Negli ultimi dieci anni i morti per incidenti stradali in Romania sono sensibilmente aumentati, in controtendenza rispetto al resto d'Europa. Infrastrutture lacunose, aumento drastico dei veicoli sulle strade e scarsa disciplina le ragioni principali. E le autorità tentano di correre ai ripari

19/03/2012 -  Daniela Mogavero

La Romania veste una temibile maglia nera in Europa. Alla pari con Malta è il Paese UE in cui si è verificato il maggior incremento tra il 2001 e il 2009 delle vittime per incidenti stradali. I dati sono stati forniti dall'European Transport Safety Council (Etsc).

E anche se non sono disponibili dati più aggiornati Bucarest, consapevole del triste e temibile primato, sta cercando da alcuni anni a questa parte di invertire la rotta. Dal nuovo e più severo codice della strada, approvato in fretta prima dell'adesione all'Unione europea, fino alla strategia per la sicurezza stradale che ha per orizzonte il 2020 e che prevede tra le altre cose esami più duri per ottenere la patente, permessi di guida obbligatori per i ciclomotori e corsi “di recupero” per i guidatori più recidivi.

Secondo i dati della Commissione europea nel 2001 i morti per incidenti stradali in Romania erano 2.450 e nel 2009 ben 2.796 (con un picco di 3.061 nel 2008). Nonostante tra il 2009 e il 2010 sia stata registrata una riduzione del 15%, che fa ben sperare, il confronto tra il 2001 e il 2010 dà uno scarso -3% contro il -43% della media UE.

I dati di Eurostat rilevano che gli incidenti mortali in Romania sono 111 ogni milione di abitanti: in Italia, solo per fare un esempio, sono 68 e in Europa 61. Quindi Bucarest deve abbattere il triste primato che la vede tra le peggiori nel rapporto vittime-popolazione anche a causa dell'incredibile aumento della flotta marciante negli ultimi 15 anni: il numero dei veicoli su strada è raddoppiato per un totale di 4,6 milioni di unità e 5,6 milioni di patenti.

Problema infrastrutture

In antitesi con questi dati le reti stradali sono rimaste quasi identiche agli anni Novanta. Uno dei problemi più gravi infatti è la sicurezza delle strade, dovuta a infrastrutture carenti e a difficili condizioni meteorologiche di alcune aree, oltre che alla mancanza di segnaletica stradale e illuminazione notturna: le arterie stradali romene sono otto volte più pericolose di quelle svedesi.

Come gli altri Paesi UE anche la Romania aveva come obiettivo quello di ridurre del 50% entro il 2010 il numero delle vittime della strada. Ma si è rimasti molto lontani dal raggiungerlo e quindi ora rimane molto da fare. “Dobbiamo continuare con gli sforzi fatti in campo legislativo – ha dichiarato Mihai Calinoiu, responsabile della Polizia stradale romena – e assicurare che le norme siano accettate dagli automobilisti. Dobbiamo guardare ai buoni esempi offerti dai Paesi UE e capire quali possono essere applicate al contesto romeno”.

Consci della situazione a Bucarest i decisori della politica locale hanno deciso di dare avvio a un nuovo corso con la strategia 2011-2020. Tra i punti principali la possibilità di guidare senza patente ma con il “foglio rosa” in alcuni orari e solo su determinate strade, esami più approfonditi per la patente, con test psicologici oltre che quelli sui segnali stradali, e un livello minimo d'istruzione per avere la licenza di guida (aver concluso la scuola dell'obbligo).

Le due ruote

Il documento prevede che ci sia una vera e propria scuola guida per i principianti e una patente a più step, prima valida solo in Romania e poi anche per guidare all'estero. Inoltre da quando la strategia entrerà in vigore sarà obbligatorio il patentino anche per chi guida su due ruote: le vittime per incidenti su ciclomotori sono aumentate esponenzialmente negli ultimi anni e i centauri romeni sono stati esposti a rischi 30 volte più alti dei colleghi norvegesi secondo l'Etsc.

“I ciclomotori sono diventati molto popolari in Romania – ha aggiunto Calinoiu – dobbiamo adottare un pacchetto di misure coerenti con il programma di sicurezza stradale. I motociclisti che usano il casco sono aumentati dal 90 al 93% e i passeggeri dal 56% al 71% dopo le campagne di sensibilizzazione”.

La maggioranza non paga le multe

Un altro tasto dolente del sistema stradale e del suo controllo in Romania è senza dubbio quello delle sanzioni: solo il 40% dei 450 milioni di euro comminati viene effettivamente pagato, contro il 90% della media UE, con un danno per lo stato e una percezione errata di cosa significhi essere multati.

Infine un tasto dolente per le casse dello stato: le perdite economiche e sociali causate dagli incidenti stradali valgono l'1,5% del Pil. Per invertire la tendenza la strategia prevede che il guidatore multato che non paga l'ammenda possa subire il ritiro della patente: un quarto di tutti gli automobilisti romeni è stato multato almeno una volta negli ultimi tre anni per aver infranto i limiti di velocità. Nel testo, inoltre, un'intera parte è dedicata alla riduzione delle auto in circolazione. Una nota in chiave ambientalista con tasse più alte per i possessori di più auto e meno tasse per chi usa il “car sharing”.


Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!

I commenti, nel limite del possibile, vengono vagliati dal nostro staff prima di essere resi pubblici. Il tempo necessario per questa operazione può essere variabile. Vai alla nostra policy

Commenti

Log in or create a user account to comment.