Khodorciur 100 anni dopo

Presentazione del libro di Raffaele Gianighian curato da Vartan Gianighian

Cosa è successo agli armeni che abitavano nel 1915 in Turchia orientale, nella regione del Khodorciur? Lo descrive chi allora aveva nove anni, con l’immediatezza e la lucidità di cui spesso sono dotati i bambini. La sorte volle che quel bambino sopravvivesse grazie all’intervento di travagliate e fortunose circostanze che lo portarono a Cortina d’Ampezzo, dove si stabilì. Il caso gli permise poi di tornare nei luoghi della sua infanzia, quando di anni ne aveva già compiuti settantuno, riuscendo ad aggregarsi ad una spedizione alpinistica del Club Alpino Italiano di Pordenone, diretta ad alcune alte vette della catena montuosa del Khatchkar che caratterizza e demarca dal Mar Nero i luoghi dov’era nato. Quanto senso poi possedesse il caso lo ha scoperto suo figlio, curatore del libro, ritrovando quei luoghi grazie ad una serie di coincidenze sorprendenti, tanto da indurlo a recuperare il racconto che suo padre aveva redatto al rientro della spedizione alpinistica in Italia e ad inserirlo in una cornice di riferimento di fatti e di fonti storiche che descrivono alcuni aspetti degli ultimi cento anni di storia armena e turca, di vittime e carnefici, ma anche di uomini giusti.

Nel distretto di Khodorciur si trovavano sette villaggi armeni, tra cui Kissak, villaggio natale di Raffaele Gianighian, nonché luogo da cui venne deportato nel 1915, con il resto della carovana della morte. Solo nel 1977 Gianighian troverà il coraggio di ripercorre, partendo dall’Italia, paese in cui ha trovato salvezza, il drammatico percorso della morte e di ritornare al suo paese natale.
Un percorso di storia e di memoria, individuale e di un intero popolo

Intervengono alla serata Shakè Pambakian e Aldo Ferrari, che con Gianighian Vartan hanno condiviso un viaggio nei luoghi della memoria dei fatti narrati.

 

INFO
Hay Dun - Casa Armena
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