Дон Кихот - Don Quixote

Proiezione del film di Grigorij Kozintsev (1957, 102’), nell'ambito della rassegna “Incontri con la cultura russa: il cinema”, giunta alla settima edizione

Grigorij Mihajlovič Kozintsev, scrive la Treccani: “regista e sceneggiatore ucraino, nato a Kiev il 22 marzo 1905 e morto a Leningrado l’11 maggio 1973. Kozintsev rappresenta, nell’ambito del cinema sovietico, una delle figure più coerenti nel saper coniugare ricerca teorica e attività artistica, dalle esperienze avanguardistiche della FEKS (Fabbrica dell’attore eccentrico) alle sperimentazioni teorico-pratiche sul rapporto tra cinema e teatro”. L’errore è che Kiev nel 1905 è russa e Leningrado sovietica, per cui il nostro non può essere considerato ucraino. Infatti la stessa enciclopedia spiega poi: “Dopo un apprendistato come assistente decoratore nel teatro di Kiev si trasferì, nel 1920, a Pietrogrado per lavorare nell’ambito teatrale. Qui conobbe Leonid Zaharovič Trauberg con il quale fondò nel 1921 la FEKS, laboratorio d’avanguardia teorico e pratico di teatro e cinema, teso a ricercare una forma cinematografica autonoma e capace di reinventare gli elementi caratteristici delle altre arti, da quelle colte a quelle popolari”. Basterebbe questo a dir dell’importanza storica di Kozintsev, a cui si uniscono i tredici film diretti con Trauberg, dal 1924, anno in cui uscì “Pohoždenija Oktjabriny” (Le avventure di Ottobrina) ‒ al 1945 anno di “Prostye ljudi” (Gente semplice). Poi, “Abbandonati gli eccessi visivi e figurativi dei primi anni della FEKS, lavorò ancora su materiali letterari e teatrali preesistenti, per esempio in Don Kihot (1957; Le avventure di Don Quixote), in cui il romanzo di Cervantes diventa ancora una volta l’occasione per sperimentare il contrasto tra l’ambientazione realistica (gli esterni girati in Crimea) e la stilizzazione degli elementi del film: dalla recitazione astratta di Nikolaj Čerkasov (che riprende in parte i personaggi da lui interpretati nei film di Sergej Mihailovič Èjzenštejn), all’artificialità del colore. Il testo letterario non è un patrimonio del passato per Kozintsev, ma materiale disponibile e attuale, capace di mantenere intatta la propria forza attraverso il passaggio alla forma cinematografica”. Il film è basato sull’adattamento teatrale di Evgenij Švarts dal romanzo di Miguel de Cervantes. Fu presentato per la prima volta nel 1957 al Cannes Film Festival. È un film strano e ironico, forse il film più bello e impressionante tratto dal “Don Quixote” di Miguel de Cervantes. Come scrisse il New York Times: “Più che una bella visualizzazione delle avventure illustri e delle scappatelle del tragicomico cavaliere errante e del suo scudiero, Sancho Panza, nel XVII secolo in Spagna, questa interpretazione, inevitabilmente abbreviata, del classico di satira sulla cavalleria, è un’esposizione commovente e calda di un carattere umano”.

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