Uno degli ingressi delle sale cinematografiche del Sarajevo Film Festival

Yorda/Shutterstock)

Causa il coronavirus, quest'anno la più importante manifestazione cinematografica del sudest Europa trasloca in internet. Dal 14 al 21 agosto, previa registrazione al sito, sarà possibile vedere in streaming i film in concorso

10/08/2020 -  Nicola Falcinella

Nato durante l'assedio, il Sarajevo Film Festival si è dovuto arrendere all'emergenza coronavirus. La 26° edizione, in programma da venerdì 14 al 21 agosto, si svolgerà interamente in streaming, sul sito ondemand.sff.ba , previa registrazione. Se già era previsto che online si svolgessero le attività parallele come Cinelink che fa incontrare registi e produttori di tutta Europa e non solo, l'organizzazione si è dovuta arrendere all'impossibilità di allestire proiezioni in città. Così la più importante manifestazione cinematografica del sudest Europa trasloca in internet, per la Bosnia e per i Paesi stranieri, con tutto il suo programma, cominciando dal film d'apertura, “Grandma” del bosniaco Pjer Žalica. L'Honorary Heart sarà attribuito al noto attore danese Mads Mikkelsen.

Se la manifestazione non porterà in città centinaia di ospiti e addetti ai lavori internazionali, per una volta i film saranno visibili (con qualche restrizione) anche al pubblico straniero, superando le usuali barriere per molte di queste produzioni.

Il presidente della giuria lungometraggi sarà il francese Michel Hazanavicius (premio Oscar per “The Artist”), che terrà anche una masterclass. Otto i film in gara per il Cuore di Sarajevo, di cui quattro prime mondiali. Il favorito può essere “Mare” di Andrea Štaka, svizzera d'origine serba, ambientato nelle vicinanze di Dubrovnik, storia di una donna che fugge alle maglie della sua vita. Dal Kosovo arrivano ben due film, “Andromeda Galaxy – Galaktika e Andromedes” di More Raça ed “Exile – Exil” di Visar Morina, come dalla Grecia, “All the pretty little horse” di Michalis Konstantatos e “Digger” di Georgis Grigorakis. In gara anche il turco “Mavzer” di Fatih Özcan, “Otto The Barbarian – Otto barbarul” della romena Ruxandra Ghitescu e l'azerbaijano “The Island Within” di Ru Hasanov”.

Sedici i lavori della competizione documentari, che vede rappresentati quasi tutti i Paesi dell'area, mentre 10 sono i cortometraggi e 15 i film degli studenti.

Nella sezione In Focus, il panorama non competitivo sui film regionali, spicca “Malmkrog” del romeno Cristi Puiu, che sarà anche giurato alla Mostra di Venezia, già presentato alla Berlinale. Ancora “Eden” dell'ungherese Agnes Kocsis, il poliziesco “Full Moon – Pun mjesec” del bosniaco Nermin Hamzagić, il greco “In the strange pursuit of Laura Durand” di Dimitris Bavellas, “My Morning Laughter – Moj jutarnji smeh” del serbo Marko Đorđević, l'austriaco “The trouble with being born” di Sandra Wollner, “The Voice – Glas” del croato Ognjen Sviličić, il bel “Uppercase Print” del romeno Radu Jude (anche questo già a Berlino), “Willow – Vrba” del macedone Milčo Mančevski e “Zana” dell'albanese Antoneta Kastrati, già a Trieste Film Festival.

Intanto è in corso fino a sabato Locarno 2020, edizione ibrida del festival svizzero (informazioni e film www.locarnofestival.ch ) che si svolge in parte in streaming e in parte con proiezioni nelle sale. In gara per il Pardo i cortometraggi “Statul Paralel - The Parallel State” del romeno Octav Chelaru, “Kako sam pobedio lepak i bronzu – How I Beat Glue And Bronze” del serbo Vladimir Vulević e “The End Of Suffering (A Proposal)” della greca Jacqueline Lentzou.


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