Victor Ponta e Klaus Iohannis, fotomontaggio

Victor Ponta e Klaus Iohannis, fotomontaggio

Domenica si vota in Romania per le presidenziali. Il ballottaggio sembra ormai scontato tra il premier Victor Ponta e il sindaco di Sibiu Klaus Iohannis

31/10/2014 -  Mihaela Iordache

Diciotto milioni di romeni sono attesi domenica 2 novembre alle urne per il primo turno delle elezioni presidenziali, dopo una campagna elettorale dominata da attacchi personali piuttosto che da dibatti su qualsivoglia programma.

Due le questioni che hanno fatto più discutere e hanno “rubato “ lo spazio dedicato ai temi e problemi del paese. La prima riguarda i servizi segreti e la loro presenza sotto-copertura in mass-media e in politica. La seconda questione - fortemente d'attualità in queste settimane – sono i clamorosi casi di corruzione e gli arresti di politici, avvenuti a cascata nel corso della campagna elettorale.

Il partito più colpito dai provvedimenti anticorruzione è anche quello maggioritario nel paese, cioè il Partito Socialdemocratico, guidato da Victor Ponta, primo ministro e favorito secondo i sondaggi nella corsa elettorale presidenziale. Ma la magistratura colpisce anche altrove: mentre – e non è nulla di nuovo - il presidente uscente Traian Băsescu si mostra ben poco equidistante e sostiene a braccia aperte (anche dal tavolo di un ristorante) la sua ex consigliera Elena Udrea, l’ex marito di quest'ultima, Dorin Cocoș, è stato coinvolto in un caso di tangenti per forniture Microsoft a istituzioni statali, accusato di riciclaggio e abuso di potere. Nel dossier delle licenze Microsoft (con danno di decine di migliaia di euro per lo stato) risultano indagati anche nove ex ministri dei governi presieduti da Emil Boc e Adrian Nastase.

007

Nel frattempo il presidente Băsescu ha accusato il premier Victor Ponta di essere stato agente del Servizio di informazioni estere (SIE) nel periodo 1997-2001 mentre era magistrato e quindi avrebbe violato la Costituzione per incompatibilità di incarichi. Per Ponta, le accuse di Băsescu sono tutte bugie e comunque “è già qualcosa” che il capo dello stato che prima lo chiamava “un gattino” ora lo consideri “una spia”. E il misterioso fascino di 007 non sembra aver inciso in modo negativo sulle potenzialità elettorali di Ponta, ma al contrario, secondo alcuni analisti, gli avrebbe portato ulteriori voti.

Comunque vada, Ponta si prepara già al futuro ed avrebbe già pensato a qualche nome per sostituirlo nel ruolo di primo ministro se diverrà presidente: tra questi vi sarebbe anche George Maior, attuale direttore dei Servizi romeni d’informazione (SRI).

Sondaggi

Ponta (42 anni) viene accusato dai rivali di avere un ”linguaggio comunista” oppure di essere molto vicino alla Russia e alla Cina, ma resta comunque primo nei sondaggi. Questi ultimi però differiscono notevolmente tra loro: in alcuni l'attuale primo ministro sarebbe al 36% di voti al primo turno, per altri al 43%. Il suo principale opponente, Klaus Iohannis, sindaco di Sibiu della minoranza tedesca, nonché candidato dell’Alleanza Cristiana Liberale (ACL), sarebbe dietro a Ponta di minimo sei, massimo dieci punti percentuali.

La classifica dei sondaggi prosegue con Elena Udrea (PMP), Calin Popescu Tăriceanu (IRL) e Monica Macovei, indipendente. Macovei da indipendente e stata costretta a farsi la sua campagna elettorale su facebook piuttosto che in tv dove si è lamentata di non essere stata invitata. Macovei gode del sostegno di alcuni intellettuali e ha svolto la sua campagna con l’aiuto di volontari. E' una ex alleata di Băsescu, ex ministro della Giustizia, e ha dato un notevole contributo alla lotta contro la corruzione.

Il ballottaggio

Mai come in questa campagna elettorale si sono fatti tanti appelli alla partecipazione al voto. Giornali ed associazioni varie invitano i cittadini a votare, anche tramite spot video che fanno ricorso alla storia nazionale oppure con l'aiuto di personaggi pubblici che spiegano l’importanza di questo momento per la salute democratica del paese.

Benché siano 14 i candidati in lizza, per ora il ballottaggio del prossimo 16 novembre sembra scontato: dovrebbe essere tra Ponta e Iohannis. Quest'ultimo ha retto ad accuse di essere un "commerciante di bambini", ma in realtà Iohannis avrebbe solo aiutato all'inizio degli anni '90 una famiglia canadese ad adottare tre bambini a seguito di regolare sentenza del tribunale; ed è stato preso di mira anche per essere proprietario di sei appartamenti che lui ha dichiarato di essere riuscito a comperarsi con lezioni private come insegnante di fisica, meravigliando a dire il vero molti ex colleghi insegnanti.

L'eventuale ballottaggio potrebbe veder coalizzati i tre candidati che i sondaggi danno alla spalle di Ponta e che rappresentano la destra. Ma è tutt'altro che scontato date le croniche divisioni del centro-destra romeno.

A favore di Ponta è scesa in campo anche la chiesa ortodossa. Un segnale forte in un paese dove oltre l'80% della popolazione è di fede cristiano ortodossa. E da non sottovalutare visto che Iohannis è di confessione luterana, Monica Macovei greco-cattolica, Tăriceanu cattolico.

Intanto Traian Băsescu è arrivato alla fine del suo mandato e tramite il suo sostegno a Elena Udrea ha tentato la scalata alla guida della destra del paese. Ma tutto è ancora incerto e allora Băsescu ha annunciato che dopo aver concluso il proprio mandato chiederà la cittadinanza moldava per perseguire il grande progetto dell'unità politica tra i due paesi.


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