© mentalmind/Shutterstock

Già oggi i treni offrono un’alternativa ragionevole per circa metà delle rotte aeree a corto raggio più intensamente utilizzate in Europa. Ulteriori miglioramenti e incentivi potrebbero portare a ridurre le emissioni di CO2 legate ai trasporti. Uno studio firmato Greenpeace-OBC Transeuropa

27/10/2021 -  Lorenzo FerrariGianluca De Feo

C’è un modo piuttosto semplice con cui gli europei potrebbero diminuire le loro emissioni di CO2: prendere più spesso il treno invece dell’aereo per spostarsi all’interno del continente – o rendere più semplice e conveniente farlo. La rete ferroviaria europea è densa e in molti paesi relativamente veloce, e già oggi offre un’alternativa ragionevole per circa metà delle rotte aeree a corto raggio più intensamente utilizzate.

Lasciando da parte le rotte che puntano a isole non raggiungibili con la ferrovia, uno studio che abbiamo realizzato per Greenpeace mostra che per il 34% delle 150 principali tratte aeree a corto raggio all’interno dell’Unione europea esiste un’alternativa via treno che impiega meno di 6 ore a collegare le due città interessate. Tra le tratte che richiedono più di 6 ore, circa un quarto sono coperte da treni notte diretti o che impiegano meno di 12 ore. Allargando lo sguardo anche oltre i confini dell’UE, percentuali simili valgono per le 250 principali tratte aeree a corto raggio in Europa che dispongono almeno teoricamente di un’alternativa ferroviaria. 

Se i passeggeri iniziassero davvero a usare il treno invece dell’aereo su queste tratte, i voli in Europa trasporterebbero 54 milioni di persone in meno ogni anno, per un risparmio di CO2 pari a 3,5 milioni di tonnellate. È la quantità di gas serra analoga a quella prodotta dai consumi energetici annuali di 2,3 milioni di famiglie.

Verificando durata, itinerario e distanza delle possibili alternative via treno ai voli più gettonati, appare chiaro che in molti casi usare la ferrovia può davvero costituire un'opzione plausibile – soprattutto se si intervenisse per migliorare i collegamenti e gli snodi più critici. Per l’84% dei voli considerati è possibile percorrere in giornata la stessa tratta via treno, e questo vale anche per tratte apparentemente molto distanti, come Amsterdam-Madrid, Roma-Bruxelles o Parigi-Varsavia. Nell’82% dei casi esistono treni diretti tra la città di partenza e quella di destinazione, o sono comunque sufficienti 1 o al massimo 2 cambi. 

Certo, ci sono anche casi in Europa dove il treno non costituirà mai un’alternativa all’aereo – a meno di non prevedere qualche tipo di combinazione con i traghetti. Oltre alla maggior parte delle isole, è questo ad esempio il caso di città separate da un mare, come accade per le tratte Roma-Atene o Helsinki-Stoccolma.

Miglioramenti necessari

Benché in alcuni casi siano già almeno teoricamente competitivi coi collegamenti aerei, i collegamenti ferroviari all’interno dell’Europa potrebbero essere migliorati in vari punti. 

Ad esempio, tra Vienna e Bucarest esiste un treno diretto, ma si muove a una media di 55 km/h e impiega oltre 19 ore per giungere a destinazione. In altri casi sono i tempi di attesa nelle stazioni intermedie ad allungare il viaggio a dismisura: Milano e Vienna sono relativamente vicine, ma occorre cambiare 4 volte per spostarsi dall’una all’altra in treno la mattina – una situazione simile a quella che si ritrova tra Amsterdam e Copenhagen. 

Con miglioramenti infrastrutturali, o anche solo con l’introduzione di nuovi collegamenti sulla rete esistente e una migliore pianificazione degli orari, una quota ulteriore di collegamenti ferroviari potrebbe insomma diventare competitiva con le corrispondenti tratte aeree. 

Sarebbe particolarmente importante intervenire su alcune linee e snodi ferroviari strategici. Ad esempio, moltissime alternative alle principali tratte aeree interne all’Unione europea passano dalla linea Parigi-Barcellona. Eppure prima della pandemia esistevano solo 3 treni diretti al giorno tra le due città, ora ridotti a due, e nessun treno notte diretto. D’altra parte, in alcuni casi occorre passare da Parigi per andare dall’Italia alla Spagna o dalla Spagna alla Germania solo perché i collegamenti ferroviari nella regione alpina sono poco serviti. Ad esempio, dei buoni collegamenti tra Marsiglia e Milano o tra Lione e Basilea potrebbero rivelarsi molto preziosi. 

Mentre all’interno dei singoli stati i treni costituiscono già un’alternativa molto valida agli aerei – perlomeno nei paesi con reti ferroviarie veloci – i collegamenti internazionali costituiscono uno dei principali punti deboli dell’offerta ferroviaria attuale in Europa, dato che si appoggiano solo su poche linee e spesso prevedono pochi treni al giorno. 

Un altro punto debole sono i treni notte, che permetterebbero alla ferrovia di competere con gli aerei su tratte più lunghe. Esiste solo una manciata di treni notte all’interno dell’Unione europea, e con lo scoppio della pandemia sono stati soppressi alcuni tra quelli che erano più importanti nell’offrire un’alternativa ai voli aerei, come il Venezia-Milano-Parigi. 

Infine, è verosimile che almeno una parte delle persone che usano l’aereo per spostarsi tra due città vicine e ben servite da treni lo faccia in realtà per fare scalo e imbarcarsi su un altro volo: per offrire un’alternativa reale a questi passeggeri non bastano buoni collegamenti ferroviari tra le due città, ma servono anche collegamenti diretti o rapidi con i grandi aeroporti, che finora sono piuttosto rari in Europa. 

Scenari per il futuro

Nei prossimi anni saranno sempre di più i treni che, almeno sulla carta, offriranno una buona alternativa ai voli interni in Europa, grazie all’introduzione di una serie di nuovi treni notte internazionali e al completamento di alcuni grossi interventi di miglioramento sulla rete, come il Tunnel di Base del Brennero. 

Occorreranno però misure aggiuntive affinché il traffico dei passeggeri si sposti davvero sulle rotaie e diminuiscano di conseguenza le emissioni di CO2 legate ai trasporti. Una strada possibile è la soppressione dei voli a corto raggio, di cui si è iniziato a discutere in Francia , Austria e Belgio. Ad esempio, Greenpeace chiede all’Unione europea di chiudere le tratte aeree per cui esiste un’alternativa via treno che impiega meno di 6 ore. 

Servirà però senz’altro intervenire anche sui prezzi, che sono tra i fattori che più hanno spinto i passeggeri verso gli aerei nello scorso ventennio. Da un lato le autorità potrebbero sovvenzionare il trasporto ferroviario e incentivare la concorrenza tra gli operatori, dall’altro potrebbero tassare maggiormente il trasporto aereo.

 

Uscite stampa relative al report "Train alternatives to short-haul flights in Europe" realizzato per Greenpeace


Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!

I commenti, nel limite del possibile, vengono vagliati dal nostro staff prima di essere resi pubblici. Il tempo necessario per questa operazione può essere variabile. Vai alla nostra policy

blog comments powered by