Certi articoli sembravano causare una vera e propria sofferenza mentale ai funzionari del regime

In era Tudjman, multe milionarie emesse in conseguenza di sentenze per la "sofferenza mentale" causata da articoli contrari al regime avevano portato alcune testate vicino alla bancarotta. Una proposta di legge potrebbe ora migliorare la libertà di stampa.

04/09/2003 -  Anonymous User

Giornalisti e proprietari di testate della carta stampata in Croazia non dovranno più temere le multe draconiane imposte dai tribunali per la cosiddetta "sofferenza mentale" causata a privati dalla pubblicazione di certi articoli. La nuova legge sui media proposta dal governo croato, ora in discussione nell'aula parlamentare, attribuisce la priorità alle correzioni piuttosto che alle sentenze dei tribunali.
Il governo cerca così di modificare una pratica abusata in modo particolare dalle alte cariche dello Stato e avviata quando al potere c'era l'HDZ, il partito fondato da Franjo Tudjman. Ogni qual volta uno di questi funzionari non apprezzava un certo articolo pubblicato sulla stampa, a prescindere dalla veridicità dello stesso, avviava un procedimento giudiziario asserendo che l'articolo in questione gli aveva fatto soffrire degli intensi traumi mentali. Come compensazione chiedevano, e di norma ricevevano, delle enorme somme di denaro.

Il settimanale spalatino "Feral Tribune" è stato quasi costretto alla bancarotta dai numerosi procedimenti giudiziari e dalle enormi somme che ha dovuto pagare. Durante il regime di Tudjman, queste compensazioni hanno raggiunto il milione di euro solo per il "Feral".
Secondo la nuova legge, se verrà accolta dal Parlamento nella sua versione originaria, giornalisti ed editori non potranno essere ritenuti responsabili di danni causati in conseguenza della pubblicazione di informazioni legittimamente tratte da una riunione di governo o conferenza pubblica, da una intervista autorizzata o se le stesse sono basate su fatti accertati. Un giornalista non potrà essere ritenuto responsabile se può provare che aveva delle buone ragioni per ritenere che l'informazione era corretta e che sussisteva un giustificato interesse pubblico perché la informazione stessa venisse pubblicata.

Fino ad oggi, giornalisti e case editrici erano considerati responsabili anche nei casi in cui citavano una discussione avvenuta nel corso di una riunione governativa, nel caso che una della persone menzionate nella notizia invocava una "sofferenza mentale" causata dalla pubblicazione.
La nuova legge sui media salvaguardia anche da possibili concentrazioni monopolistiche nel settore. Il proprietario di un quotidiano o settimanale la cui quota di mercato sia salita al 40% verrà escluso per legge dalla possibilità di acquisire altre testate simili, quotidiane o settimanali. La legge prevede di realizzare questa disposizione richiedendo agli editori di redigere su base annua un rapporto sui detentori di azioni della testata e sull'ammontare delle loro partecipazioni. Inoltre, i media dovranno anche relazionare annualmente sulla media del numero di copie vendute o, nel caso di televisioni e radio, sul numero degli ascoltatori.

Il primo ministro Ivica Racan ha annunciato altre buone notizie per i giornalisti. Dopo una enorme protesta di pubblico nei confronti della proposta di modifica del codice penale, tendente ad introdurre una condanna a tre anni di prigione per i giornalisti accusati di calunnia, il governo ha rinunciato all'idea. In futuro, la calunnia verrà derubricata a reato amministrativo.
Sembra che le pressioni della comunità internazionale siano state il motivo principale perché il governo abbandonasse la proposta relativa alla modifica del reato di calunnia. La comunità internazionale, e in modo particolare l'ufficio di Zagabria della Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce), avevano commentato piuttosto sfavorevolmente tali proposte di cambiamento.

Il governo ha inoltre dichiarato di star lavorando ad una nuova legge tendente a regolare il diritto di acquisire informazioni, spiegando che questo servirà a combattere in maniera più efficace la corruzione. Molte istituzioni statali come pratica corrente rifiutano infatti di fornire informazioni ai media, in modo particolare su fatti che comprometterebbero la istituzione stessa. La nuova legge dovrà identificare con precisione le persone responsabili per fornire le informazioni, e quali, ai giornalisti.

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