Ombre, foto di JMVerco - da www.flickr.it

Il 29 maggio del 1993 tre pacifisti di Brescia vennero uccisi mentre portavano aiuti in Bosnia Erzegovina. Nonostante il drammatico evento, Brescia ha mantenuto un intenso legame con la città bosniaca di Zavidovići

28/05/2009 -  Nicole Corritore

"La guerra in Bosnia ha occupato, con le sue atrocità e sofferenze, in modo violento e doloroso a partire dal 1992 le coscienze di molte persone che, scontrandosi con quelle tremende immagini, non hanno potuto e voluto voltarsi dall'altra parte e continuare la propria esistenza come se nulla stesse accadendo." Sono le parole pronunciate da Agostino Zanotti, volontario bresciano che sedici anni fa sopravvisse ad un evento dagli esiti drammatici.

Brescia fu una delle città che si mosse massicciamente in azioni di solidarietà e aiuto durante e dopo la guerra: azioni che coinvolsero il Comune, le scuole, le associazioni, i sindacati, singoli cittadini. Questa spinta ad agire si riunì presto sotto il cappello del Coordinamento Iniziative di Solidarietà che si impegnò nell'invio di aiuti umanitari verso la cittadina di Zavidovići e accogliendo in Italia i profughi provenienti da quelle zone. Ma solo ad un anno di distanza dall'inizio delle attività accadde un fatto tragico che segnò la città di Brescia e il ricordo di quegli anni.

Il 29 maggio 1993, un convoglio di aiuti umanitari diretto alle città di Vitez e Zavidovići accompagnato da 5 volontari venne assalito da una banda militare sulla "strada dei Diamanti", tra Bugojno e Gornji Vakuf. Tre dei volontari, Guido Puletti, Fabio Moreni e Sergio Lana, vennero uccisi. Sopravvissero Agostino Zanotti e Christian Penocchio, che riuscirono a salvarsi scappando nei boschi.

Domani si celebra a Brescia il sedicesimo anniversario di quel terribile evento che, nella sua drammaticità, non è riuscito a porre fine all'intenso rapporto di cooperazione con Zavidovići. Infatti il sostegno alla città bosniaca è proseguito anche dopo il 1995, a conflitto concluso, con tappe che hanno cementato sempre più una relazione.

Il Coordinamento bresciano si trasformò nel 1997 in "Associazione Ambasciata della Democrazia locale a Zavidovići" (Associazione ADL) con sede a Brescia, in concomitanza dell'inaugurazione a Zavidovići dell'Ambasciata della Democrazia Locale (ADL di Zavidovići) come espressione del proseguimento dell'azione di diplomazia popolare e dei legami di solidarietà avviati negli anni precedenti. Agostino Zanotti, nonostante l'esperienza di quel 29 maggio, proseguì ad operare nell'ambito dell'Associazione e al contempo si impegnò a cercare i responsabili della morte dei suoi compagni.

Dopo un lungo e faticoso lavoro di ricerca di giustizia, sostenuto in particolare dalla costituitasi associazione "Guido Puletti" e dalla stessa ADL di Zavidovići, il capo del gruppo che aveva perpetrato quegli omicidi, Hanefija Prijić detto 'Paraga', comandante dei Berretti Verdi, fu trovato e processato in Bosnia Erzegovina. Grazie anche alle sette ore di testimonianza rilasciate da Agostino davanti alla Giuria del Tribunale di Travnik, Paraga venne infine condannato in prima istanza a 15 anni di reclusione.

Il processo di Travnik, sebbene rappresenti un momento importante, non ha però consentito di far luce sulle ragioni di quella strage la cui natura politica - più volte denunciata nel corso degli anni da quanti si sono occupati del percorso giudiziario - è stata riconosciuta anche dalle autorità italiane, con nota del ministero di Grazia e Giustizia del 10 settembre 1998. E' un fatto che sia i mandanti sia gli esecutori materiali - i due soldati bosniaci che hanno aperto il fuoco - non sono mai stati portati di fronte ad un Tribunale.

Negli anni, il progetto bresciano è proseguito e si è ampliato coinvolgendo anche le città di Alba e Cremona. L'associazione include al proprio interno la collaborazione tra gruppi del volontariato e della società civile, ong, enti locali italiani ed europei ed organizzazioni internazionali (il Consiglio d'Europa) rappresentando una "associazione di associazioni". Oggi, oltre alla Associazione Comuni Bresciani, al Coordinamento Bresciano Iniziative di Solidarietà, al Comune di Alba e alla Provincia di Cremona (soci fondatori), conta tra i suoi soci numerosi altri gruppi di volontariato, associazioni ed enti locali provenienti dai territori di Brescia, Cremona ed Alba. Di recente ha inoltre sottoscritto un accordo di collaborazione con la città francese di Clermon-Ferrand situata nella regione dell'Alvernia, per ampliare l'intervento alla città bosniaca di Travnik al fine di sviluppare un progetto in campo agricolo che prevede tra le attività anche il sostegno alle piccole imprese.

Uno dei disegni di Valentina Bani

Le attività dell'associazione si svolgono lungo tutto l'anno, in settori diversi ma connessi: economico, ambientale, socio-culturale, educativo, socio-assistenziale. In occasione di ogni anniversario della morte di Guido, Fabio e Sergio, l'Associazione ADL assieme a numerose associazioni e gruppi di Brescia, organizza degli eventi che coniugano memoria e impegno. A partire da queste parole si svolgono quest'anno due iniziative connesse. Il 28 maggio in piazza della Loggia alle ore 17.00 con momenti di musica, testimonianze, poesia e teatro che vedono la partecipazione, tra gli altri, di Moni Ovadia e organizzati dal "Comitato Piazza di maggio" di cui fa parte anche l'Associazione ADL. Mentre il 29 maggio (Sala Piamarta, via San Faustino 70 a Brescia alle ore 18.00), giorno dell'anniversario dell'uccisione dei tre volontari, avviene l'inaugurazione della mostra di disegni dal titolo "Segni" della giovane artista Valentina Bani che nel 1993, quando venne ucciso suo zio Guido Puletti, era una bimba.

Il 29 maggio è una data che segue di un solo giorno la strage di piazza della Loggia del 1974. Ed è per affermare ideali di fratellanza e di giustizia sociale, ripudio della guerra, rifiuto del fascismo, del razzismo e dell'intolleranza, che l'Associazione ADL di Brescia - con un cartello di tante altre associazioni - unisce la memoria di due eventi così drammatici. Emerge dalle parole dello stesso Agostino, nel suo diario dell'aprile 2001: "Molte volte in questi anni è capitato che Guido, Fabio e Sergio fossero associati (...) a persone che hanno sacrificato la loro vita nel tentativo di difendere i principi universali della Libertà e della Giustizia (...). E' per questo che Guido giace accanto alle vittime della strage di piazza della Loggia e a fianco dei partigiani bresciani".

L'associazione Ambasciata della Democrazia locale a Zavidovići proseguirà poi con iniziative e attività volte a sviluppare ulteriormente le relazioni tra il territorio di Brescia e quello della città bosniaca. Ad esempio il prossimo 17 giugno si terrà a Zavidovići un convegno in cui l'associazione presenterà i risultati di un'inchiesta realizzata su tutto il territorio cittadino e quello delle 13 mjesne zajednice (comunità locali) sui bisogni e sulle emergenze attuali, condotta in collaborazione con l'Università degli Studi del Piemonte Orientale e grazie al sostegno finanziario della Provincia di Cremona. L'obiettivo dell'inchiesta è quello di comprendere in maniera condivisa tra Brescia e Zavidovići in quale direzione si dovrà proseguire nelle future attività. In occasione del convegno si presenteranno inoltre tutti i progetti e i percorsi di cooperazione comunitaria realizzati dall'Associazione bresciana sul territorio di Zavidovići, attraverso l'Agenzia della Democrazia Locale, dal 1997 ad oggi.

Guido, Fabio e Sergio appartenevano al mondo pacifista italiano che si era chiesto come rispondere al disperato appello d'aiuto lanciato dai cittadini bosniaci. Si erano mobilitati, assieme a tanti altri, perché non poterono e non vollero continuare la propria esistenza come se nulla stesse accadendo oltre Adriatico. Tanti altri oggi proseguono in quell'impegno, riflettendo e costruendo in maniera condivisa con i propri vicini sud est europei una strada comune di pace.


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