Il vicepremier russo Rogozin (dal web)

Il vicepremier russo Rogozin (dal web)

La Romania chiude lo spazio aereo ad un volo privato con a bordo il vicepremier russo Rogozin e scatta la rappresaglia verbale. Due paesi che non hanno mai avuto rapporti cordiali si trovano ora alle prese coi rischi della degenerazione del conflitto in Ucraina

16/05/2014 -  Mihaela Iordache

Volano parole grosse tra la Romania e la Russia. L’ultimo e probabilmente il più duro scontro diplomatico tra Mosca e Bucarest dei tempi recenti si è consumato sabato scorso quando la Romania ha vietato all’aereo del vicepremier russo Dymitri Rogozin di sorvolare il suo spazio aereo.

Rogozin si era recato nella regione separatista della Transnistria per partecipare ad una parata militare organizzata per commemorare la vittoria sul nazismo. Il Cremlino in questi ultimi periodi non perde occasione per rafforzare le tendenze separatiste in aree dell'ex Unione Sovietica.

Al momento del suo rientro a Mosca però Rogozin si è visto costretto a ritornare in Russia con un aereo di linea Chișinău-Mosca, in quanto sia l’Ucraina che la Romania hanno vietato l’uso del loro spazio aereo.

Offeso, il vicepremier Rogozin si e sfogato su twitter dalla Transnistria: ”Su richiesta degli USA la Romania ha chiuso il suo spazio aereo. L'Ucraina non mi permette di passare”. Poi le minacce: ”La prossima volta volerò a bordo di un bombardiere (strategico) TU-160”. Per poi concludere: ”Signori romeni, presto vi mostreremo chi siete e cosa pensiamo di voi”.

Vodka e geopolitica

Non si è lasciata attendere una dura replica da parte del presidente romeno Traian Băsescu che ha tenuto a ricordare a Dimitri Rogozin che la Romania è “una nazione che ha vissuto tra tre imperi ed è sempre qui”. E questo “dovrebbe metterselo bene in testa Rogozin”. Băsescu ha poi aggiunto che il vicepremier russo è in realtà “il folle del re” e “un uomo estremamente impulsivo, orgoglioso e in questo caso sospetto di aver fatto le sue dichiarazioni dopo aver fatto amicizia con qualche bottiglia di vodka”.

Il vicepremier russo, sempre dal suo account twitter, ha controribattuto: ”Mi chiedo quanti bicchieri abbia svuotato Băsescu prima di prendere il coraggio di chiudere lo spazio aereo al nostro velivolo”. Insomma botta e risposta tra un presidente e un vicepresidente di due paesi che non sono mai stati amici.

Plausi sono arrivati invece dall'ambasciata USA a Bucarest. L’incaricato d'affari Duane Butcher ha fatto sapere che è molto incoraggiante per gli Stati Uniti notare che le sanzioni abbiano un impatto effettivo mentre dalla Russia, il capo della commissione per gli Affari internazionali della Duma, Aleksei Puskov, ha dichiarato per la RIA Novosti che ogni stato che attua azioni ostili contro la Russia deve aspettarsi di essere oggetto di una risposta della stessa natura.

Secondo il senatore romeno social-democratico Mircea Geoana (ex ministro degli Esteri) Bucarest starebbe dando troppa attenzione “al cittadino Rogozin”, nient'altro che un agente provocatore.

Timori

Geoana ha inoltre evidenziato come il vicepremier russo stia utilizzando la sua posizione nei negozianti riguardanti la Transnistria per mettere pressione, minacciare e ricattare la Repubblica di Moldova, rea di volersi avvicinare troppo all'Unione europea.

Pressioni che sente anche la Romania. Quest'ultima è infatti un paese NATO grande alleato degli USA - tanto da ospitare a breve lo scudo antimissile dell'Alleanza atlantica che tanto preoccupa la Russia – e molto sensibile alla sorte della Moldavia e quindi alle vicende riguardanti la repubblica separatista della Trasnistria.

Che queste preoccupazioni siano condivise anche a livello internazionale è evidenziato dalla visita, ieri e oggi, a Bucarest del segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen. Inoltre 80 militari americani si trovano alla base di Vatra Dornei per esercitazioni comuni con i militari romeni del Battaglione 17. La stampa romena nota che esercitazioni simili si stanno svolgendo anche nella zona del Mar Nero, nei Balcani e nella regione del Caucaso.

Intanto il prossimo 20 e 21 maggio il vicepresidente USA Joseph Biden incontrerà a Bucarest il presidente Traian Băsescu.

Recentemente George Maior, a capo dei Servizi segreti romeni (SRI), ha sottolineato che le autorità romene saranno obbligate a prendere decisioni coraggiose e sagge in base all'evolvere del contesto geopolitico aggiungendo che gli atteggiamenti “neoimperiali della Russia sembrano far presagire una nuova Guerra fredda”. Preoccupazione molto più concreta invece quella degli abitanti dei villaggi romeni confinanti con l’Ucraina che non sono stati certo rincuorati dalle previsioni di Băsescu che, alla luce dei recenti referendum separatisti in Ucraina, ha ammesso che se vi sarà una guerra civile tra l’est e l’ovest dell’Ucraina anche altri paesi, compresa la Romania, saranno colpiti dall’instabilità generata.


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