Partite di calcio, magliette dal nuovo design. Mobilitazione in Croazia per raccogliere denaro per sostenere la difesa, all'Aja, dell'ex generale Ante Gotovina. Il tutto tra mito, nazionalismo e business

26/05/2006 -  Drago Hedl Osijek

Il generale Ante Gotovina, che per l'accusa di crimini di guerra aspetta all'Aja l'avvio del suo processo, potrà mai diventare un'icona pop pari a Che Guevara e Jim Morrison? I designer assoldati dalla "Fondazione per la verità della Guerra patriottica", impegnati nel raccogliere denaro per la difesa del generale Gotovina, ritengono sia possibile. Nuove magliette, azzurre, con il viso di Gotovina e con la scritta "Eroe" sono state lanciate durante una recente partita di calcio Dinamo Zagabria - Hajduk Spalato. Grazia alla partita, organizzata a favore del fondo per la difesa del generale, sono state raccolte un milione di kune (circa 137.000 euro).

Le magliette azzurre con il volto di Gotovina sono simili ad altre che si potevano già trovare in Croazia e presso molti rivenditori ambulanti nelle città. Ante Zidic, che le ha disegnate, non nasconde però che sono state ideate sulla falsariga delle famose icone pop Che Guevara e Morrison.

In un'intervista al quotidiano di Zagabria Jutarnji list spiega che ha scelto quel design perché meno "patetico degli esempi che abbiamo avuto sino ad ora", convinto che avrebbe reso Gotovina più "attraente" per i giovani.

Zidic poi ha spiegato come in questo modo Gotovina abbia voluto raggiungere i giovani che "per la giovane età o per la mancanza di interesse, non sanno nulla di lui se non che è stato un generale e che adesso è all'Aja".

Secondo il rinomato sociologo di Spalato Drazen Lalic sarà invece un compito duro per Gotovina arrivare al livello di Che Guevara o Jim Morrison: "Il culto di Che Guevara è nato spontaneamente, mentre nel caso del generale Gotovina è un mito che si cerca di creare calandolo dall'alto. Oltre a questo il Che è morto combattendo per un ideale nella selva boliviana, mentre Gotovina è stato arrestato nel ristorante di un hotel mentre tentava di nascondersi tra turisti internazionali. Tutto questo mentre metteva a repentaglio lo status del proprio Paese".

La "Fondazione per la verità della Guerra patriottica" che è stata recentemente costituita, oltre a raccogliere denaro per la difesa di Ante Gotovina, sostiene tutte quelle attività di promozione per rafforzare l'immagie di Gotovina come eroe, nonostante sia indagato per crimini di guerra presso il Tribunale dell'Aja.

Una di queste attività è stata proprio l'organizzazione della partita di calcio tra due dei club di calcio più conosciuti della Croazia, la Dinamo Zagabria e l'Hajduk Spalato. In tribuna d'onore il figlio di Ante, di soli otto anni, molti membri del parlamento, due ex primi ministri croati (Franjo Greguric e Nikica Valentic), Dragan Primorac, attuale ministro per le Scienze, l'Educazione e lo Sport del governo di Ivo Sanader e poi anche il sindaco di Zagabria, Milan Bandic. Tutti ad ascoltare il coro che arrivava dalle gradinate: "Ante Gotovina è nei nostri cuori".

La partita è stata giocata il 13 maggio, giorno in cui, 16 anni fa, nello stesso stadio, alla vigilia della dissoluzione della Jugoslavia e della guerra, che già si respirava nell'aria, si giocava una partita tra Dinamo Zagabria e Stella Rossa Belgrado, che allora facevano parte dello stesso campionato, quello jugoslavo. Vi furono duri scontri tra le tifoserie, quella della Stella Rossa era guidata da Zeljko Raznjatovic Arkan, che più tardi sarebbe stato a capo di uno dei gruppi paramilitari serbi attivi anche nella guerra in Croazia. Raznjatovic non è finito all'Aja perché morto prima: è stato ucciso in circostanze non ancora chiarite agli inizi del 2000 mentre sedeva al bar dell'Hotel Intercontinental di Belgrado. La data per la partita in onore di Gotovina è stata scelta con attenzione in modo da riscaldare le passioni nazionali ed avere più pubblico possibile.

Il milione di kune raccolto grazie alla partita è solo una parte di quando raccolto dalla Fondazione per la verità sulla Guerra patriottica sino ad ora. Il suo presidente, Ivan Curkovic, spiega come sino ad ora siano arrivati a 2,5 milioni di kune e come si auguri che per l'inizio dell'anno prossimo si raggiunga il milione di euro.

I cittadini hanno assicurato grazie a donazioni 100.000 euro e solo dalla città di Zara, della cui zona è originario Gotovina, ha versato 500.000 kune (circa 65.000 euro). Tra le città ed i comuni croati è partita una sorta di gara di prestigio per chi raccoglieva più fondi per la sopracitata Fondazione. E' il caso ad esempio della città di Obrovac, dove vive un numero significativo di cittadini serbi, che ha versato nel fondo della Fondazione 50.000 kune.

La "Fondazione per la verità sulla Guerra patriottica", sembra, non sarà l'unica a raccogliere fondi per la difesa di Gotovina ed altri generali incriminati all'Aja. Infatti un altro fondo creato per lo stesso scopo è nato quale costola del Fondo per i veterani croati. Quest'ultimo si occupa di migliorare lo status dei veterani e dei membri delle loro famiglie. Ora si sta discutendo se fare in modo che un terzo di quel fondo venga utilizzato per la difesa del generale. L'anno scorso per le famiglie dei veterani erano stati raccolti 126 milioni di kune e quindi, nel caso quest'anno si riuscisse a raccogliere la stessa cifra, circa 30 milioni di kune (circa 4,1 milioni di euro) andrebbero nel fondo per la difesa del generale.

Alcuni analisti e commentatori hanno però contestato questa raccolta fondi ricordando che si tratta di un'azione del tutto inutile dato che il governo croato già assicura con una voce specifica di bilancio i fondi necessari alla difesa di Gotovina come quella di altri che siedono davanti al Tribunale dell'Aja.

Gli analisti aggiungono anche che non è per nulla chiaro per cosa verranno spesi i soldi raccolti e come potrà essere assicurata trasparenza nelle spese fatte. Dunque tutto questo potrebbe trasformarsi in un grande business nel quale Ante Gotovina, grazie alla popolarità di cui gode in una significante fetta di popolazione, potrebbe servire da copertura.


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