Riportiamo le reazioni in Serbia dei maggiori quotidiani. Tutti ricostuiscono la scena del delitto, nessuno pubblica invece commenti ed editoriali sull'accaduto.

13/03/2003 -  Luka Zanoni

La Serbia intera si sveglia questa mattina sotto shock, dopo l'attentato di ieri al premier di governo Zoran Djindjic. Dopo le prime notizie a caldo fornite dalle radio e dalle tv locali, le pagine dei giornali si aprono oggi quasi per intero sulla vicenda che ha sconvolto il paese. Tutti i quotidiani, come prevedibile, hanno dato ampio spazio alla morte violenta del premier serbo. La cronaca si riempie di ricostruzioni dell'attentato, con foto e grafici indicanti il punto da dove sono stati sparati i due proiettili di grosso calibro che hanno colpito a morte Djindjic all'interno del cortile della sede del governo. Ciò che va rilevato è l'appiattimento della stampa su questa questione. Mancano invece completamente gli editoriali ed i commenti. Tutti i media sembrano in un certo senso uniformati, con solo piccole sfumature che cerchiamo di riportare più sotto. Anche i quotidiani più liberali, che sempre si sono distinti per le indagini di denuncia, in questo momento ripetono ciò che tutto il mondo sta dicendo: in atto lo stato di emergenza, accusato il Clan di Zemun, duro colpo per la democrazia del paese.

Molto probabilmente, le pesanti restrizioni dovute allo stato di emergenza costringono la stampa a tenere un taglio di basso profilo, in accordo con i ministeri e le forze di sicurezza. Oppure semplicemente anche i media serbi sono sotto shock.

Fino ad oggi solo un settimanale ha pubblicato immediatamente un articolo dedicato alla vicenda. Si tratta di "Vreme" che in copertina riporta la foto del premier sovrapposta da un titolo lapidario: "Ucciso Zoran Djindjic". L'articolo principale è firmato da Sojan Cerovic, capo redattore del settimanale. Da notare sono alcune affermazioni di Cerovic riguardanti l'inefficacia della scorta del premier e dei servizi di sicurezza. Dice il capo redattore del settimanel "Vreme": Se è esatta la versione che si tratti di cecchini, la polizia senza dubbio avrebbe dovuto trovare le armi con cui si è sparato, se non si tratta di altro, ciò di cui si tratta riguarda armi di grosso calibro difficli da nascondere. E' strano, tuttavia, che nessuno dei servizi di sicurezza, al monento dell'entrata e dell'uscita del premier, era nel palazzo i cui vetri letteralmente 'guardano' nel parcheggio del palazzo del Governo e da dove è più facile sparare". E continua chiedendosi chi ci sia dietro questo mostruoso attentato che inficia la stabilità del paese, per concludere che "chiaro è che con questo in Serbia niente sarà più uguale a prima".

Il quotidiano "Danas" apre in prima pagina con: "Ucciso Zoran Djindjic stato di emergenza in Serbia" Il governo serbo ha accusato Milorad Lukovic Legija e il gruppo criminale "clan Zemun" dell'omicidio del premier della Serbia come anche dei precedenti crimini accaduti in Serbia, compresi sequestri e tentati omicidi di noti personalità dell'ambiente pubblico e politico. Il Ministero dell'Interno avrebbe emesso 23 mandati di cattura proprio nei confronti di questo caln mafioso.
Seguono approfondimenti sullo stato di emergenza, alcuni riquadri che entrano nei dettagli dell'attentato (le ferite, un bersaglio lento, facendo riferimento al distorsione alla gamba subita dal premier tempo fa durante una partita a calcetto che lo obbligava a camminare con le stampelle). Sempre in prima pagina un fondo titola "Minacciato l'ordine costituzionale", il pezzo si concentra sullo stato di emergenza e un riquadro ricorda la posticipazione della seduta prevista per la giornata di ieri per l'elezione del Consiglio dei ministri della nuova entità statale di Serbia e Montenegro. La prima pagina chiude con un breve articolo dal titolo "Il mondo sotto shock". All'interno del quotidiano le pagine della cronaca sono interamente dedicate all'omicidio del premier serbo. Danas riporta alcuni approfondimenti sul Clan di Zemun, una breve biografia su Lukic Legija, e l'elenco completo degli esponenti del Clan sui quali è stato emesso il mandato di cattura.

Il quotidiano "Blic" riduce la sua edizione, togliendo alcune rubriche, come economia e cultura, per lasciare spazio alla vicenda dell'attentato. Titolo di apertura in prima pagina: "Ucciso Zoran Djindjic", poi più sotto "Passanti hanno visto i killer" e "L'esercito prende il mandato dalla polizia" riferendosi alla stato di emergenza dichiarato ieri dal governo. La cronaca dei fatti e i commenti vengono raggruppati in uno speciale dedicato all'accaduto, intitolato "Tema".

"Glas Javnosti", quotidiano di orientamento nazionalista, raggruppa la cronaca della vicenda riporta in copertina il seguente titolo: "Colpito al cuore", poi "Tre giorni di lutto", "Gli attentatori non sono stati arrestati". Glas riporta anche la dichiarazione di Kostunica ai media: "Il solo fatto che accada una politica violenta è terribile. Djindjic ed io non siamo molto d'accordo . Senza dubbio condanno ogni tipo di terrorismo e di violenza. Questo è un brutale avvertimento. Non possiamo dividerci in buoni e cattivi, noi e loro, per me è unicamente importante condannare ogni forma di terrorismo. Dobbiamo guardare la verità negli occhi e comprendere come i criminali abitino anche i palazzi di governo. Spero che tutti siano consegnati alla giustizia e di poter al più presto chiarire cosa sia accaduto".

Il più vecchio quotidiano dei Balcani, "Politika" apre con una serie di articoli sull'attentato, concentrandosi come gli altri giornali del resto, sullo stato d'emergenza, sulla ricostruzione del delitto e sul Clan di Zemun. "Gli spari al Presidente del consiglio minano la democrazia e la politica del paese". "Djindic deceduto dopo l'attentato, in Serbia in vigore lo stato d'emergenza". Seguono articoli che riprendono l'accaduto: "Natasa Micic ha proclamato lo stato d'emergenza". Chiudono la lunga serie di articoli dedicati all'accaduto, alcuni pezzi recanti le reazioni del mondo e le condoglianze di Primi ministri e Capi di stato stranieri.


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