Belgrado 7 maggio 2024 - Foto M. Moratti

Belgrado 7 maggio 2024 - Foto M. Moratti

Il 7 e 8 maggio Belgrado si è coperta di bandiere cinesi per la visita del presidente Xi Jinping. Per la Serbia, è stata l'occasione di firmare accordi economici e dichiarazioni politiche, confermando la Cina come terzo polo della propria politica estera

10/05/2024 -  Massimo Moratti Belgrado

La visita di Xi Jinping a Belgrado è stato un evento che ha mandato un segnale molto importante nella regione balcanica e nel resto d’Europa. Belgrado è stata una delle tre tappe del viaggio europeo di Xi, che ha toccato Parigi, Belgrado e Budapest. È stata una visita ricca di eventi e di messaggi, ad alto contenuto simbolico.

La scelta della data non è stata casuale: Xi è arrivato a Belgrado la sera del 7 maggio. In quella data ricorre il venticinquesimo anniversario del bombardamento dell’ambasciata cinese a Belgrado, che causò la morte di tre giornalisti e il ferimento di una ventina di persone. Gli Stati Uniti a quel tempo riconobbero l’errore, ma le ferite di quell’episodio sono ancora aperte.

Lo stesso Xi lo ha sottolineato in un messaggio pubblicato sul quotidiano Politika : “L’amicizia serbo-cinese, forgiata col sangue dei nostri compatrioti, rimarrà nella memoria condivisa dei popoli serbo e cinese e ci ispirerà ad andare avanti a grandi passi”. Il titolo del messaggio di Xi, “Possa la luce della nostra amicizia d’acciaio risplendere sulla cooperazione tra Serbia e Cina” ha ricordato la vecchia retorica socialista e fatto ritornare in mente a molti i tempi della Jugoslavia socialista (periodo che a dir la verità, viene spesso criticato e rinnegato dal partito di Vučić).

La stessa organizzazione e atmosfera della visita ha proiettato Belgrado indietro di qualche decennio. La sera dell’arrivo, infatti, l’emittente nazionale ha interrotto la diretta dell’Eurovision Song Contest per collegarsi con l’aeroporto dove era appena atterrato l’aereo di Xi. La torre di Beograd na Vodi si è ammantata dei colori della bandiera cinese. A ricevere Xi, c’erano le più importanti cariche istituzionali della Serbia e si è rivisto anche l’ex-presidente Tomislav Nikolić.

Xi è stato accolto dalla guardia d’onore e dal kolo, il tradizionale ballo serbo (e non solo) che è stato messo in scena sulla stessa pista dell’aeroporto. Già in precedenza, come da cerimoniale, Belgrado era stata decorata con le bandiere cinesi e serbe affisse ad ogni lampione, ma a differenza di altre visite, questa volta c’era anche un’enorme bandiera cinese che campeggiava sulla torre Genex e i pannelli luminosi in giro per la città ribadivano il benvenuto al presidente e celebravano l’amicizia serbo-cinese.

La torre Genex a Belgrado  - Foto M. Moratti

La torre Genex a Belgrado - Foto M. Moratti

Una giornata d’altri tempi

Il giorno della visita, il traffico a Belgrado è collassato (ma questa non è una novità): la zona attorno al Palata Srbije (palazzo della Serbia, ex sede del governo federale jugoslavo) è stata interdetta ed un impressionante numero di poliziotti, circa 6.500, ha bloccato anche il traffico dei pedoni, lungo i ponti sulla Sava, che cercavano di raggiungere la zona della cerimonia. La delegazione cinese, forte di circa 400 funzionari, è stata accolta al Palata Srbije dalle tradizionali salve di fucileria e quando Vučič e Xi si sono affacciati, una folla festante ha fatto ondeggiare bandierine serbe e cinesi .

Numerosi autobus erano parcheggiati nelle vicinanze e molti dei presenti alla cerimonia hanno ammesso di essere dipendenti municipali o di aziende associate e che il partito li aveva portati alla manifestazione . È questa una prassi ormai consolidata, quando serve manifestare il supporto al presidente, la macchina organizzativa del partito si mette prontamente all’opera e la distinzione tra partito ed istituzioni diventa sempre più labile.

Gli accordi conclusi e la dichiarazione comune

La Cina è già massicciamente presente in Serbia con una serie di investimenti molto importanti, sia nel settore industriale che in quello energetico. Per quanto riguarda le infrastrutture, la cooperazione cinese consiste in prestiti forniti al paese beneficiario, mentre le opere vengono realizzate direttamente da imprese cinesi con lavoratori propri. In Serbia, la Cina ha investito molto, in particolare nel settore del rame e dell’acciaio. Alcuni di questi investimenti avevano fatto notizia in passato, soprattutto per quanto riguarda le condizioni dei lavoratori , senza che le autorità serbe fossero comunque intervenute.

La visita di Xi Jinping va letta quindi nel quadro di una cooperazione già esistente, definita in passato un partenariato strategico. Tale cooperazione è stata ampliata dai due presidenti che si sono accordati per “costruire una comunità tra Serbia e Cina con un futuro comune” e la Serbia è il primo paese europeo con cui la Cina intende costruire tale comunità.

A suggellare l'intesa, sono stati firmati 29 accordi bilaterali tra i due paesi, oltre all’accordo sul libero scambio di merci che era già stato sottoscritto ad ottobre. Gli accordi raggiunti prevedono l’aiuto cinese nell’organizzazione dell’Expo a Belgrado, borse di studio, l’introduzione di voli diretti tra Belgrado e Shanghai e numerose altre forme di cooperazione.

Di grande rilevanza è stata anche la dichiarazione comune dagli importanti contenuti politici, come il rispetto e il supporto per l’integrità territoriale della Cina, contraddistinta dalle parole di Vučić che ha ribadito che per lui “Taiwan è Cina” e che la Cina stessa sostiene l’integrità territoriale della Serbia senza riserve. Vučić ha detto anche che la Cina sosterrà la Serbia in tutte le questioni che vengono discusse alle Nazioni Unite. Il riferimento ai due dossier scottanti, il Kosovo e la risoluzione ONU su Srebrenica, sono chiari.

L’incontro si è poi concluso con un pranzo ufficiale, al quale ha partecipato anche il presidente della Republika Srpska Milorad Dodik , che, con grande soddisfazione, ha visto la visita come un’ulteriore occasione per rafforzare i rapporti tra l’entità bosniaca della Republika Srpska e la Cina.

Dietro le quinte

La visita del presidente cinese è stata anche contraddistinta da alcuni episodi che hanno sollevato qualche inquietudine. A Belgrado è stata notata la presenza di un gran numero di uomini cinesi vestiti tutti allo stesso modo (berrettino rosso, giubbotto e pantaloni neri). Queste persone affiancavano la polizia serba in città, come se fossero delle pattuglie congiunte e conversavano in serbo con loro. In uno di questi casi, una di queste persone ha filmato l’equipe televisiva di N1 , notoriamente critica nei confronti del governo, e ha rifiutato di presentarsi.

Un altro episodio inquietante ha riguardato otto persone tra le quali sei attivisti di Falun Gong, un gruppo buddista la cui pratica in Cina è vietata dal 1999, che sono stati “arrestati preventivamente” dalla polizia serba prima dell’arrivo di Xi e rilasciati solo quando Xi è ripartito. La figlia di uno degli attivisti ha spiegato come la famiglia stessa sia spesso seguita da parte di poliziotti in borghese e che le loro telefonate vengono intercettate. Un episodio simile era già avvenuto in occasione di un summit precedente con la Cina. La polizia ha declinato di rispondere sulle ragioni dell’arresto preventivo.

Un successo interno ed esterno

La visita di Xi è stata celebrata dal governo serbo come un successo, sia internamente che esternamente. La Serbia, espandendo la propria cooperazione con la Cina, può dire di aver aggiunto una “sedia” alla propria politica estera, che finora si basava sul principio delle “due sedie”, per quanto riguardava i rapporti con la Russia e l'UE. La Cina ora fornisce alla Serbia la possibilità di “smarcarsi” dalle posizioni di UE e Russia , quando queste posizioni non siano convenienti come ha sottolineato Vuk Vuksanović del Belgrade Center for Security Policy.

Dal punto di vista interno, ribadisce ancora una volta il controllo del SNS su quasi tutti i settori della società e il venir meno della distinzione tra partito e stato. In vista delle prossime elezioni locali e per la città di Belgrado, la posizione del SNS e di Vučić stesso ne escono rafforzate: la Serbia, paese relativamente piccolo, negozia e si lega in un “futuro comune” alla Cina, come uno dei più importanti paesi al mondo. Resta da vedere se vi sarà un prezzo da pagare per tale “futuro comune”.


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