Il settantasette per cento dei giovani armeni vorrebbe lasciare il Paese, bassi tassi di natalità: l'Armenia si trova davanti ad una crisi demografica. Il dibattito nel Paese

30/10/2006 -  Anonymous User

Di Tatul Hakobyan, Hetq Online 2 ottobre 2006

Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Maddalena Parolin

Il Rapporto nazionale sulla gioventù, presentato dal ministero della Cultura e delle Attività Giovanili della Repubblica Armena, ha rivelato che secondo sondaggi sociologici condotti nel 2005, il 77 per cento delle persone tra i 16 e i 30 anni vorrebbero lasciare la madrepatria. In altre parole emigrare. Soltanto il 21 per cento dei giovani intervistati desiderava continuare a vivere nell'attuale luogo di residenza.

Il sondaggio indica che, benché le motivazioni per le quali i giovani desidererebbero lasciare il paese siano numerose, la principale sarebbe la situazione socioeconomica. Nonostante secondo i dati ufficiali il nostro paese stia registrando da diversi anni tassi di crescita economica a due cifre, i cittadini armeni tra i 16 e i 30 anni (che costituiscono circa il 25 per cento della popolazione totale di 840.000 persone) lasciano il paese alla prima occasione.

La prima ondata di emigrazione dalle due regioni settentrionali dell'Armenia iniziò dopo il devastante terremoto del 1988. La seconda ondata fu conseguenza della guerra del Nogorno-Karabakh. Inizialmente si trattava di migrazioni forzate. Dopo i sanguinosi pogrom in Azerbaijan, centinaia di migliaia di armeni fuggirono principalmente verso l'Armenia e la Russia. Il numero dei rifugiati dall'Azerbaijam nel 1989-1991 giunse a 360.000; più tardi circa 48.000 persone fuggirono dal Nagorno-Karabakh e circa 72.000 dai villaggi alla frontiera tra l'Armenia e l'Azerbaijan.

Dalla fine del 1991, ebbe inizio la terza ondata di emigrazione di massa verso la CIS ed altri paesi. Secondo stime approssimative, almeno 1,1 milione di persone sono emigrate dall'Armenia negli ultimi quindici anni a causa della situazione socioeconomica, del conflitto nel Karabakh, dei blocchi economici e della crisi energetica, che assieme hanno portato ad un drastico calo degli standard di vita.

Il Rapporto nazionale sulla gioventù afferma che negli ultimi anni c'è stato un trend visibile verso l'invecchiamento della popolazione in Armenia, causato da una doppia riduzione del tasso di nascita, nel numero di figli per famiglia, e nei matrimoni, come risultato nelle condizioni socioeconomiche: "Se aggiungiamo anche il fatto che la maggioranza di coloro che emigrano sono persone giovani in età da lavoro, diventa evidente che il processo di invecchiamento in Armenia non si manifesta in senso classico ma come un processo specifico di diminuzione della popolazione giovanile".

Secondo dati dell'ONU e del Consiglio d'Europa, prima del 1990 nascevano annualmente circa 80.000 bambini, ma dalla metà degli anni novanta il numero è calato a 30.000. Anche il numero delle donne sotto i cinquant'anni sposate è calato fortemente. Nell'Europa in fase di invecchiamento, il 62 per cento delle donne sotto i cinquant'anni sono sposate, ma in Armenia lo è solamente il 50 per cento. Nel nostro paese ogni donna ha in media 1,2 figli: per la riproduzione della popolazione, il numero dovrebbe essere 2,1.

Shavarsh Kocharyan, un membro del parlamento che segue da anni i trend demografici in Armenia, afferma: "Se le attuali politiche non cambieranno, la popolazione armena non crescerà fino al 2050 e allo stesso tempo avverrà un drastico invecchiamento della popolazione con tutte le conseguenze negative: ci saranno meno lavoratori del necessario per garantire le pensioni e, in secondo luogo, il problema, che già abbiamo con la leva obbligatoria, non potrà che peggiorare."

Secondo la classifica dell'ONU, le società si dividono in tre gruppi: quelle stanno invecchiano, quelle demograficamente vecchie e quelle ampiamente vecchie. Il tasso di invecchiamento è calcolato dal numero di persone sopra i sessant'anni per ogni cento persone sotto i quindici anni.

Suzanna Barseghyan dell'Armenian Center for National and International Studies (ACNIS) afferma: "Nelle società in invecchiamento la popolazione anziana corrisponde almeno al 7 per cento della popolazione; nelle società demograficamente vecchie il numero supera il 14 per cento; mentre in quelle ampiamente vecchie il 20 per cento. La transizione della società da "in invecchiamento" a "demograficamente vecchia" ha impiegato 115 anni in Francia, 72 anni negli USA, 47 anni in Gran Bretagna, in Germania 40 anni e in Giappone 24".

Shavarsh Kocharyan crede che servano urgenti misure per cambiare la situazione attuale: "Gli stati portano avanti diverse politiche contro l'invecchiamento. Ci sono due approcci in Europa: da una parte, incoraggiare l'immigrazione, dall'altra incoraggiare l'aumento di natalità. Il secondo caso è una caratteristica degli stati scandinavi, dove si mostra una attenzione speciale verso le famiglie, le madri e i neonati. Per quanto riguarda l'immigrazione risolve i problemi dell'invecchiamento solamente in parte, o non li può risolvere affatto. Una politica comune per incoraggiare sia l'immigrazione che l'aumento della natalità è essenziale. L'Irlanda ha raggiunto un grande successo in quest'area."

Il sociologo Aharon Adibekyan è d'accordo: "Se gli armeni della diaspora tornano in Armenia, arriveranno con standard di bassi tassi di natalità e non sarà una soluzione, sarà semplicemente un posporre l'invecchiamento. Ci sono paesi che si rendono conto di essere a rischio di scomparire e cercano di preservare un ottimale livello di natalità. Altri paesi importano manodopera e cercano di assimilare rapidamente tali lavoratori: normalmente non di culture diverse ma da zone vicine. Ad esempio la Russia in un certo modo può migliorare la sua situazione demografica attraverso l'immigrazione dall'Ucraina e Bielorussia ...".

Adibekyan ritiene che sia necessaria una politica statale, come è il caso recente in Russia, dove lo stato supporta le giovani famiglie, aiutandole a trovare appartamenti e offrendo una considerevole somma per il secondo, terzo ed ulteriori figli. Il sociologo nota che per numero di nascite, l'Armenia oggi sarebbe una repubblica di 1,5 milioni di persone anziché 2,9 milioni n. d. t.: "Questo significa che se il numero di nascite all'anno rimarrà tale nei prossimi decenni, la popolazione armena sarà di 1,5 milioni di persone ed è possibile vedere il giorno in cui gli armeni scompariranno dalla loro patria storica. I tedeschi, ad esempio, hanno calcolato che se nel loro paese verrà mantenuto il tasso attuale, tra dodici generazioni i tedeschi costituiranno una minoranza nel loro paese. Lo stesso potrebbe accadere con gli armeni e si tratta di un problema grave."

Tra i paesi CIS, Russia, Ucraina e Moldavia sono in una situazione demografica molto difficile; l'Azerbaijan, grazie ad un alto tasso di natalità è in una forma migliore. Secondo Shavarsh Kocharyan, anche in Georgia la situazione demografica è migliore che in Armenia. "Se non cambiano le politiche, l'Armenia diventerà uno dei paesi più vecchi d'Europa," afferma.

Una popolazione in invecchiamento come in Armenia affronta un certo numero di altri problemi: una riduzione quantitativa dell'offerta di lavoro, un'alterazione della struttura del mercato del lavoro, bassa produttività, rallentamento della crescita economica, e così via. Suzanna Barseghyan nota che con l'invecchiamento, il volume delle merci da esportazione diminuisce, i proventi delle tasse diminuiscono a causa del rallentamento della crescita economica e di conseguenza il budget dello stato diminuisce. "E questo solo nella sfera economica. Enormi cambiamenti avvengono nelle famiglie, nelle relazioni sociali, nei comportamenti socioculturali, nei sistemi di valori", continua.

E per concludere illustrerò in che misura il tasso di natalità sta calando nel nostro paese attraverso due esempi. Oggi nella prima classe dove ho fatto la scuola da bambino, in un paese con 150 famiglie posto in una area confinante con l'Azerbaijan, ci sono solo due alunni iscritti. Trenta anni fa quando ero in prima, la nostra classe, la meno numerosa della scuola, aveva dodici alunni. Quest'anno mio figlio è in prima. La scuola di Yerevan che frequenta ha solamente una prima, con otto bambini.


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