Delta del Danubio - © ecstk22/Shutterstock

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La Romania è il paese UE con il maggior numero di indagini aperte sulle frodi sui fondi europei: una questione endemica e trasversale, che rischia di mettere a repentaglio uno strumento importante per lo sviluppo economico delle sue regioni. Una panoramica

04/02/2025 -  Mihaela Iordache

La Romania è il paese dell’Unione Europea con il maggior numero di indagini per frodi con fondi europei secondo il Rapporto dell’OLAF per in 2023 . Con 16 indagini in questo campo, il paese è seguito da Bulgaria (14), Ungheria (11), Italia (11) e Francia (9).

Truffe nel Delta del Danubio

Centinaia di migliaia di euro provenienti da fondi europei dovevano essere spesi per lo sviluppo del Delta del Danubio, attraverso il programma ITI DD (Strumento territoriale Integrato del Delta del Danubio).

ITI Delta del Danubio rappresenta un meccanismo europeo da oltre 1,1 miliardi di euro, che avrebbe dovuto essere speso per lo sviluppo delle comunità di Tulcea e del Delta del Danubio ed aumentarne gli standard di vita.

Il Delta del Danubio, patrimonio mondiale dell’UNESCO, è tra le regioni più ecologicamente vitali d’Europa. I fondi Ue vengono assegnati a questa regione attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR).

Ma dove ci sono fondi disponibili, spesso si fa spazio anche la piovra della corruzione, che soffoca ogni idea e progetto che, se realizzato correttamente, avrebbe contribuito allo sviluppo delle regioni della Romania. Interessi personali e politici producono invece frodi da centinaia di migliaia di euro a danno del bilancio comunitario e nazionale.

Media locali, nonostante le forti pressioni subite, hanno documentato per anni il modo in cui vengono spesi i soldi europei, spesso in modo irregolare. Un ruolo centrale nel documentare le illegalità con fondi europei è stato della testata locale “Info Sud Est” , ma anche altre pubblicazioni hanno contribuito allo sforzo di trasparenza.

Nelle scorse settimane, la Procura europea (EPPO) ha presentato un'accusa al tribunale di Bucarest contro un cittadino romeno e una società commerciale per frode, in relazione ad un progetto di sviluppo del Delta del Danubio, cofinanziato dall'UE.

"Nel caso specifico si tratta di un progetto di ampliamento dell'attività di un'azienda attiva nel settore del trasporto merci ai servizi edili, attraverso l'acquisto di macchinari pesanti, cofinanziato nell'ambito del Programma Operativo Regionale 2014-2020, che sostiene lo sviluppo del Delta del Danubio”, si legge nel comunicato della procura.

Il danno dei fondi europei e nazionali è stimato in quasi 700mila euro. Il giornale locale Gazeta de Cluj dettaglia il caso , in quanto la persona sotto accusa è proprio della contea di Cluj, ma con interessi di affari fino nel Delta del Danubio.

Secondo il quotidiano, la persona sotto accusa è Florin Giurgiuman, rappresentante legale di Giftrans SRL: per accedere ai fondi, l’azienda doveva dimostrare di disporre di risorse finanziarie proprie per la propria parte di contributo al progetto. Ma non è stato così.

In seguito alle indagini europee, si è constatato che l'amministratore dell'azienda aveva utilizzato documenti contraffatti, compresi estratti conto falsi, per dimostrare la necessaria capacità finanziaria.

Le accuse al suo indirizzo riguardano falsificazione di documenti, compreso un estratto conto bancario, attraverso cui è riuscito ad ottenere circa 593.000 euro di fondi europei e 104.000 euro dal bilancio nazionale della Romania. Una doppia frode.

Se verrà trovato colpevole, Giurgiuman rischia una pena di reclusione da tre a dieci anni e mezzo di reclusione, nonché la confisca dei beni per coprire i danni. Questa indagine è stata conclusa dall’OLAF nel luglio 2024, l’ufficio ha poi emesso una raccomandazione alla Commissione europea per recuperare i 593.000 euro indebitamente appropriati.

Il caso evidenzia il ruolo strumentale dell’OLAF nell'integrare gli sforzi della Procura Europea - oggi sotto la guida della magistrata romena Laura Codruța Kövesi - allo scopo di garantire il corretto utilizzo del denaro pubblico Ue.

Decine di frodi

Un altro caso recente riguarda dieci cittadini romeni e quattro aziende, coinvolti in una presunta frode di 1,6 milioni di euro nel settore dell’occupazione, secondo la Procura Europea.

Tra il 2019 e il 2021, il gruppo organizzato avrebbe creato un programma per assumere 197 persone, che non soddisfacevano le condizioni o si erano dimessi per essere riassunti. Sono stati coinvolti anche i dipendenti dell'Agenzia Nazionale per l'occupazione (ANOFM) delle contee di Bacău e Neamţ.

La formazione professionale dei soggetti interessati è stata dichiarata sulla carta, ma in realtà non ha mai avuto luogo.

Dopo aver concluso le indagini, la Procura Europea ha inviato le accuse al Tribunale di Iași. La frode ha coinvolto fondi comunitari e nazionali destinati a promuovere l’occupazione della forza lavoro. Nell'ambito dell’indagine erano stati precedentemente sequestrati contanti e proprietà per un valore totale di circa 300.000 euro.

Se giudicati colpevoli, gli imputati rischiano fino a dieci anni e mezzo di carcere per frode aggravata e fino a dieci anni per formazione di un gruppo criminale organizzato.

Oltre 200 casi nel 2023

La Procura europea (EPPO) ha aperto lo scorso anno in Romania 215 fascicoli relativi a frodi sui fondi europei , con un danno totale stimato in 1,87 miliardi di euro. In totale, l’EPPO ha 260 indagini attive in Romania, con un danno totale di quasi 2 miliardi di euro.

Nel 2023 sono state aperte 1.315 indagini nei 22 Stati firmatari dell'accordo che istituisce l'EPPO, portando il numero dei casi in corso a oltre 1.900.

Per la Romania, oltre il 40% delle indagini riguarda frodi relative a spese per acquisti fittizi ("frode sulle spese non legate agli appalti"), mentre il 30% dei casi riguarda spese fraudolente di acquisti effettuati.

In seguito alle indagini EPPO, in Romania sono già state incriminate 29 persone, mentre sette persone sono state condannate in via definitiva.

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Cohesion4Climate" cofinanziato dall’Unione europea. L’UE non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto; la responsabilità sui contenuti è unicamente di OBCT.


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