Dalla Jugoslavia alle Repubbliche indipendenti

Presentazione del libro di Bruno Maran (Infinito edizioni, 2016); alla presenza dell'autore

Introduce e modera:
Simonetta Di Zanutto, giornalista

C’era una volta la Jugoslavia, che dopo la prima guerra mondiale si chiamava Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, poi Regno di Jugoslavia. Il Paese passò attraverso una tremenda guerra di liberazione dagli invasori nazi-fascisti, che provocò molti lutti e sparse rancori mai sopiti. Nel 1947 nacque la Repubblica socialista federativa di Jugoslavia, con il maresciallo Tito come presidente: uno Stato federale esistito fino al 1991, composto dalle repubbliche di Bosnia Erzegovina, Croazia, Macedonia, Montenegro, Serbia e Slovenia. Nel 1991 scoppia la guerra, che porta nell’Europa della fine del XX secolo i crimini contro l’umanità, lo stupro etnico, il genocidio, l’urbicidio, la fuga di milioni di profughi, per concludersi con una pace ingessata, cui è seguita una guerra… “umanitaria”.
Questa è la storia di quel Paese, anno per anno, giorno per giorno. Un lavoro certosino di ricerca per realizzare un libro fondamentale.

“La lettura del lavoro di Maran dimostra come gli eventi tragici verificatisi nei Balcani non affondino le loro ragioni in un atavismo tribale, bensì in “semplici” e fin troppo evidenti scontri tra gruppi di potere interni allo spazio jugoslavo e sostenuti da potenti alleati stranieri. A restare stritolati, sfregiati, dilaniati, alla fine sono sempre i popoli, la giustizia e la verità”. (dall'introduzione di Luca Leone)

Bruno Maran (Padova), fotoreporter di Stampa Alternativa, ha firmato reportage da Bosnia, Macedonia, Croazia, Serbia e Kosovo, India, Sri Lanka. Si occupa di fotografia sociale e reportage; è co-fondatore del Gruppo Controluce e collabora con Radio Cooperativa. Ha preso parte a decine di mostre fotografiche personali e collettive.
Ha firmato i documentari: Zastava AnnoZero, Trieste-Risiera di San Sabba, Omaggio a Bogdan Bogdanović, Jasenovac1945/Srebrenica1995.
Ha pubblicato il saggio "Una lunga scia color cenere" (La Città del Sole, 2013).