2 maggio 2013

di Diego Zandel
casa editrice: Il ramo d’oro editore
collana: Passaggi
pagine: 177
prezzo: 14,00 euro
Edizione riveduta dall'Autore

Il romanzo è ambientato nella Roma di fine anni Settanta dello scorso secolo, ha per protagonista Raul Radossi, un anarchico di origine fiu­mana, cresciuto nella comunità di profughi istriani, fiumani e dalmati raccolti nel Villaggio Giuliano-Dalmata alle porte della capitale.
Pur vivendo nella clandestinità Raul viene raggiunto da un colonnello dei servizi segreti, Nereo Dolcich, che lui conosce fin da bambino per essere anch’egli un profugo istriano del Villaggio. Dolcich è un uomo fedele alle istituzioni e da alcuni segnali ha il sospetto che all’interno di esse, nell’ambito proprio degli stessi servizi segreti, operino delle forze che rispondono agli ordini di un uomo politico della vecchia Democrazia Cristiana, che punti a fomentare il disordine, la cosiddetta strategia della tensione alimentata dal terrorismo di destra e di sinis­tra, col fine di imporre al Paese una soluzione autoritaria. Dolcich vu­ole smascherare l’uomo e il disegno eversivo neofascista che c’è dietro. Chiede pertanto a Raul, al quale esprime i suoi sospetti, di contribuire, in nome proprio delle idee in cui crede, a scoprirlo. Gli propone, così, di infiltrarsi nei Gruppi Armati Operai, metafora delle Brigate Rosse, per poter arrivare al burattinaio che dall’interno delle istituzi­oni tira le fila del terrorismo.
Raul, anche in nome dei comuni trascorsi di profughi giuliani, accetta.
Da quel momento, una lotta selvaggia e senza esclusione di colpi, viene ingaggiata dentro la vischiosa trama che si va tessendo tra corpi sepa­rati dello Stato, “santuari” politici e manovalanza terroristica.
 

Diego Zandel è nato nel 1948 nel campo profughi di Servigliano, nelle Marche, da genitori fiumani, ed è vissuto nella comunità di esuli del Villaggio Giuliano-Dalmata di Roma. Questa esperienza, e i legami spezzati con la terra d’origine della sua famiglia ha nutrito parte im­portante della sua narrativa che conta, complessivamente, una decina di romanzi, tra i quali “Massacro per un presidente” (Mondadori, 1981), “Una storia istriana” (Rusconi, 1987, finalista al Premio Napo­li), “I confini dell’odio” (Aragno, 2002), “I testimoni muti – le foibe, l’esodo, i pregiudizi” (Mursia, 2011), tutti di argomento istro-fiumano. Di altra ispirazione gli ultimi due “Il fratello greco” (Hacca, 2010) ed “Essere Bob Lang” (Hacca, 2012). Molti i suoi racconti usciti in diverse antologie personali e collettive, ultima delle quali “Seven – 21 racconti di peccati e paura” (Piemme, 2010).