Balcani ventanni dopo. 1991-2011

Mostra fotografica di Livio Senigalliesi prodotta da Associazione ADL a Zavidovići e Osservatorio Balcani e Caucaso. Inaugurazione sabato 24 marzo

Un viaggio lungo una generazione. Venti anni di conflitti e tragedia, ma anche resistenza, ricostruzione, voglia di sanare le ferite. Il conflitto che ha smembrato la Jugoslavia, esploso vent'anni fa, ha toccato tutti i popoli e gli stati della Federazione di Tito. In pochi sono riusciti a testimoniare gli eventi bellici, ma anche il lungo dopoguerra e la faticosa ricostruzione, quanto Livio Senigalliesi.

I primi fuochi a Plitvice, il dramma di Vukovar. E poi l'assedio infinito di Sarajevo, Mostar, col crollo del ponte e l'incrinarsi dei secolari rapporti di tolleranza, il dramma della Kraijna durante l'operazione “Tempesta”. E quando il dramma si sposta in Kosovo, Senigalliesi è uno dei primi fotoreporter ad arrivare, ed uno di quelli che decidono di restare fino in fondo, per continuare a raccontare storie e destini dopo che le telecamere dei grandi network televisivi hanno fatto le valigie in cerca di crisi nuove e più telegeniche.

 

PROGRAMMA INAUGURAZIONE

ore 10:30 - Apertura e saluti
- Daniele Ara, Presidente Quartiere Navile
- Alberto Ronchi, Assessore alla Cultura Comune di Bologna

ore 11:00 - Interventi
- Livio Senigalliesi, fotoreporter e autore della mostra
- Agostino Zanotti, presidente Associazione ADL a Zavidovići
- Emilio Cocco, sociologo e ricercatore, Università di Teramo
- Francesco Mazzucchelli, semiologo, autore del libro "Urbicidio" (BUP, 2010)

Modera
Paolo Patuelli, DPS - dispositivi psicosociali

ore 12:20 - Aperitivo musicale "Sevdah: canti e balli tradizionali dell'area balcanica"
- Stefano Mongiat, canto e chitarra
- Gianluca Sia, mandolino e sax soprano

 

L'AUTORE
 
Livio Senigalliesi inizia la carriera di fotogiornalista nei primi anni '80 dedicandosi ai grandi temi della realtà italiana, le lotte operaie e studentesche, l'immigrazione, l'emarginazione, i problemi del sud, la lotta alla mafia. Dopo anni di militanza nel collettivo del quotidiano il Manifesto, alla fine degli anni '80 amplia il raggio delle collaborazioni e rivolge sempre di più la sua attenzione all'attualità internazionale pubblicando ampi reportage sulle maggiori testate nazionali ed estere. La passione per la fotografia intesa come testimonianza e l'attenzione ai fatti storici di questi ultimi decenni l'hanno portato su fronti caldi come il Medio-Oriente ed il Kurdistan durante la guerra del Golfo, nella Berlino della divisione e della riunificazione, a Mosca durante i giorni del golpe che sancirono la fine dell'Unione Sovietica. Ha seguito tutte la fasi del conflitto nell'ex-Yugoslavia e dalla fine delle ostilità ha iniziato un ampio lavoro di documentazione sui problemi del dopoguerra. Ha lavorato in Palestina, Cipro, Afghanistan, Iraq, Kashmir, Mozambico, Sudan, Congo, Ruanda, Nord-Uganda, Caucaso, Guatemala e Libano. Da alcuni anni porta avanti un progetto dedicato alle vittime civili dei conflitti e collabora con il Photo-desk dell'UNHCR, con l'Ufficio della Cooperazione Italiana e con numerose Ong italiane e straniere. I drammatici reportage dal Kosovo, frutto di una lunga permanenza nella tormentata regione balcanica, sono valsi all'autore la nomination per il prestigioso "Bayeux War Correspondents Award '98". Nel 2006 gli è stato conferito il Premio Antonio Russo per il reportage di guerra.

 

INFO:
Associazione DPS - Dispositivi PsicoSociali
Via Giovanni Battista Melloni 25 - Bologna
dispositivi@gmail.com
www.associazionedps.org