23 ottobre 2008

La rivista 'Volontari per lo Sviluppo' ha un nuovo sito multimediale, a sostegno della diffusione presso il grande pubblico di informazioni sui paesi del Sud del mondo, sul volontariato e la cooperazione internazionale

Fonte: Unimondo

E' on line da pochi giorni il nuovo sito multimediale della rivista della Focsiv, (Federazione di 61 Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario) 'Volontari per lo sviluppo' che contiene - oltre a news sulla cooperazione - testimonianze in tempo reale dai volontari in servizio nei cinque continenti, articoli di giornalisti africani e latinoamericani, videointerviste e documentari sui progetti, trasmissioni radio.

Volontari per lo Sviluppo nasce 25 anni fa da un'idea dell'ong CISV di Torino. Si concretizza dapprima in una rivista e una collana di quaderni monografici, ma fin dalla sua nascita avvia un'attività consorziata e di redazione congiunta con altre ong torinesi nell'ottica di produrre un'informazione ampia sul mondo ong. Nel 2001 avviene un'importante evoluzione, con l'apertura del gruppo editoriale alla federazione Volontari nel mondo-Focsiv e la revisione della linea editoriale e della grafica. Oggi 'Volontari per lo sviluppo' è una rivista mensile, un sito multimediale e un centro di elaborazione di progetti a sostegno della diffusione presso il grande pubblico di informazioni sui paesi del Sud del mondo, sul volontariato e la cooperazione internazionale. Attualmente il comitato editoriale è costituito da 18 ong più Volontari nel mondo-Focsiv.

"Mettere in rete i media locali e le diverse esperienze di cooperazione dei propri territori, stimolare i media generalisti con notizie positive sui paesi del Sud del mondo, valorizzare i volontari e i cooperanti come fonti di informazioni e dare spazio ai giornalisti dei pvs" sono solo alcune delle linee guida descritte da Silvia Pochettino, direttrice della rivista Focsiv e del nuovo sito durante il Convegno di lancio "Cooperazione internazionale, come comunicarla?"che si è tenuto alcune settimane fa nell'Aula Magna del Rettorato dell'Università di Torino, alla presenza di oltre 150 persone, tra cui numerosi giornalisti e amministratori impegnati nella cooperazione decentrata.

"La cooperazione allo sviluppo è anche lotta contro l'assurda accettazione che la povertà sia una normale condizione esistenziale. Come due secoli fa è stata bandita la schiavitù, oggi dovrebbe succedere la stessa cosa riguardo la povertà" - ha sostenuto Umberto Dal Maso, presidente Focsiv. "Ma la strategia di comunicazione che lavora sull'uomo non sempre è la stessa utilizzata dal mondo mass mediatico".

A conferma di questa affermazione sono stati illustrati i risulati della ricerca presentata da Cristopher Cepernich, ricercatore di sociologia della comunicazione alla Facoltà di Scienze politiche, che ha monitorato per otto anni la presenza di articoli sulla cooperazione internazionale sui tre principali quotidiani italiani: Repubblica, Corriere della Sera, La stampa. Risultato: 1335 articoli recensiti per il 61% inseriti nella cronaca, 23% brevi. "La cooperazione internazionale non solo è scarsamente notiziata dalla stampa nazionale, ma entra nell'agenda dei media prevalentemente con bassa salienza, legata a cronaca locale. Che cresce solo in due casi: eventi critici (guerre, cataclismi) eventi promozionali (raccolta fondi per lo tsunami, Live8)" - ha sostenuto Cepernich.

Tuttavia "i mass media hanno contribuito sia all'ammontare degli aiuti sia alla focalizzazione sull'emergenza grazie all'effetto CNN" - ha sostenuto Maria Elena Andreotti del Segretariato sociale Rai, precisando: "Il problema italiano è che spesso il messaggio che si vuol passare non è chiaro e coerente e le campagne troppo spesso si riducono a raccolte di fondi". Il dibattito è proseguito con l'intervento di numerosi giovani dell'Università e l'importante contributo di Babacar Sarr, già assessore della città di Louga (Senegal) e fondatore della radio comunitaria locale che ha sottolineato l'importanza della qualità della comunicazione che "deve essere essenziale, positiva, partecipativa, libera da cliché e stereotipi" e che "non si attua solo attraverso i grandi media, ma nel lavoro quotidiano di incontro e scambio tra giovani e cittadini del Nord e del Sud che si realizza nella cooperazione decentrata".