Il presidente romemo Iohannis durante un vertice NATO© Gints Ivuskans/Shutterstock

Il presidente romemo Iohannis durante un vertice NATO© Gints Ivuskans/Shutterstock

Con la sua visita a Washington il presidente romeno Klaus Iohannis ha riaffermato la centralità della NATO nella politica di sicurezza del paese e dell'area del Mar Nero, confermando anche la disponibilità di Bucarest a fornire nuovi aiuti militari all'Ucraina

09/05/2024 -  Mihaela Iordache

Mentre il presidente della Cina, Xi Jinping si recava in visita in Serbia e Ungheria, due paesi al confine con la Romania, il presidente romeno, Klaus Iohannis volava a Washington in visita di lavoro (7-9 maggio) per incontrare il presidente americano Joe Biden e per ricevere  il premio Distinguished International Leadership Award per il 2024, nell’ambito dell’Atlantic Council Distinguished Leadership Award, nell’anno in cui la Romania celebra i suoi venti anni dall’adesione alla NATO. 

Richiesto l’invio di nuovi Patriot in Ucraina

Da quando è diventata membro dell’Alleanza Nord Atlantica la Romania “ha superato tutte le aspettative”, ha detto il presidente Joe Biden durante l’incontro con il capo di stato romeno.

Iohannis ha precisato che “abbiamo cercato non solo di essere membri della NATO, ma anche di lavorare sulle relazioni bilaterali. La Romania sta cercando di fare del suo meglio per impedire alla Russia di vincere la guerra [in Ucraina]”.

Intanto l’Ucraina chiede ai suoi alleati di fornire al paese missili Patriot, gli unici in grado di abbattere i vettori balistici russi lanciati sulle città e sulle infrastrutture strategiche di Kiyv.

Washington ha recentemente approvato un nuovo pacchetto di aiuto militare di 61 miliardi di dollari per l’Ucraina, che include anche altri missili Patriot. Ma il loro numero sembra comunque insufficiente, e gli USA chiedono agli alleati di inviare anche loro sistemi di difesa antimissile. 

Le autorità di Kiyv hanno più volte dichiarato che la difesa aerea ucraina protegge non solo i cieli ucraini ma anche i vicini Moldavia, Romania e Polonia dalla minaccia immediata di missili e droni russi che entrano nel loro spazio aereo.

Nell’incontro con il presidente americano, l’omologo romeno si è mostrato aperto all’appello americano.

In sostanza, la Romania dovrebbe cedere uno dei suoi sistemi di difesa aerea Patriot all’Ucraina, ma allo stesso tempo il presidente Iohannis ha ribadito che “è inaccettabile rimanere senza difese”. In una conferenza stampa tenuta all’ambasciata romena di Washington, Iohannis ha voluto precisare che la questione deve essere prima presa in esame dal Consiglio Supremo per la Sicurezza del Paese (CSAT) per vedere “cosa si può offrire e cosa si può ricevere”.

La Romania, membro della NATO dal 2004, condivide un confine di 650 km con l'Ucraina e molti frammenti di droni russi sono caduti ripetutamente nel suo territorio, mentre Mosca attacca i porti fluviali ucraini situati sull'altra riva del Danubio, a poche centinaia di metri dal territorio romeno. Anche alla luce di queste minacce, Bucarest vuole più garanzie di sicurezza dalla NATO.

"Credo che troveremo una soluzione. Si tratta di un solo sistema dei tre che si trovano in uno stato avanzato di operatività [insieme al primo sistema Patriot, già operativo nel novembre 2023]”, ha confermato Iohannis.

Il sistema di difesa Patriot è l’investimento più recente e più costoso dell’esercito romeno, acquistato nel 2017 per circa 3,9 miliardi di dollari. Comprende sette nuovi sistemi di difesa aerea Patriot, insieme a 56 missili PAC-2 GEM-T. Il primo sistema Patriot è stato consegnato all'aeronautica militare romena nel 2020.

La Germania ha annunciato all’inizio di questo mese che fornirà a Kiyv un’altra batteria Patriot, la terza data all’Ucraina dall’inizio della guerra con la Russia. Gli altri Stati membri dell’UE che dispongono di tali sistemi sono Grecia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna e Svezia.

Il vertice NATO

Al vertice NATO che si terrà a luglio a Washington in occasione dei 75 anni dell’Alleanza potrebbe essere annunciato anche il nuovo segretario generale. E il presidente romeno Klaus Iohannis ha già annunciato la sua candidatura. Bucarest desidera che al summit di Washington vengano riconfermati l’unità e il coordinamento transatlantici.

“Oltre al nostro costante e coerente sostegno all’Ucraina, è essenziale continuare a rafforzare la nostra posizione di difesa e deterrenza sul fianco orientale e adottare un approccio rafforzato alla sicurezza nel Mar Nero”, ha ribadito il presidente romeno.

Nel frattempo in Romania sono iniziati i lavori per la costruzione della nuova base Nato più grande d'Europa, una struttura vicino a Costanza, città nella parte sud-orientale del Paese, sulle rive del Mar Nero.

La struttura sarà costruita nei pressi dell'attuale base militare “Mihail Kogalniceanu”, che verrà ampliata a circa 2.800 ettari. Potrà ospitare fino a 10mila militari, con le loro famiglie e il personale di servizio. Per i lavori sono stati stanziati 2,5 miliardi di euro. La Romania è inoltre un paese della NATO che stanzia 2,5% per la difesa. 


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