Studio televisivo © - rangizzz/Shutterstock

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In vista delle prossime elezioni politiche e presidenziali, il governo macedone ha reintrodotto forme di finanziamento pubblico ai media. Una mossa che per le organizzazioni giornalistiche del paese rischia però di rafforzare l’influenza degli interessi politici sulle testate di informazione

21/03/2024 -  Aleksandar Samardjiev Tetovo

Con le ultime modifiche legislative in Macedonia del Nord, parte del bilancio statale verrà messo a disposizione dei media privati per vari motivi. L’attuale coalizione di governo è la stessa che sette anni fa, quando prese il potere, ha proibito per legge il finanziamento statale ai media.

Le modifiche sono state apportate in vista delle prossime elezioni parlamentari e presidenziali del maggio 2024: con un emendamento alla legge sui servizi audiovisivi, il parlamento ha nuovamente consentito alle istituzioni statali e ai comuni di pagare le stazioni televisive e radiofoniche private per pubblicare campagne che sarebbero di interesse pubblico.

La decisione è stata presa nonostante i ripetuti avvertimenti delle organizzazioni di categoria.

Allo Stato sarà consentito di spendere lo 0,1% delle entrate fiscali nell'ultimo conto di bilancio definitivo. Secondo il bilancio del 2022, l’anno scorso si sarebbero potuti spendere per i media 2,3 milioni di Euro.

Le televisioni nazionali faranno la parte del leone con il 40% dei fondi stanziati, seguite dal 40% per le televisioni via cavo e satellite, dal 15% per le televisioni regionali e locali e dal 5% per le radio. Con la legge precedente al 2017, le cinque televisioni nazionali ricevevano invece il 65% dei fondi disponibili.

A livello locale, i soldi per le campagne dovrebbero provenire dal bilancio comunale, in questo caso il budget disponibile è pari allo 0,5% dell'ultimo bilancio.

La nuova norma prevede inoltre che le campagne finanziate siano selezionate da una commissione del Ministero della Società dell'Informazione e dell'Amministrazione, che consulterà i rappresentanti dei partiti politici. Sia le istituzioni statali che i comuni potranno trasmettere un massimo di quattro campagne all'anno.

La reazione dei giornalisti

L'Associazione dei giornalisti, l'Unione dei giornalisti e altre organizzazioni macedoni di categoria hanno pubblicato una dichiarazione congiunta in cui si oppongono fermamente alla revoca del divieto sui fondi pubblici per campagne trasmesse sui media privati, poiché ciò significherebbe una rinnovata influenza della politica sui media e lo sconvolgimento del mercato mediatico macedone.

"È giunto il momento di istituire un fondo per il pluralismo nei media, che potrebbe sostenere il giornalismo di qualità e il pluralismo in contrapposizione all’idea di ‘pubblicità statale’, che funge da strumento di influenza e controllo politico, nonché di prendere in considerazione altre proposte, come l'esenzione fiscale per giornalisti e operatori dei media", si legge nel comunicato.

È stata sottolineata anche la discutibile pratica di usare denaro pubblico per pubblicizzare le campagne informative pre-elettorali sui media privati. Questa opportunità è stata aperta dal 2018, e quest’anno conta un numero record di media coinvolti, soprattutto portali web.

"È sospetto che alcuni di essi siano siti con un proprietario sconosciuto o senza marchio, portali di nuova creazione costruiti al solo scopo di ottenere denaro per la campagna e che non pubblicano informazioni di interesse pubblico", hanno sottolineato congiuntamente le organizzazioni di categoria, le quali sostengono che la legge sui media dovrebbe essere modificata.

"Per prevenire l'abuso di fondi pubblici da parte dei media fantasma ed evitare di disinformare i cittadini sul processo elettorale, è necessario apportare modifiche urgenti alla Legge sui media per creare un registro dei media online nella Macedonia del Nord", hanno affermato le organizzazioni, che sottolineano di averne discusso in passato con rappresentanti del governo, ma che ritengono manchi la volontà politica per soluzioni giuridiche costruttive.

Un modello che incoraggia la dipendenza

La prima legge sui servizi audiovisivi è stata adottata nel 2013 e da allora è stata modificata 12 volte. Nel marzo 2024 sono state votate le ultime modifiche. Ciò significherà un sostegno finanziario per la stampa e la distribuzione della stampa pari allo 0,03% dell'importo delle entrate fiscali dell'anno precedente, che coprirà il 50% dei costi di stampa e il 50% dei costi di distribuzione. Per i giornali in lingue diverse dal macedone la percentuale è del 70%.

Per il sito web Prisma di BIRN Macedonia del Nord, il direttore esecutivo dell'Associazione dei giornalisti della Macedonia (ZNM) Dragan Sekulovski ha commentato che, in contrasto con l'iniezione diretta di capitale di bilancio nei media, l'idea di un fondo mediatico per sostenere esclusivamente progetti giornalistici di interesse pubblico purtroppo non ha preso vita.

"Il modello attuale non incoraggia contenuti di qualità e nuova produzione di contenuti di interesse pubblico, ma promuove solo spot per i politici, con il rischio enorme che l'interesse pubblico venga sostituito dall'interesse dei partiti a spese dei cittadini", ha commentato Sekulovski.

In più occasioni Prisma ha riportato quanti soldi i diversi partiti sono riusciti a stanziare per i media politicamente vicini. Inoltre le televisioni nazionali, boicottando silenziosamente il governo e i suoi rappresentanti in alcune occasioni, hanno anche esercitato pressioni sulla coalizione di governo per ottenere fondi statali.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del Media Freedom Rapid Response (MFRR), cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea.

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