Doccia fredda per gli ambientalisti. Il presidente del Consiglio di Amministrazione del porto di Capodistria conferma al quotidiano "Dnevnik" le voci sul possibile insediamento di un rigassificatore nella cittadina istro-slovena

30/04/2007 -  Franco Juri Capodistria

Per gli ambientalisti contrari ai rigassificatori che le due società spagnole Endesa e Gas natural progettano con l'interessato avallo del governo regionale del Friuli Venezia Giulia nel Golfo di Trieste quella che arriva dalla vicina Capodistria in Slovenia è una doccia fredda, anzi gelida.

Dalle pagine del quotidiano "Dnevnik" il presidente del Consiglio di Amministrazione del porto di Capodistria (Luka Koper) Robert Časar conferma le voci secondo le quali si starebbe tra l'altro pensando anche di insediare un rigassificatore, ovvero un "terminal gas" (a quale tipo di terminal e di gas si stia pensando non è ancora chiaro) nella stessa cittadina istro-slovena. Possibile?

La Slovenia ha finora osteggiato questa ipotesi nel caso del terminal Endesa in mezzo al golfo e di quello della Gas Natural a Zaule, nell'area dismessa ex Esso a un paio di chilometri da Muggia. Il governo di Lubiana, incalzato dall'opinione pubblica istriana la cui protesta aveva raccolto oltre quarantamila firme, aveva costituito una commissione di esperti che solo qualche mese fa ha pubblicato le proprie analisi e conclusioni. Un verdetto nettamente contrario ad ogni ipotesi di rigassificatori a ridosso del confine, una serie di valutazioni che attestano la pericolosità e la nocività di simili impianti in aree popolate o in ecosistemi sensibili qual è quello dell'alto Adriatico. E ora, come se niente di tutto ciò fosse accaduto, detto e scritto, il numero uno dell'unico porto sloveno annuncia la possibilità che nel piano regolatore in cui sono previsti i nuovi progetti di Luka Koper venga inserita pure la proposta di un rigassificatore.

"Se abbiamo il terminal per il carbone perché mai non potremmo averne anche uno per il gas?" ipotizza candido Časar. E le proteste della popolazione locale? "Anche per il terzo molo ci sono state e poi si sono esaurite. E poi con le nuove tecnologie non c'è da preoccuparsi" risponde a "Dnevnik" il presidente dell'ente porto.

L'uscita di Časar naturalmente non è improvvisata o dettata solo dall'euforia della direzione portuale per la rapida lievitazione del prezzo delle azioni di Luka Koper in borsa. Il porto intende infatti espandersi ulteriormente. E poi c'è l'annunciato progetto di un gasdotto russo della Gasprom che dovrebbe attraversare la Slovenia e arrivare fino a Capodistria. E, chissà, qualcuno forse già conta i lauti guadagni che potrebbero arrivare da un liquificatore di gas.

Le grandi imprese, il governo e l'amministrazione comunale considerano domata l'opinione pubblica. I media sono imbavagliati e gli ecologisti sloveni, divisi in mille rivoli, sono perlopiù impegnati in battaglie microlocali, come quella contro le centrali eoliche sulla cresta del Volovja reber presso Ilirska Bistrica o contro la costruzione di una strada lungo la minuta valle del torrente Bivol presso Isola.

Le resistenze della popolazione locale alla costruzione del terzo molo, a ridosso di Ancarano, una località ormai destinata ad abbandonare ogni sogno di sviluppo turistico e terapeutico, sono state superate o messe a tacere. La maggioranza politica in comune, guidata con metodi risoluti da Boris Popovič, un imprenditore populista d'assalto che accontenta la cittadinanza piantando decine di palme per far assomigliare Capodistria a Miami, è per il governo di Janez Janša e per le nuove direzioni dei colossi economici cittadini imposte dallo stesso (lo stesso Robert Časar ha in tasca la tessera del SDS, il partito di governo), un'amministrazione amica.

Un anno fa il consiglio comunale capodistriano votò una delibera di netta contrarietà ai rigassificatori nel Golfo di Trieste, considerandoli nocivi e pericolosi. Oggi il consiglio comunale di questa città è nelle mani del sindaco che dispone di una maggioranza assoluta (24 voti garantiti contro gli 8 dell'opposizione).

Nel caso il governo sloveno avallasse l'ipotesi avanzata da Časar è probabile che al sindaco amico verrebbe delegato il compito di convincere i capodistriani della bontà del progetto di un rigassificatore in casa loro.


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