotti, ma uomini della scorta personale del capo del ministero degli Interni di Inguscezia, Musa Medov. Il padre della vittima indica ora proprio il ministro Medov come mandante ed organizzatore dell'omicidio.
Offuscata dalle recenti tensioni in Caucaso del Sud, la notizia viene riportata in Russia solo da alcuni quotidiani. Scarsissima anche l'informazione televisiva. Zjazikov si è limitato a dichiarare che "le autorità sono assolutamente aperte al dialogo". Il Presidente ha voluto precisare di non aver mai conosciuto personalmente la vittima. Parlando dell'omicidio, definito "una tragedia umana", ha rassicurato sul fatto che le autorità giudiziarie stanno facendo tutto il necessario per far procedere le indagini sotto il diretto controllo della Procura della Repubblica "che garantisce la massima informazione sull'andamento dell'inchiesta". Intanto sul portale ufficiale della Repubblica di Inguscezia la notizia del giorno è un'altra: il discorso di Zjazikov ai cittadini in occasione della "Giornata della conoscenza".

La tensione nella Repubblica rimane alta
Diverse centinaia di persone si sono radunate dalle prime ore della mattina di lunedì 1 settembre nei pressi della stazione degli autobus di Nazran' per ricordare Evloev, sfidando il divieto delle autorità. Il traffico della città è rimasto per ore completamente paralizzato.

Proteste in Inguscezia - Vremya.ru

Numerosi gli striscioni per chiedere un'inchiesta indipendente sull'accaduto e le dimissioni del Presidente.

Secondo quanto riporta Nezavisimaja Gazeta, l'opposizione inguscia si è detta intenzionata a lanciare una raccolta firme per l'uscita della Repubblica dalla Federazione russa. Magomed Khazbiev, portavoce del comitato organizzatore delle recenti mobilitazioni, ha tenuto a smorzare il valore reale dell'iniziativa. Più concreta la volontà di mantenere alto il livello delle mobilitazioni "fino alle dimissioni di un Presidente corrotto e del suo governo, sotto i quali più di duemila persone sono finora scomparse o morte ammazzate". Se dunque la prima manifestazione è stata sciolta alle prime ore dell'alba di martedì 2 settembre quando sul posto rimanevano ormai solo qualche decina di giovani manifestanti, altre ne sono state annunciate per il futuro. Secondo Andrej Malashenko, dell'Istituto Carnegie di Mosca, l'uccisione di Evloev potrebbe essere la miccia che farà esplodere la tensione latente da diverso tempo nella Repubblica. Mosca potrebbe valutare l'ipotesi di scaricare Zjazikov, ma solo nel caso la situazione precipitasse. Anche secondo il presidente dell'Istituto di valutazione strategica ed analisi, Aleksandr Konovalov, la "carta-Aushev" potrebbe essere giocata da Mosca proprio per stemperare gli animi surriscaldati e smorzare il clima politico avvelenato.


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