Proseguiamo la pubblicazione degli articoli preparatori alla conferenza di Ginevra prevista per il prossimo ottobre e organizzata dall'Associazione BiH 2005. In questo testo si affronta l'importanza cruciale della diaspora per lo sviluppo della Bosnia Erzegovina

13/06/2005 -  Anonymous User

Di Vedran Dzihic, membro dell'Associazione BiH 2005, politologo, docente al corso post laurea in "Studi balcanici" dell'Accademia di Vienna

Traduzione a cura di Osservatorio sui Balcani

Sr-Hr-Bos:

La guerra in Bosnia Erzegovina (BiH), oltre alle vittime delle violenze, distruzioni e profondi traumi, ha prodotto anche qualcosa a cui i governi attuali non prestano molta attenzione. Quasi la metà della popolazione complessiva della BiH è fuggita o è stata cacciata e ha atteso la fine della guerra lontano dalle proprie case - un inizio difficile per la ripresa e lo sviluppo di una società post bellica. L'Accordo di pace di Dayton solo in apparenza ha creato la cornice legale per i ritorni. De facto per anni le divisioni etniche del Paese e l'ostruzione dei governi locali hanno reso impossibile un più significativo ritorno dei profughi e degli sfollati alle loro abitazioni ante guerra. Sono stati necessari alcuni anni prima che il rientro diventasse di massa, ma nel frattempo fuori dai confini della BiH sono cresciute nuove generazioni, per le quali la BiH, a causa della situazione economica, politica e sociale, è rimasta una creazione artificiale ripugnante ed etnicamente smembrata, inaccettabile per un nuovo inizio. L'agonia della BiH di Dayton è giunta fino al punto in cui il Paese, anche dopo la guerra, è stato abbandonato da un alto numero di persone, soprattutto giovani e quadri con un'alta istruzione. Il numero di coloro che vorrebbero lasciare la BiH, nel caso ne avessero l'occasione, purtroppo è pur sempre enorme.

Così la Bosnia Erzegovina nella sua esistenza daytoniana è diventato un Paese (come altri nel mondo), che in grande parte è rimasto e rimane nella diaspora. Questo è certamente un problema di grosse dimensioni per un piccolo Paese come la BiH, ma al contempo è una chance. Benché la diaspora bosniaco-erzegovese come categoria politica e sociologica nel senso dell'unità non esista e, detto in parole povere, ci si trova ad avere pur sempre tre diaspore: bosgnacca, serba e croata, ciò nonostante essa ha il potenziale per cambiare positivamente la BiH. Quando sulla strada per l'integrazione europea inizieranno a cambiare i parametri delle attuali realtà bosniaco-erzegovesi, allora anche le frontiere etniche nella diaspora saranno più sottili, e l'appartenenza nazionale e l'orientamento non sarà un ostacolo ad una sorta di patriottismo positivo bosniaco-erzegovese. Oltre a queste, detto tra virgolette "diaspore nazionali", nella diaspora è cresciuta pure una nuova generazione di giovani, che non è avvelenata dai "codici di pensiero nazionali". Proprio questo gruppo di giovani e di gente ben istruita potrebbe essere, insieme con le forze progressiste e moderne all'interno della BiH, il nucleo di un concetto moderno ed europeo della BiH, in cui le singole identità nazionali non siano motivo di conflitto, ma rappresentino bensì la ricchezza di questo Paese.

Tra i nostri cittadini che vivono e lavorano all'estero si cela un enorme potenziale produttivo, intellettuale e creativo, del quale può trarne vantaggio lo stato e tutti i suoi cittadini. La BiH non è nella situazione in cui possa facilmente prendere le distanze dai suoi cittadini che oggi vivono e lavorano all'estero. Purtroppo però, la BiH e i suoi governi si interessano poco o quasi nulla della loro diaspora. La nostra élite politica prima di tutto difende ancora i propri interessi particolari e gli interessi dei suoi clienti, e sempre più spesso intende i cittadini disponibili, istruiti e competenti che risiedono fuori dal Paese, come una concorrenza e come qualcuno che potrebbe danneggiare i suoi privilegi. La BiH necessita della diaspora e deve essere pronta ad appellarsi costantemente alla diaspora per aiutare il Paese. Così come la diaspora necessita della sua patria e deve organizzarsi meglio, essere attiva, partecipare alla rappresentazione della Bosnia Erzegovina nei Paesi in cui si trova, fungere da tramite tra "questa" e "quella" Bosnia Erzegovina. La BiH deve essere una delle coordinate fondamentali del suo fare e del suo agire, che ciò avvenga mediante il ritorno diretto nel Paese o fuori di esso.

È tempo per pensare diversamente e in modo nuovo, è tempo che la BiH si affranchi dagli spauracchi del passato e dai riflessi nazionalistici ed etnici e che prenda la strada di una moderna democrazia europea. Alla Bosnia è necessario un nuovo slancio verso un futuro migliore e per questo abbiamo bisogno di tutti i cittadini della BiH a prescindere da dove si trovino. I giovani istruiti, che hanno energia e voglia di cambiare qualcosa, devono essere più attivi tanto in BiH quanto all'estero. Quelli all'estero possono offrire una lobby efficace per la BiH, promuovere la sua originaria cultura pluralista, influenzare i luoghi in cui si prendono le decisioni. Queste persone sono i migliori ambasciatori della BiH nel mondo ed i migliori promotori della creazione di un'immagine positiva della BiH. Benché nella maggior parte dei casi si tratti di una diaspora di giovani, non va trascurata la loro influenza politica nei Paesi in cui vivono e lavorano.

Proprio in questo decisivo momento per la BiH, alla vigilia del decennale di Dayton, quando la comunità internazionale sta cercando il modo per trasformare la propria presenza in BiH, quando la discussione sul futuro del Paese è sempre più forte e quando la BiH dovrebbe avviarsi lungo la strada europea, è necessaria una nuova partnership tra la BiH della diaspora e la BiH di qui. È necessaria una partnership tra queste due realtà bosniaco-erzegovesi, senza reciproche accuse, sia del periodo bellico che postbellico, produttrici di gerarchie artificiali tra "noi qui" e "voi là". L'Associazione BiH 2005 nelle relazioni di partenariato raggruppa persone giovani e progressiste della BiH, sia della diaspora che degli ambienti internazionali. In questo senso la conferenza internazionale di ottobre 2005 a Ginevra desidera offrire una piattaforma per il dialogo tra la BiH e la sua diaspora e vagliare le alternative per il futuro della BiH.

Gli altri testi pubblicati:

La Bosnia ed Erzegovina da Dayton a Bruxelles. Dove e perché ci siamo fermati?

Dieci anni di Dayton e oltre


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