Una scena del documentario di Lana Gogoberidze

Una scena del documentario di Lana Gogoberidze

In corso dal 15 al 25 febbraio la 74sima edizione del Berlino Film Festival. Assenti ancora una volta dal concorso i Balcani e il Caucaso, che trovano spazio invece nel concorso cortometraggi e Forum degli indipendenti

19/02/2024 -  Nicola Falcinella

Prende il via il 74° Berlino Film Festival, in programma da giovedì 15 fino al 25 febbraio (informazioni e programma www.berlinale.de ), e anche quest’anno risultano assenti dal concorso i Paesi di Balcani e Caucaso. Un’area che negli ultimi anni sembra aver perso rilevanza nel festival tradizionalmente più attento a queste zone e alle dinamiche geopolitiche e sociali.

Nella competizione per gli Orsi figurano ben due italiani: il fantascientifico “Another End” di Piero Messina (noto per “L’attesa”) con Gael García Bernal, Renate Reinsve e Bérénice Bejo e “Gloria!”, esordio registico dell’attrice e cantautrice Margherita Vicario.

Parecchi i ritorni graditi in gara (presidente di giuria l’attrice Lupita Nyong'o, vincitrice dell’Oscar per “12 anni schiavo”), a partire da “Black Tea” del mauritano Abderrahmane Sissako, “L'empire -The Empire” di Bruno Dumont, “Hors du temps - Suspended Time” di Olivier Assayas con Vincent Macaigne e “In Liebe, Eure Hilde - From Hilde, With Love” di Andreas Dresen. Non manca l’appuntamento annuale il prolifico coreano Hong Sangsoo, amatissimo a Berlino, che presenta “Yeohaengjaui pilyo - A Traveler's Needs” con Isabelle Huppert.

L’Orso d’oro alla carriera a Martin Scorsese che si presenterà anche nel ruolo di narratore in “Made in England: The Films of Powell and Pressburger”, documentario di David Hinton sulla grande coppia di registi britannici di “Narciso nero”, “Scarpette rosse” o “La volpe”.

Tra i 15 titoli in lizza per la competizione di Encounters è presente “Arcadia” del greco Yorgos Zois (“Interruption”) con Vangelis Mourikis, Angeliki Papoulia, Elena Topalidou, Nikolas Papagiannis e Vagelis Evangelinos, una coproduzione Grecia / Bulgaria / Usa. Da menzionare anche il documentario “Favoriten” dell’austriaca Ruth Beckermann con Ilkay Idiskut.

Nella sezione non competitiva Berlinale Special spicca “Seven Veils” del canadese d’origine armena Atom Egoyan (“Il dolce domani”, “Il viaggio di Felicia”, “Ararat”) con protagonista Amanda Seyfried. E ancora il documentario “exergue – on documenta 14” del greco Dimitris Athiridis.

Sezione da tenere sempre d’occhio è il concorso cortometraggi con 20 titoli e la presenza del franco-turco “Adieu tortue - Bye Bye Turtle” di Selin Öksüzoğlu.
La sezione Panorama comprende i documentari “Afterwar” di Birgitte Stærmose, di produzione scandinava ma ambientato nel Kosovo di questi anni, e l’ucraino “A Bit of a Stranger” di Svitlana Lishchynska. Tra i film di finzione “Crossing” dello svedese d’origine georgiana Levan Akin che si era rivelato per “And Then We Danced” (2019) e “Faruk” della turca Aslı Özge (nota per “Lifelong” del 2013) con Faruk Özge, Derya Erkenci e Gönül Gezer, coproduzione Germania / Turchia / Francia.

Come sempre più ampio riservato all’est dal 54° Forum degli indipendenti, dedicato agli emergenti: lo svizzero-romeno “Săptămâna Mare - Holy Week” di Andrei Cohn con Doru Nicolae Bem, Corneliu Ciprian Chiricheș, Mario Gheorghe Dinu e Nicoleta Lefter; “Redaktsiya - The Editorial Office” di Roman Bondarchuk con Dmytro Bahnenko, Zhanna Ozirna, Rymma Ziubina, Andrii Kyrylchuk e Vasyl Kukharskyi, produzione Ucraina / Germania / Slovacchia / Repubblica Ceca, oltre al documentario “Intercepted” di Oksana Karpovych, produzione Canada / France / Ucraina.

Evento davvero speciale, inserito in Forum Special, è il documentario georgiano “Deda-Shvili an rame ar aris arasodes bolomde bneli - Mother and Daughter, or the Night is Never Complete” della novantacinquenne Lana Gogoberidze, figlia di Nutsa, pioniera del cinema di Tbilisi. Gogoberidze, ricordata per “Day is Longer Than Night” presentato al Festival Cannes nel 1984, fu anche giurata a Berlino, parlamentare dopo l’indipendenza del suo Paese e in seguito ambasciatrice in Francia.

È dedicato ai lavori più sperimentali il Forum Expanded, che include il documentario turco-tedesco “Detours while speaking of monsters” di Deniz Şimşek con Emin Şimşek.

Infine Generation propone pellicole dedicate al pubblico più giovane, compreso “Ellbogen - Elbow” della turca Aslı Özarslan con Melia Kara, Doğa Gürer, Jale Arikan, Haydar Şahin e Orhan Kiliç, altra coproduzione Germania / Turchia / Francia.

Come si nota dal programma, abbondano i lavori turco-tedeschi, molto spesso opera di esponenti della comunità d’origine anatolica costituitasi a partire dagli accordi del 1964. Uno dei primi e storicamente più importanti è “Kismet, Kismet” (1987) dello scrittore e regista d’origine turca Ismet Elçi, che sarà riproposto nella Retrospettiva della Berlinale in versione restaurata. Elçi, autore anche di “Dügün” (1993) e “Cemile” (1996), si ispirò al celebre connazionale Yilmaz Güney e recitò nel ruolo principale accanto ad Alisan Keziban, Wieland Speck, Lothar Lambert e Ulrike Schirm.


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