Alcuni episodi di intolleranza nei confronti di una ragazzina sieropositiva e di ragazzini di nazionalita' non croata mostrano quanto la societa' croata sia ancora estremamente xenofoba e intollerante

24/09/2003 -  Anonymous User

Due lunedi' fa in Croazia era il primo giorno del nuovo anno scolastico. Il fatto che una ragazza sieropositiva iniziasse il secondo anno delle elementari a Kutina, una citta' vicino a Zagabria, ha causato alcuni spiacevoli episodi. I genitori dei bambini che si supponeva fossero in classe con Ela, la ragazzina sieropositiva, hanno bloccato la scuola e minacciato di ritirare i propri figli dalla lista degli iscritti, nel caso Ela avesse frequentato la stessa scuola.
Questo e' stato un déjà vu della scena che si e' verificata lo scorso anno all'inizio dell'anno scolastico nella citta' di Kastel Novi, vicino a Spalato sulla costa adriatica. Nel 2002, Ela aveva iniziato il primo anno delle elementari a Kastel Novi, ma quando gli abitanti della citta' hanno scoperto che era affetta dal virus dell'HIV, la scuola locale ha assistito agli stessi episodi che stanno accadendo ora a Kutina.
Nemmeno un appello pubblico del primo ministro Ivica Racan e' stato in grado di dirimire la questione. Racan ha detto che sperava di trovare una scuola a Zagabria che avrebbe accolto Ela, nel caso non fosse riuscita a frequentare la scuola di Kutina. Lo scorso anno Racan aveva ricevuto Ela e sua sorella minore Nina, anche lei affetta da HIV. Entrambe le bambine vivono con una coppia sposata che le ha adottate e promesso loro le cure necessarie, mentre il primo ministro le ha ricevute al fine di dare un esempio di quanto la societa' croata abbia bisogno di mostrare solidarieta' nei confronti dei bambini portatori di handicap.
La citta' di Zagabria ha concesso alla famiglia di Ela un appartamento di quattro locali, il ministro degli affari sociali ha inoltre destinato un compenso mensile di 5.000 kune (circa 670 euro) per ciascuna bambina. Ad ogni modo, quando le due ragazzine si sono trasferite nel nuovo appartamento i vicini hanno immediatamente protestato e hanno dichiarato che avrebbero eretto un muro davanti all'ingresso comune dell'edificio, nel caso Ela e Nina si fossero trasferite in quell'appartamento. Le due ragazzine e i genitori, allora, si sono trasferiti a Kastel Novi, ma anche li sono stati accolti con le stesse ostili intenzioni. Ora, trovano la stessa situazione ostile a Kutina. Al fine di risolvere il problema , il ministro dell'educazione Vladimir Strugar e' giunto a Kutina accompagnato dal vice premier Anto Simonovic e da alcuni esperti di medicina e prevenzione, per spiegare ai genitori degli alunni che i loro bambini non sono per nulla a rischio di contagio del virus HIV. Cio' comunque non migliorato di molto la situazione. Solo alcuni genitori hanno consentito ai propri figli di sedersi nella stessa classe di Ela, mentre gli altri hanno boicottato la scuola.
In Croazia questo tipo di xenofobia si e' manifestato non solo nei confronti della ragazzina sieropositiva, ma anche nei confronti degli zingari. Lo scorso anno a Drzimurec Strelec, un villaggio vicino a Cakovec, situato nella parte nord-occidentale del paese, i genitori dei bambini di nazionalita' croata (che rappresenta la minoranza in quell'area) hanno bloccato la scuola locale e espulso i 120 bambini Rom, con l'intento di prevenire la formazione di classi miste che sarebbero state frequentate da ragazzi rom e croati. Quella volta il ministro dell'educazione diede retta ai genitori croati e decise di formare classi separate per i giovani corati e i giovani rom.
La scorsa estate a Vukovar nella parte orientale della Croazia, dove risiede una significativa minoranza serba, e' stato impedito ad un ragazzo serbo di giocare nel torneo di calcio organizzato dalle Unioni croate della guerra del 1991. L'unica ragione per il rifiuto e' stato il fatto che il ragazzo fosse di nazionalita' serba.
Tutti questi episodi mostrano quanto la societa' croata sia ancora estremamente xenofoba e intollerante e che il paese deve fare ancora passi enormi sulla strada verso l'Unione europea, dove la Croazia spera di entrare nel 2007.


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