Mappamondo © iChzigo/Shutterstock

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Analizzando i nomi delle strade delle grandi città europee, le persone di provenienza africana e asiatica risultano fortemente sottorappresentate. Appena lo 0,1% delle strade commemora personalità non bianche nate al di fuori dell’Europa

04/01/2024 -  Lorenzo Ferrari

Nelle grandi città europee le persone nate al di fuori dell’Europa costituiscono ormai da tempo una quota significativa della popolazione, spesso attorno al 10% o anche più. Tuttavia, in media, in quelle stesse città circa il 98% delle strade dedicate a individui celebrano persone nate in Europa. E anche quelle poche strade che commemorano figure nate al di fuori dell’Europa sono dedicate in 8 casi su 10 a individui strettamente legati alla cultura o alla storia europee, come personalità dell’Impero romano, santi cristiani nati in Medio oriente o nel Nordafrica, oppure discendenti degli europei nelle Americhe.

Spulciando tra circa 95.000 strade di 17 grandi città europee, abbiamo trovato solamente 113 strade dedicate a figure extraeuropee non bianche, vale a dire lo 0,1% del totale. In una grande città esistono in media solo 4-5 strade di questo tipo, e in alcuni casi appena una o nemmeno quella. 

Benché anche lì i numeri rimangano piuttosto piccoli, Parigi e Copenaghen spiccano rispetto al resto delle città considerate. In queste due capitali le strade intitolate a extraeuropei non bianchi sono più numerose, tanto che costituiscono oltre una su tre delle strade intitolate a figure nate al di fuori dell’Europa. A Parigi si trovano 41 strade di questo tipo, mentre a Copenaghen la recente intitolazione di molte strade della penisola artificiale di Sluseholmen a jazzisti afroamericani ha portato all’1,6% la quota di strade intitolate a extraeuropei non bianchi sul totale delle strade intitolate a individui.

Tra le città europee considerate, risultano invece ultime Stoccolma (dove non abbiamo rilevato nemmeno una strada intitolata a extraeuropei non bianchi), Milano, Budapest e Zagabria. Per ogni strada intitolata a un extraeuropeo non bianco in queste città ce ne sono in media circa 1300 dedicate ad altri individui. In tutta Milano le strade dedicate a figure “altre” sono appena due, vale a dire le canoniche vie dedicate al Mahatma Gandhi e a Martin Luther King; anche a Zagabria l’unica strada dedicata a un extraeuropeo non bianco è intitolata a Gandhi. 

I luoghi di provenienza

Non disponiamo di informazioni sul luogo di nascita di tutti gli individui a cui sono dedicate strade nelle grandi città europee, ma è molto probabile che le figure per cui mancano i dati siano in grandissima parte figure locali e relativamente anonime, come ad esempio proprietari terrieri o altri abitanti del luogo.

Nelle 17 città considerate, le strade intitolate a personalità extraeuropee che siamo riusciti a identificare celebrano nel complesso 367 figure diverse (nella nostra analisi facciamo rientrare nell’Europa anche la Turchia e il Caucaso, mentre escludiamo gli individui nati al di fuori dell’Europa per ragioni estemporanee, come i figli di diplomatici o di migranti rientrati poco dopo nel paese di origine).

Circa il 40% di queste figure è nato lungo le sponde meridionali o orientali del Mediterraneo e un terzo in Nordamerica; le figure rimanenti si distribuiscono tra gli altri continenti, soprattutto in America Latina e Asia. Guardando ai confini odierni, a parte gli Stati Uniti gli altri Paesi più rappresentati sono Israele/Palestina, Egitto, Tunisia e Siria. Sono invece assenti o fortemente sottorappresentati quasi tutti i Paesi più popolosi del mondo, a partire dalla Cina. 

Chi sono questi individui

Come probabilmente è naturale che sia, moltissime strade dedicate a individui nati al di fuori dell’Europa commemorano figure che sono comunque strettamente legate alla cultura o alla storia europee. Tra le 367 personalità individuate si trovano infatti moltissimi discendenti di europei – soprattutto nelle Americhe –, ma anche personaggi del mondo greco e romano antico e molte figure bibliche e santi cristiani, incluso un discreto numero di donne.

Le figure tradizionalmente percepite come appartenenti a mondi “altri” costituiscono invece circa un quinto del totale: si tratta di altre personalità di origine africana, asiatica o americana, come per esempio afrodiscendenti, indiani o persone provenienti dal mondo arabo o musulmano. Sono in buona parte figure politiche o esponenti del mondo della cultura, quasi tutti nati tra l’Ottocento e il Novecento – a differenza degli altri extraeuropei, tra cui sono molto rappresentate anche figure dell’età antica e dove sono più numerosi i personaggi religiosi. 

Osservando le città considerate, oltre tre quarti delle personalità extraeuropee ricordate attraverso i nomi delle strade sono celebrate in un unico Paese – molte figure del mondo greco-romano o cristiano sono celebrate per esempio solo in Italia o in Grecia. Sono appena quattro le personalità extraeuropee che sono commemorate dalla toponomastica in almeno metà delle città analizzate: si tratta della Vergine Maria e dei santi Pietro, Giovanni e Anna. 

Tra le 20 personalità nate al di fuori dell’Europa che sono celebrate nel maggior numero di Paesi, città e strade considerate, ben 14 sono figure della cristianità e 5 sono individui discendenti da europei; Gandhi è l’unica figura proveniente da un mondo “altro”. Dopo di lui, gli altri extraeuropei non bianchi celebrati più di frequente risultano Martin Luther King, Rabindranath Tagore, Nelson Mandela e Indira Gandhi. 

Se si confrontano le diverse città cambia non solo la quota di individui nati al di fuori dall’Europa celebrati mediante la toponomastica, ma anche il loro profilo. Per esempio, tre quarti delle figure extraeuropee commemorate nelle vie di Parigi e Lione sono legate all’Africa o al mondo arabo-musulmano, a lungo toccati dall’imperialismo francese. A Vienna prevalgono gli africani subsahariani – tra cui la singolare figura di Angelo Soliman –, mentre a Varsavia prevalgono gli indiani. Nelle strade di Kyiv si trovano varie figure della Siberia e dell’Asia centrale, ad Atene sono celebrate quasi esclusivamente personalità del mondo antico. A Bucarest, oltre a Gandhi, Simon Bolivar e Benjamin Franklin – molto popolari anche altrove – una via è dedicata al meno noto patriota filippino José Rizal. 

Nuovi orizzonti

La quasi totale assenza di figure extraeuropee non bianche nella toponomastica delle città europee inizia poco alla volta a essere messa in discussione. L’assenza non è casuale, né è ininfluente: è in parte legata a una lunga tradizione di oppressione e razzismo e alle discriminazioni che molte persone di origine extraeuropea continuano a subire. Come denuncia Julie Pascoët, coordinatrice per le politiche e l’advocacy presso la Rete europea contro il razzismo (ENAR), la forte sottorappresentazione dei non bianchi nello spazio pubblico “è un chiaro atto di accusa nei confronti dei valori dell’Europa. Non possiamo sostenere di essere una società inclusiva e giusta fintanto che rimuoviamo i successi conseguiti dagli individui non bianchi”. 

Negli ultimi anni varie città in Europa hanno cominciato a interrogarsi sulla commemorazione di personaggi o episodi controversi, soprattutto se legati all’imperialismo europeo. A Berlino sono state rinominate alcune strade nel cosiddetto “Quartiere africano”, dove due personalità africane sono ora celebrate al posto di due colonialisti tedeschi. Anche la centrale Mohrenstrasse (“via dei Mori”) dovrebbe a breve essere intitolata al filosofo di origine ghanese Anton Wilhelm Amo. A Bruxelles la nuova sensibilità sulle vicende coloniali ha portato a onorare Patrice Lumumba, tra i protagonisti dell’indipendenza del Congo dal Belgio. A Roma c’è stata una mobilitazione per riscoprire la figura di Giorgio Marincola, partigiano italo-somalo a cui avrebbe dovuto essere intitolata la fermata della metropolitana originariamente identificata come “Amba Aradam”.

Al di là delle questioni coloniali, alcune città hanno scelto recentemente di dare risalto anche ad altre figure particolarmente simboliche nate al di fuori dell’Europa. È il caso di Barcellona, che nel 2021 ha scelto di ricordare con una piazza Idrisa Diallo, un richiedente asilo di origine guineana morto in circostanze poco chiare mentre era detenuto in un centro per migranti. La città di Budapest ha invece dedicato una strada al vescovo cinese dissidente Xie Shiguang, come gesto di protesta contro l’accordo siglato tra il governo ungherese e quello cinese per l’apertura di una sede dell’università cinese Fudan nella zona. Xie risulta peraltro l’unica persona nata in Cina a essere celebrata con una strada nelle 17 città europee considerate.

Mentre molte città europee stanno riscoprendo, riabilitando o onorando un numero crescente di personalità di origine extraeuropea, inclusi varie figure non bianche, a Kyiv si osserva in qualche caso il processo inverso. La grande operazione di revisione della toponomastica cittadina volta a ridimensionare i legami con l’Unione Sovietica e la Russia ha colpito tra gli altri Patrice Lumumba, ritenuto troppo vicino all’Urss: la strada che gli era dedicata è ora intitolata a un anticomunista decisamente bianco, Giovanni Paolo II.

17 città in 14 stati

L'analisi prende in considerazione 13 capitali europee più altre 4 grandi città: Atene, Berlino, Bucarest, Budapest, Chisinau, Copenhagen, Kyiv, Parigi, Roma, Stoccolma, Varsavia, Vienna, Zagabria; Barcellona, Cracovia, Lione e Milano. L'analisi è stata realizzata nell'ambito del progetto Mapping Diversity prodotto dallo European Data Journalism Network .

Questo articolo è pubblicato in associazione con lo European Data Journalism Network  ed è rilasciato con una licenza CC BY-SA 4.0

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