Maria Francesca Rita 9 agosto 2022
Belgrado, Serbia, 15 giugno 2022, durante una protesta contro la REM per l'assegnazione delle frequenze tv nazionali© Zivko Trikic/Shutterstock

Il rinnovo della concessione di quattro licenze tv con copertura nazionale a media filogovernativi che più volte in passato hanno violato i codici deontologici e professionali minaccia la libertà e l’indipendenza della stampa in Serbia 

La decisione presa il 29 luglio dall’Organismo serbo di regolamentazione dei media elettronici (REM , Regulatorno telo za elektronske medije) di assegnare quattro licenze televisive nazionali a media filogovernativi per i prossimi otto anni è problematica per due motivi: perché continua a portare avanti un forte squilibrio nel mercato e perché rappresenta un fallimento nella protezione del pluralismo e della diversità dei media nel paese. In quattordici si sono infatti presentati alla procedura concorsuale di assegnazione delle licenze, che si è conclusa con l’assegnazione alle tv Pink, Happy, B92 e Prva, già responsabili in passato di violazioni dei codici etico-professionali. 

È per questo motivo che abbiamo aderito ad una dichiarazione coordinata dal consorzio europeo Media Freedom Rapid Response e che ha coinvolto anche l’Associazione dei giornalisti indipendenti della Serbia (NUNS ). 

La motivazione data dall’ente per la scelta di concedere le licenze alle quattro tv, tutte a sostegno del Partito Progressista (SNS), rimanda all’intenzione di raggiungere un miglior livello di qualità e diversità dei contenuti. Eppure, non sono poche le critiche provenienti dalla società civile riguardo questi canali, che contribuiscono alla propagazione di discorsi d’odio e campagne diffamatorie nei confronti dell’opposizione.

Il consorzio MFRR e NUNS sottolineano dunque la mancanza di indipendenza funzionale dell’Organismo di regolamentazione, un ulteriore elemento che minaccia il pluralismo dei media, e da ultimo la tenuta della democrazia in Serbia. 

In risposta alla decisione della REM, le organizzazioni serbe Fondazione Slavko Ćuruvija e CRTA hanno annunciato di voler presentare ricorso per far sì che l’allocazione delle licenze TV avvenga nel rispetto della legge.

Un ultimo elemento di preoccupazione deriva dalla decisione relativa alla concessione di una quinta licenza, che non viene assegnata da ben nove anni. Si teme che la quinta frequenza possa andare in autunno alla ungherese TV2, proprietà di un alleato chiave di Viktor Orbán, Lorinc Meszaros.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del Media Freedom Rapid Response (MFRR), cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea.