19 febbraio 2010

(fanculopensiero) di Maksim Cristan

di Maksim Cristan
casa editrice: Feltrinelli
anno di pubblicazione: 2007
collana: Serie Bianca
pagine: 208
prezzo: 13,00 euro

Quelle che Maksim Cristan racconta sono storie, riflessioni, visioni del mondo. Guardiamo la città con i suoi occhi e ci scopriamo osservati (ma senza saccenteria, senza ideologie, senza invadenza). Sembra naturale che sia sempre lì da qualche parte a “studiarci”. Il fatto è che lui si accorge di cose che noi non possiamo vedere.
(fanculopensiero) è la storia vera di Maksim, che da giovane manager in carriera in Croazia si è ritrovato a fare lo scrittore di strada a Milano. Lui stesso ammette che a un certo punto qualcosa si è bloccato dentro di lui. Tutto tranne la voce del suo rinato istinto, che gli diceva di andar via. Così prende il primo treno diretto a ovest e si stabilisce a Milano. Vive come può. E come capita. Spesso non mangia. Più spesso non dorme. Alle Colonne di San Lorenzo, ai piedi della statua di Costantino, in una delle sue lunghe veglie ha l’intuizione di cominciare a scrivere, di raccontare i suoi giorni e le notti, di mettere su carta i suoi pensieri. Ed eccoci di fronte a un’opera che un po’ è un romanzo, un po’ un diario, un po’ formidabile trampolino per intuizioni, riflessioni, scatti dell’anima, scatti del pensiero.

Maksim Cristan si racconta con semplicità, senza creare un alone di eccentricità ed eroismo intorno alla sua figura. Ci parla dei suoi amici, della sua famiglia, della madre. C’è una naturalezza nel suo non aver fissa dimora, nel suo non aver casa e nel modo di vita che ne consegue e tutto appare quasi normale. Lo seguiamo nelle periodiche ospitalità in case vere, godiamo con lui se rimedia un pasto caldo o un rifugio per la notte, conquistiamo con lui le donne – perché Maksim non vanta trofei, è evidente. Gli siamo accanto nelle fredde notti nella macchina di Icaro Ravasi, suo vicino di banchetto, e siamo con lui nel tepore della stanza di Marina, giovane e sola, con la quale non succede niente perché è una storia vera e quindi non si fa sesso alla prima occasione buona... Ci si ritrova a pensare: “Be’, se finisco per strada faccio anch’io così”. Ma il mondo di Maksim non è un modello, Maksim non chiede di essere imitato, piuttosto di lasciarsi guardare. Capovolge la prospettiva in cui noi stessi siamo seduti. Ci mette a nudo. Con grazia.